La pittura è più vivace che mai, in quest’epoca vulnerabile, frammentata e in crisi d’identità, l’arte risponde con rielaborazioni di soggetti classici come il volto, il corpo o altre trans-figurazioni di atmosfere surreali e paesaggi in bilico tra sogno e realtà. Domina l’atto creativo, all’insegna di una poliedricità sintattica ed espressiva aperta a mutazioni rigeneranti con opere che evidenziano il valore tecnico esecutivo del fare arte e dimostrano che il risultato può essere anche indipendente dalla mano dell’artista. Di che cosa stiamo parlando? Di una pittura che sopravvive a evoluzioni sociali e culturali, mutando segno e forma. Un linguaggio che, come una fenice, si rigenera mescolando tecniche tradizionali con gli effetti di materiali artificiali, creando uno scenario variegato.
Per schiarirsi le idee su come pittura e innovazione coincidono, è illuminate una visita alla doppia personale dal titolo “De Pictura” ispirato al saggio tecnico di Leon Battista Alberti: un dialogo sulla pittura degli artisti inglesi Keith Tyson e Hugo Wilson, ospitato nella Galleria Project B. Occhio a questo spazio trendy, perché ospita in Italia i protagonisti della Young British Art, ancora poco conosciuti in Italia, particolarmente interessante anche per le soluzione architettoniche e di illuminazione escogitate per valorizzare i dettagli delle opere.
Nella prima stanza inquietano sia la nuova serie di Natural Portrait, dipinti a tecnica mista da Keith Tyson (1969) su alluminio, sottoposti a trattamenti chimici, sia i suoi Unnatural portraits, volti horror-pop liberamente ispirati alle immagini di vecchi album scolastici, dall’identità deformata, mostruosa, un mix tra le maschere di Ensor, i volti Georg Baselitz e i personaggi dei romanzi di Stephen King.
Nella seconda sala cambia l’atmosfera, dalle tattiche shock si passa a cortocircuiti visivi, sospensioni di aurea mitologica- simbolica di Hugo Wilson (1982), con opere dipinte ad olio post-surreali che esplorano contaminazioni possibili tra le strutture biologiche-filosofiche e la storia dell’arte antica e moderna, cariche di citazioni d’arte classica. Anche le sue sculture in terracotta plasmano evocazioni tattili, attingendo dall’arte del passato e diventano un presupposto di riflessione intorno al tema del fallimento delle utopie nella postmodernità.
Jacqueline Ceresoli
Mostra visitata il 5 giugno
Dal 5 giugno al 31 luglio 2015
Keith Tyson and Hugo Wilson, De Pictura
ProjectB Gallery
via Maroncelli , 7 20154 Milano
Orari: dal lunedì al venerdì 10.00-13.00 e 14.00-19.00