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29
gennaio 2009
fino al 31.I.2009 Eleonora Rossi Milano, Obraz
milano
La pittrice milanese torna in galleria. Dopo sette anni di lontananza e di ricerche approfondite sull'uomo, le tele esposte, invece, raccontano di luoghi e spazi per il colore. Cinque grandi scorci invadono le pareti, senza mai fornire una visione centrale...
di Ginevra Bria
Sette anni fa, Eleonora Rossi (Milano, 1976) presentava una delle sue prime personali milanesi proprio alla Galleria Obraz. Insolitamente giovane, la pittrice milanese aveva allora allestito alcuni disegni su carta (una ventina in tutto) che le sono serviti quasi da premonizione, una ventata d’anticipo rispetto al lavoro figurativo sviluppato in questi anni di passaggio e crescita.
Nel 2000, Rossi aveva lasciato che quel suo tratto, volutamente malcerto, esplorasse i luoghi fantomatici di un non meglio definito paesaggio interiore. Nonostante la scelta didascalica del tema, in mostra erano apparse architetture sterili e astratte, ben congegnate, vere e proprie strutture mentali che lasciavano trasparire tanta delicatezza formale quanta caparbietà di concetto. Benché tra il bianco, il nero e l’oro fossero presenti sanguigni sprazzi di rossi, le esili colonne visive, in cima alle quali Rossi abbarbicava i suoi nidi, conferivano alle composizioni un’atmosfera assente, che stuzzicava l’occhio.
Sulla scia di questa conformazione stilistica, sulle tracce di questo codice senza sostegno, sette anni dopo inaugura Morning after. Questa personale, più carica, anche se quasi radicalmente diversa rispetto alla precedente, mette in mostra cinque grandi tele dipinte con acrilici e vernici spray; lavori affiancati da altri progetti e disegni di diverse dimensioni e di formato ridotto. Dopo un percorso di ricerca e una serie di rassegne che hanno mostrato il progressivo alleggerimento della sua abituale distribuzione cromatica, l’artista sceglie di esporre nuove viste di paesaggi. In questo solo show, però, non rivolge più l’attenzione alla solitudine umbratile della figura umana, ma torna alla descrizione formale e sdilinquita di luoghi impensabili.
In queste tele, Rossi elimina la presenza definitoria di scorci e spazi, nei quali l’uomo, non avendo più punti di riferimento prospettico, evita di comparire e svaporare (così com’era solito essere ritratto in precedenti lavori). Nella serie di dipinti di Morning after, l’artista restituisce alcune porzioni di reale che squarciano la realtà stessa. Una zolla di tempo dove nulla rimane a testimonianza dell’esistenza. Uno scenario che, se fosse sulla terra (qualora fosse di terra-mondo che la pittrice vuole raccontare), non potrebbe far altro che rappresentare una verità in-guardabile, una raffigurazione non-visibile di un nuovo mattino.
Queste visioni sono veri residui, scorie di scene che sembrano appartenere a un futuro lontano, un tempo ripudiato dall’oblio, quasi fosse un reperto a venire. La percezione di questa sospensione è dovuta alla stesura ambigua dei colori, che cambiano lentamente, fra gradazioni di grigio e toni acidi, come fossero agenti inquinanti. Polveri radioattive che contagiano anche installazioni e video, a guardia del mondo svuotato di Eleonora Rossi.
Nel 2000, Rossi aveva lasciato che quel suo tratto, volutamente malcerto, esplorasse i luoghi fantomatici di un non meglio definito paesaggio interiore. Nonostante la scelta didascalica del tema, in mostra erano apparse architetture sterili e astratte, ben congegnate, vere e proprie strutture mentali che lasciavano trasparire tanta delicatezza formale quanta caparbietà di concetto. Benché tra il bianco, il nero e l’oro fossero presenti sanguigni sprazzi di rossi, le esili colonne visive, in cima alle quali Rossi abbarbicava i suoi nidi, conferivano alle composizioni un’atmosfera assente, che stuzzicava l’occhio.
Sulla scia di questa conformazione stilistica, sulle tracce di questo codice senza sostegno, sette anni dopo inaugura Morning after. Questa personale, più carica, anche se quasi radicalmente diversa rispetto alla precedente, mette in mostra cinque grandi tele dipinte con acrilici e vernici spray; lavori affiancati da altri progetti e disegni di diverse dimensioni e di formato ridotto. Dopo un percorso di ricerca e una serie di rassegne che hanno mostrato il progressivo alleggerimento della sua abituale distribuzione cromatica, l’artista sceglie di esporre nuove viste di paesaggi. In questo solo show, però, non rivolge più l’attenzione alla solitudine umbratile della figura umana, ma torna alla descrizione formale e sdilinquita di luoghi impensabili.
In queste tele, Rossi elimina la presenza definitoria di scorci e spazi, nei quali l’uomo, non avendo più punti di riferimento prospettico, evita di comparire e svaporare (così com’era solito essere ritratto in precedenti lavori). Nella serie di dipinti di Morning after, l’artista restituisce alcune porzioni di reale che squarciano la realtà stessa. Una zolla di tempo dove nulla rimane a testimonianza dell’esistenza. Uno scenario che, se fosse sulla terra (qualora fosse di terra-mondo che la pittrice vuole raccontare), non potrebbe far altro che rappresentare una verità in-guardabile, una raffigurazione non-visibile di un nuovo mattino.
Queste visioni sono veri residui, scorie di scene che sembrano appartenere a un futuro lontano, un tempo ripudiato dall’oblio, quasi fosse un reperto a venire. La percezione di questa sospensione è dovuta alla stesura ambigua dei colori, che cambiano lentamente, fra gradazioni di grigio e toni acidi, come fossero agenti inquinanti. Polveri radioattive che contagiano anche installazioni e video, a guardia del mondo svuotato di Eleonora Rossi.
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dal 10 dicembre 2008 al 31 gennaio 2009
Eleonora Rossi – Morning After
Galleria Obraz
Vicolo Lavandai, 4 (zona Navigli) – 20144 Milano
Orario: da martedì a sabato ore 15-19
Ingresso libero
Info: tel. +39 0287394007; mob. +39 3396312241; fax +39 1782783265; info@obraz.it; www.obraz.it
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