Per comprendere lo spirito che anima la mostra di
T. Kelly Mason (Los Angeles, 1964) bisogna prima di tutto sottolineare che, nonostante il titolo
You try being someone else possa trarre in inganno, il progetto è nato da una proposta di Lucien Bilinelli, amico della gallerista Catherine Bastide. Facendo riferimento ai primi lightbox ispirati a quelli di
Dan Flavin e realizzati da Mason nel 2007 per risolvere alcuni problemi d’illuminazione all’Opera di Monaco di Baviera, Bilinelli ha suggerito che l’interesse dell’artista americano per la ricerca di
Lucio Fontana venisse concretizzato attraverso una serie di lavori inediti.
Entrando in galleria, tuttavia, lo spettatore ha la sensazione di trovarsi di fronte a un’inusuale compenetrazione di opere già viste: da una parte i
Concetti spaziali di Fontana e dall’altra le scatole luminose di Flavin. La luce, materiale privilegiato e materia dell’opera di Fontana, infranta e irradiata dai suoi quadri trasformati in schermi, si sovrappone e si fonde ora con quella che scaturisce dai lightbox, evidenziando ancor più il suo ruolo di medium tecnico d’espressione.
Mason mette così a confronto la pittura come essenza cromatica e forma nello spazio con l’ambiente esterno, richiudendola però in un volume luminoso. La scultura e la pittura, tuttavia, riescono a travalicare ancora una volta i loro limiti fisici in virtù del rapporto attivo con uno spazio che è soprattutto realtà fisica ed espressiva. F
orando la superficie pittorica, Fontana aveva introdotto una nuova dimensione di spazio, uno spazio né terreno né prospettico, ma con una valenza cosmica e infinita, e Mason ne ridefinisce la valenza catturandolo nei suoi lightbox, dove riecheggia al tempo stesso il minimalismo poetico di Flavin.
Se Fontana, quindi, aveva dissolto i limiti fisici della pittura, che era passata dalla parete all’ambiente circostante per suggerire uno spazio incommensurabile, Mason la ricolloca in uno spazio dalle dimensioni definite e immutabili, nonostante gli piaccia pensare che il suo interesse per la presentazione di forme aperte all’analisi funzioni nello stesso spirito dello spazialismo di Fontana. Per l’artista, infatti, la modernità dell’opera di Fontana perdura ancora oggi, perché questa risiede nella sua visione fenomenologica e dinamica dei rapporti possibili e nel suo operare concettualmente attraverso la materia a tutto campo.
Mason, seguendo ciò che Foucault sosteneva in
Cos’è un autore?, si confronta con due dei più importanti artisti dello scorso secolo per scoprire i principi trascendentali del significato nascosto dei loro lavori e per appropriarsi della loro ricerca, attraverso un atto di resistenza che apra i risultati a infinite possibilità e non si trasformi in un rifacimento dell’immaginario quotidiano.