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Entrati al vernissage, in un piovoso mercoledì sera, quasi tutti in compagnia dei nostri ombrelli di tutti i colori, abbiamo creato una specie di quadro nel quadro all’interno della galleria. Accompagnati dai dipinti sulle tele, ci siamo messi ad osservare l’arte d’origine Americana, rappresentata da Sarah Faux, Keiran Brennan Hinton e Doron Langberg.
Francesco Pantaleone Arte Contemporanea, come qualche altra galleria milanese (Massimo de Carlo, Flat Massimo Carassi, Federico Vavassori, Renata Fabbri etc.) prende il nome del proprio fondatore. Nata a Palermo quindici anni fa, nella sua nuova sede Milanese funziona solo dall’anno scorso. “Outside-In” è la mostra collettiva, accompagnata dal testo di Agata Polizzi, che inizia con una citazione tratta dal “Piccolo Principe”. Non ci sarebbe niente di male, se non fosse la citazione più conosciuta del mondo. In quel contesto però, riguardo alla semplicità dell’ordinaria vita quotidiana, alla quale riferisce la mostra, non è niente di sbagliato citare quel maledetto, famosissimo libro di Saint-Exupery.
Le opere dei tre artisti, senza peculiarità ne della forma ne tecnica, sono state raccolte e giustapposte all’interno dello white space composto da due stanze di grandezza media. Cominciamo allora con una sorta di noia, il concetto chiaramente classico da morire.
Outside In, vista della mostra Fpac Milano
Man mano che osserviamo le opere emergono le influenze di Bacon, Hopper e Basquiat (l’ultimo leggermente arricchito dalle disfunzioni sessuali) e qualcosa ci muove. L’esposizione apparentemente monotona, creata dai quadri quasi di uguale misura, rende il lavoro curatoriale particolarmente valido. La scelta degli artisti, non era in questo caso solo in senso concettuale, ma anche visuale. I messaggi pittorici degli artisti invitati sono forti, ma anche sensibili al confronto con gli altri.
Fortunatamente, le opere di tutti tre artisti sono rimaste ugualmente intense, sia nello strato della comunicazione che della forma. Sorprendere, spaventare e ancora far piacere allo spettatore risulta quindi una cosa che riesce ancora ad essere fatta, nonostante gli inaffidabili tempi dell’arte contemporanea.
Perché i dipinti non sono stati progettati in modo tale che la testa del modello entrasse nel quadro insieme al proprio corpo? Perché assomigliano alla pittura anatomica dal primo anno d’accademia d’arte? Queste potrebbero essere le domande che avremmo fatto ad Doron Langberg, se avessimo avuto l’occasione.
“Outside In” si riferisce a giorni, notti, relazioni, amicizie e pensieri quotidiani, dei tempi moderni, senza costringerci troppo a complicare la nostra vita. La mostra accontenta il visitatore con intimità ed innocenza, che vengono dal concetto curatoriale del doppio essere, sottolineato visualmente sia dalla presenza che dall’assenza corporea nei quadri. Questo doppio essere è creato dal fenomeno dell’arte, in cui, nonostante tutto quello che accade durante l’atto creativo, l’artista rimane sempre se stesso, solo più protetto dal mondo esterno.
Dobrosława Nowak
Mostra visitata il 11 aprile 2018
Dal 11 aprile al 31 maggio 2018
Outside In
Via San Rocco 11
Milano
Info: http://www.fpac.it/