La nuova personale di
Jana Sterbak (Praga, 1955; vive a Montréal) presenta opere recenti e lavori storici, con fotografie che documentano performance eseguite tra gli anni ‘70 e i primi anni ’90. Ascrivibili all’universo della Body Art risultano
Vanitas Flesh Dress e
Distraction, in cui l’artista indossa rispettivamente un vestito fatto interamente di pezzi di carne cuciti tra loro e una maglietta trasparente con peli apposti.
La creazione e l’uso di oggetti concepiti come estensioni del corpo – in grado di offrire nuove opportunità ma, nello stesso tempo, di porsi come vincolo – è al centro di
Proto-Sisiphus e
Measuring Tape Cones. In
Absorption, l’artista s’ispira invece ai vestiti in feltro di
Joseph Beuys, deteriorati dagli acari, e si trasforma in una gigantesca tarma. Lavori recenti, realizzati a partire dal 2000, sono le due serie di disegni
Space-Time e
Migration, nonché la scultura
Pianeta.
L’opera che costituisce il perno della mostra è però una serie di quattro video legati al tema delle stagioni, ispirata da alcuni dipinti di
Bruegel e realizzata con telecamera fissa.
February è il lavoro che ha dato all’artista l’idea di realizzare la serie: si vedono persone passeggiare e giocare con la neve in un parco di Montréal.
Sakura è ambientato in un parco giapponese ed è dedicato alla primavera; poiché Bruegel aveva realizzato solo disegni preparatori per il quadro dedicato a questa stagione, Sterback utilizza un particolare software che modifica l’immagine e rende l’idea del bozzetto.
Sandering conduce poi in una spiaggia del Maine, mentre in
Rentrée, da una balconata del Louvre si osservano le Tuileries e l’Arc du Carrousel.
Gli obiettivi dichiarati sono innescare una riflessione sulla rappresentazione del paesaggio, sullo scorrere del tempo, e mettere a fuoco il nostalgico sentimento della natura proprio dell’uomo contemporaneo. Tuttavia, i video risultano al di sotto di queste ambizioni: il collegamento a Bruegel è troppo generico e appare superfluo, anche considerandolo solo come riferimento ideale.
Mentre il fiammingo presentava una serie di situazioni e accadimenti in grado di fornire il quadro d’una società, i video di Sterbak riprendono gli uomini nei luoghi del tempo libero con un taglio incline alla documentaristica, e nello stesso tempo si prefiggono di porre in atto una riflessione estetica. Ognuno di questi elementi necessitava però di un maggior grado di elaborazione e approfondimento. L’approccio risulta così troppo semplicistico da un punto di vista sia estetico che concettuale, offrendo una visione forse un po’ superficiale di ognuno degli obiettivi prefissati.
Una felice eccezione è il video dedicato all’estate,
Sandering. La compresenza di natura e città e la striscia di sabbia come confine tra i due ambiti caricano il video di un efficace senso di malinconia, ricco di suggestioni romantiche. In uno stato d’animo sospeso tra spleen e sentimento del sublime.