L’amore per la montagna contraddistinse sempre la vita privata e professionale di Carlo Mollino (Torino, 1905-1973) che, definito dai quotidiani del 1945 come uno degli architetti italiani più internazionali, fu anche designer, scrittore, fotografo, pilota e progettista di aeroplani e di auto da corsa. Se con il padre, che lo iniziò all’escursionismo e all’alpinismo, imparò a sciare fino ad arrivare non solo a conseguire il brevetto da maestro di sci, ma a diventare anche il direttore della “Fisi Coscuma” e a scrivere nel 1950 il trattato Introduzione al discesismo, a livello lavorativo trasformò questa passione in un’attenzione costante per l’architettura della tradizione montana. Già nel 1930, l’anno precedente alla laurea presso la Regia Scuola Superiore di Architettura dell’Accademia Albertina di Torino, trasformata poi in Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, Mollino eseguì un rilievo sistematico dei tipi edilizi presenti in Valtournenche e nell’alta valle di Gressoney, mentre nel 1932 vinse il primo premio al concorso per aziende agricole in montagna pubblicato su “La casa bella”. Nel 1937 elaborò una serie di studi per un albergo nelle vicinanze del Cervino, dove fecero la loro comparsa quegli elementi progettuali che si definira
In mostra si trovano, oltre a fotografie che ritraggono Mollino mentre scia e a disegni inerenti al progetto, alcuni mobili in rovere naturale e castagno scurito, completati da elementi in ottone lucido, tra cui il letto a castello che può trasformarsi in letto matrimoniale e il tavolo con le sedie. Tralasciando la propria predilezione per la creazione di pezzi unici, come nel caso del mobile per Casa Orengo o del tavolo “a vertebre” conservato presso il New York Brooklyn Museum, Mollino ideò solo per quest’occasione pratici moduli seriali, identici per ogni appartamento.
Mobili semplici nella loro solidità e meccanicità, nella cui struttura furono riproposte le forme armoniose della natura e del mondo animale.
articoli correlati
Vu d’Italie 1841-1941 al Mnaf
Carlo Mollino alla Gam di Torino e al Castello di Rivoli
Al Maxxi con Clemente e do Espirito Santo
veronica pirola
mostra visitata il 31 maggio 2007
La capitale coreana si prepara alla quinta edizione della Seoul Biennale of Architecture and Urbanism. In che modo questa manifestazione…
Giulia Cavaliere ricostruisce la storia di Francesca Alinovi attraverso un breve viaggio che parte e finisce nella sua abitazione bolognese,…
Due "scugnizzi" si imbarcano per l'America per sfuggire alla povertà. La recensione del nuovo (e particolarmente riuscito) film di Salvatores,…
Il collezionista Francesco Galvagno ci racconta come nasce e si sviluppa una raccolta d’arte, a margine di un’ampia mostra di…
La Galleria Alberta Pane, 193 Gallery, Spazio Penini e Galleria 10 & zero uno sono quattro delle voci che animano…
Si intitola “Lee and LEE” e avrà luogo a gennaio in New Bond Street, negli spazi londinesi della casa d’aste.…
Visualizza commenti
bella mostra ma storica.
da francesca mi aspetto piu coraggio verso le nuove proposte. hai un grande talento e occhio, fà che non vada sprecato. ciao f.