15 dicembre 2009

fino al 31.XII.2009 Pasquale Di Donato Milano, Allegra Ravizza

 
Guardare Milano da uno spioncino. Per guardare la realtà con occhi diversi, sull’alto della Torre Branca. Così comincia la storia di un giovane artista...

di

È la sua stessa immagine a parlare di lui, eccentrico
personaggio dal raffinato gusto estetico, e quello spioncino che porta con sé
nella sua prima personale. Quella di un artista che gioca e si diverte a
scoprire le cose con occhi diversi. Uno spioncino che sta sulla porta di vetro
all’ingresso della galleria, e poi su quella bianca, aperta: una piccolissima
scultura. Qualcosa per “avvicinarsi a se stessi, la capacità di interpretare
le cose
”, come
dice Pasquale di Donato (Napoli, 1982; vive a Milano).
Le sue opere, cariche d’ironia, raccontano qualcosa del
nostro tempo, ribaltando la prospettiva, la percezione visiva. Un vassoio, un
vetro blu, una scia lasciata da un aereo nel cielo, una canna e tutto cambia: è
una striscia di cocaina, sono Aspirazioni celesti.
Cielo e nuvole sfilano nel polittico di nove piccoli
quadri di vetro: nuvole in alto, laddove i pensieri vanno a morire; nuvole
rade, nuvole agglomerate, nuvole appena. Cambia l’intensità e il colore del
cielo, perché il cielo sempre uguale non è. E perché ogni volta siamo noi a
essere diversi. Nove bottiglie di plastica, vuote, sono lì a ricordare, con
ironia e doppio senso, l’In-capacità umana.
Poi, Tutto fumo, che è anche A Milano non c’è più la nebbia. Ancora un approccio ironico e
una sorpresa: una grande teca trasparente su un basamento bianco si riempie di
fumo bianco, che si dissolve e poi ritorna, a tempo. È l’incontro del bianco,
con la trasparenza sul muro candido, che fa entrare nella dimensione
dell’effimero. In quella di una nebbia che offusca l’occhio e la mente.
Pasquale Di Donato - Senza titolo (aspirazioni celesti) - 2008 - stampa lambda, vetro, vassoio in argento - cm 34x48
Il gioco continua, con l’opera che ha il titolo di una
filastrocca, Tutti giù per terra: un tombino di ghisa, arrugginito. Rinchiuso da un
fisheye, uno specchio convesso che riflette le immagini da “introiettare” ad
ampio raggio. L’occhio e la percezione, gli aspetti privilegiati di un moderno
Dorian Gray che colleziona oggetti e accessori di moda, che vive la
contemporaneità, tenendo per mano qualcosa di ieri e di oggi. Che ironizza su
se stesso quando esordisce con l’installazione Il qui presente è assente, e s’identifica in un cappello
alla Borsalino, un garofano bianco, un bastone con pomello d’argento, un paio
di scarpe in stile inglese.
Di nuovo, un doppio senso: una bottiglia e due bicchieri,
vuoti, immersi in vino rosso, o in acqua colorata. Laddove il pieno è fuori, il
vuoto è dentro: è la scia del pensiero di un artista che crea con rigore ed
eleganza, anche quando riproduce abitazioni di ieri e di oggi, come case di
bambola in legno colorato. I vasi di fiori, il balcone rovesciato. Soffitti
all’ingiù…
Pasquale Di Donato - Senza titolo (in un luogo imprecisato) - 2008 - tecnica mista - cm 75x54x40 / 63x61x48
Forse è la dimensione del quotidiano, ma qui ordine e caos
s’incontrano con stile. E tutto sembra tranquillo, nei dettagli di quest’opera,
che fa pensare a una casa di ibseniana memoria. Da cui partire per cambiare le
cose.

cecilia ci
mostra visitata il 18 novembre 2009


dal 18 novembre al 31 dicembre 2009
Pasquale
di Donato – Chi è fuori è dentro. Chi è dentro è fuori!
Allegra Ravizza Art Project
Via Gorani, 8 (zona corso Magenta) – 20123 Milano
Orario: da lunedì a venerdì ore 11.30-19
Ingresso libero
Info: tel. +39 02805049737; fax +39 02805049735; art@allegraravizza.com; www.allegraravizza.com

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