La ricerca di Daniel Spoerri è focalizzata sul recupero e l’appropriazione del reale attraverso il prelievo di oggetti legati alla quotidianità. L’artista utilizza cose recuperate, le accosta senza abbellimenti o interventi e le propone in contesti nuovi ed insoliti, risultanti dall’accumulazione e dall’associazione secondo le leggi della casualità o dell’affinità formale, dell’evocazione del vissuto e della memoria personale.
Spoerri espone un’opera inedita, un fregio lungo sessanta metri, composto da venticinque pannelli di due metri e mezzo ciascuno, montati l’uno accanto all’altro. Su ognuno di questi sono stati assemblati una serie di oggetti che l’artista ha recuperato nel corso degli ultimi vent’anni al Marché au Puces di Parigi, luogo amato e frequentato da Spoerri. Il fregio ha come tema il corpo umano, rappresentato attraverso le immagini simboliche degli oggetti che compongono ciascun pannello: scarpe che richiamano i piedi, teschi e teste di vecchie bambole, cappelli e parrucche polverose che indicano la testa, braccia e mani di ceramica che richiamano gli altri e così via, secondo un ordine esperienziale basato sulla analogia concettuale e morfologica e sulla metonimia visiva. Una catena oggettuale e simbolica che racconta di corpi, sentimenti, umori e suggerisce le mille storie evocate dai singoli oggetti, dimenticati e ora vivificati.
Il lavoro di Spoerri è una sorta d’inventario del vissuto quotidiano, un archivio delle “piccole cose di cattivo gusto” ma anche una testimonianza sociale: il suo lavoro d’accumulazione, stratificazione e classificazione oggettuale richiama la pratica archivistica e museografica. Queste opere recano in sé la traccia vagamente nostalgica di situazioni vissute e diventano una sorta di museo sentimentale, un’archeologia del quotidiano fatta di residui. Oggetti inutili, dimenticati nelle soffitte, obsoleti e privi di valore riacquistano un nuovo senso: gli scarti e le eccedenze della nostra società consumistica che hanno perduto la loro funzione pratica acquistano, grazie alla ricontestualizzazione e all’inedito rapporto con altri oggetti, nuovi significati e un’inattesa valenza estetica e formale.
Nell’opera di Spoerri ritroviamo l’eredità del dadaismo e del surrealismo, le teorie del caso, la lezione duchampiana ma anche un omaggio alla tradizione artistica: l’idea del fregio e della natura morta seppure interpretate in modo ironico e originale.
Spoerri nasce nel 1930. Personalità eclettica è stato prima ballerino, poi regista e infine dopo il trasferimento a Parigi nel 1959, si è dedicato all’arte figurativa, divenendo uno dei maggiori esponenti del Nuveau Réalisme e di Fluxus.
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Rossella Moratto
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