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15
luglio 2009
fino al 31.VII.2009 Nicola Salvatore Milano, Antonio Battaglia
milano
Un’unica immagine come motivo ispiratore. Dipinti, sculture, gioielli e utensili. La nuova tappa d'un itinerario artistico, sviluppato in oltre trent’anni di carriera. Fra archetipo e ossessione, il mito della balena...
Il tema della balena è una presenza ricorrente e ossessiva nelle opere di Nicola Salvatore (Avellino, 1951; vive a Como); una costante ispirazione che si manifesta secondo molteplici sembianze.
L’immagine del cetaceo presenta una grande ricchezza di valori: è simbolo di spiritualità e saggezza, che affonda le sue radici nel mondo dell’infanzia; è l’oggetto privilegiato di una comunicazione con la natura, che si esplicita in un orizzonte sciamanico e totemico; è un elemento di denuncia delle violenze perpetrate dal genere umano nei confronti dell’ambiente. Si sviluppa così una vera e propria mitologia, che si concreta in opere che rinviano a forme e tecniche artistiche differenti.
Diario di bordo è una serie di tavole sulle modalità di rappresentazione pittorica adottate per raffigurare la balena. Alla pennellata decisa, dall’impulso quasi gestuale, si affiancano la precisione e l’accuratezza del disegno. Il profilo del mammifero marino e le sue ossa sono ripetutamente descritti da una linea che si sviluppa sconfinando nell’aura magica del graffito, e si affianca ad altre balene create con un più immediato sovrapporsi di fluide pennellate.
L’emergere di una volontà classificatoria e catalogatrice delle varie tipologie di balene è il tema centrale di 12 e 25: si tratta di un impulso tipico dell’infanzia, come sottolineato dall’utilizzo, come supporto, della tavola nera che rinvia alla lavagna, al mondo della scuola elementare.
![Nicola Salvatore - 25 - 2009 - tecnica mista su tavola - cm 70x70 - courtesy Galleria Antonio Battaglia, Milano](https://www.exibart.com/foto/68171.jpg)
In Tra i pilastri, 831 e Colonna, la rappresentazione della struttura ossea del cetaceo emerge in tutta la sua forza scultorea. Gli scheletri realizzati in acciaio e alluminio esprimono un fascino e una suggestione di carattere ancestrale. Si tratta di simboli totemici, di archetipi che conducono verso una dimensione dove l’elemento sacrale si accompagna a un’evasione onirica, in un universo ai limiti della psichedelia. La stessa struttura perde tuttavia in forza evocativa nei Gioielli, che appaiono come un mero esercizio di stile.
I coltelli conficcati in un pannello e dal profilo che rinvia alla sagoma della balena risultano riusciti ed efficaci. Fra installazione, scultura e oggetto di design, l’opera vuol essere una forte denuncia dello sterminio in corso di questi cetacei.
L’autenticità della ricerca di Salvatore risiede nella sua capacità di costruire un mondo autonomo a partire da un unico segno, senza perdersi in tendenze artistiche definite dalle mode del momento ed evitando, nella maggior parte dei casi, d’indulgere nello stereotipo.
![Nicola Salvatore - Diario di bordo - 2009 - tecnica mista su tavola - cm 100x70 - courtesy Galleria Antonio Battaglia, Milano](https://www.exibart.com/foto/68170.jpg)
“La predominanza del prototipo”, afferma Alberto Fiz in catalogo, “sconfigge lo stereotipo linguistico in base ad un principio iconografico dove la balena appare il significante intorno a cui sviluppare le infinite varianti del segno. Il soggetto, infatti, attua un cambiamento continuo e non viene congelato nella riconoscibilità della sua forma che per l’artista assume l’aspetto di un a priori”.
L’immagine del cetaceo presenta una grande ricchezza di valori: è simbolo di spiritualità e saggezza, che affonda le sue radici nel mondo dell’infanzia; è l’oggetto privilegiato di una comunicazione con la natura, che si esplicita in un orizzonte sciamanico e totemico; è un elemento di denuncia delle violenze perpetrate dal genere umano nei confronti dell’ambiente. Si sviluppa così una vera e propria mitologia, che si concreta in opere che rinviano a forme e tecniche artistiche differenti.
Diario di bordo è una serie di tavole sulle modalità di rappresentazione pittorica adottate per raffigurare la balena. Alla pennellata decisa, dall’impulso quasi gestuale, si affiancano la precisione e l’accuratezza del disegno. Il profilo del mammifero marino e le sue ossa sono ripetutamente descritti da una linea che si sviluppa sconfinando nell’aura magica del graffito, e si affianca ad altre balene create con un più immediato sovrapporsi di fluide pennellate.
L’emergere di una volontà classificatoria e catalogatrice delle varie tipologie di balene è il tema centrale di 12 e 25: si tratta di un impulso tipico dell’infanzia, come sottolineato dall’utilizzo, come supporto, della tavola nera che rinvia alla lavagna, al mondo della scuola elementare.
![Nicola Salvatore - 25 - 2009 - tecnica mista su tavola - cm 70x70 - courtesy Galleria Antonio Battaglia, Milano](https://www.exibart.com/foto/68171.jpg)
In Tra i pilastri, 831 e Colonna, la rappresentazione della struttura ossea del cetaceo emerge in tutta la sua forza scultorea. Gli scheletri realizzati in acciaio e alluminio esprimono un fascino e una suggestione di carattere ancestrale. Si tratta di simboli totemici, di archetipi che conducono verso una dimensione dove l’elemento sacrale si accompagna a un’evasione onirica, in un universo ai limiti della psichedelia. La stessa struttura perde tuttavia in forza evocativa nei Gioielli, che appaiono come un mero esercizio di stile.
I coltelli conficcati in un pannello e dal profilo che rinvia alla sagoma della balena risultano riusciti ed efficaci. Fra installazione, scultura e oggetto di design, l’opera vuol essere una forte denuncia dello sterminio in corso di questi cetacei.
L’autenticità della ricerca di Salvatore risiede nella sua capacità di costruire un mondo autonomo a partire da un unico segno, senza perdersi in tendenze artistiche definite dalle mode del momento ed evitando, nella maggior parte dei casi, d’indulgere nello stereotipo.
![Nicola Salvatore - Diario di bordo - 2009 - tecnica mista su tavola - cm 100x70 - courtesy Galleria Antonio Battaglia, Milano](https://www.exibart.com/foto/68170.jpg)
“La predominanza del prototipo”, afferma Alberto Fiz in catalogo, “sconfigge lo stereotipo linguistico in base ad un principio iconografico dove la balena appare il significante intorno a cui sviluppare le infinite varianti del segno. Il soggetto, infatti, attua un cambiamento continuo e non viene congelato nella riconoscibilità della sua forma che per l’artista assume l’aspetto di un a priori”.
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dal 28 maggio al 31 luglio 2009
Nicola Salvatore – Il mito della balena
Galleria Antonio Battaglia
Via Ciovasso, 5 (zona Brera) – 20121 Milano
Orario: da lunedì a venerdì ore 16-20
Ingresso libero
Catalogo Prearo
Info: tel./fax +39 0236514048; info@galleriaantoniobattaglia.com; galleriaantoniobattaglia.com
[exibart]