La collocazione delle opere di “Materialmente” non è usuale: si entra nell’imponente edificio della Triennale di Milano, in Viale Alemagna 6, e piuttosto che aggirarsi nelle sale espositive, bisogna dirigersi al Caffè. Qui si trovano le opere, rinchiuse in teche di vetro – un po’ come fossero reperti di un’altra epoca o di un altro mondo. Queste teche ospiteranno le ceramiche di Livia Marin fino al 4 marzo 2018, segnando la quarta e ultima tappa di, “Al limite della forma”, un percorso ideato da Angelo Crespi e iniziato a ottobre 2017.
Il filo conduttore della serie “Materialmente” è di ricucire quella connessione originaria tra arte e artigianato attraverso la produzione di giovani artisti e scultori. Se oggi l’arte sembra muoversi sempre più verso una “smaterializzazione” dell’opera, i lavori presentati alla Triennale ricordano invece che l’arte nasce come téchne, come un saper fare, che nella scultura si traduce nell’abilità di plasmare con perizia il materiale. Gli artisti scelti dimostrano infatti un’abilità tecnica che viene apprezzata come una qualità, un valore aggiunto, forse proprio perché non più scontato ai giorni nostri.
Livia Marin, Nomad Patterns (XVII), Mixed Media
La protagonista di “Al limite della forma” ad esempio rivela la sua maestria nel lavorare la ceramica. I graziosi servizi da tè in stile porcellana cinese sembrano sciogliersi sotto i nostri occhi come cera sopra una fiamma. Da un lato queste forme che si liquefanno ci sorprendono e ci divertono, dall’altro ci inquietano. Quest’aspetto surreale, se non surrealista – difficile non pensare agli orologi molli de La persistenza della memoria di Dalì – dell’opera di Livia Marin crea una tensione tra l’oggetto familiare e il modo innaturale e inaspettato in cui è presentato. L’artista cilena mira così a farci riflettere sul nostro rapporto con gli oggetti in un’epoca dominata sempre più dalla standardizzazione e dalla globalizzazione: i servizi di porcellana, familiari a tutti, possono funzionare come metafora di un mondo che sta diventando un po’ ovunque lo stesso e che per questo sta perdendo di autenticità.
La produzione di Livia Marin è politicamente impegnata, ma questo non significa che debba rifiutare una dimensione di gioco e di leggerezza. Possiamo osservare le sue opere – e quelle di tutta la serie di “Materialmente” – in modo più approfondito, cogliendo anche la loro valenza critica, o in modo più superficiale, lasciandoci semplicemente ammaliare da quelle forme che si sciolgono. Magari mentre sorseggiamo un caffè.
Lucrezia Boso
mostra visitata il 13 febbraio 2018
Dal 14 febbraio 2018 al 4 marzo 2018
MATERIALMENTE, #4 AL LIMITE DELLA FORMA
Livia Marin
Triennale di Milano
Viale Alemagna, 6 – Milano
Orari: dal martedì alla domenica dalle 10.30 alle 20.30
Info: www.triennale.org