Nella
serie Airborne, la trasparenza degli
acquarelli consente di dar vita su sfondi adimensionali a bambini deboli,
esangui, estranei alla pigmentata vitalità che timidamente germoglia intorno a
loro, inconsapevoli di quale sia il suo utilizzo: curiosi ma in fondo arresi.
Per non soffrire, forse bisognerebbe guardare alle cose per quello che sono,
nella loro concretezza; e cos’è il cuore, in fondo, se non un organo? L’artista
pone al centro della seconda sala, su un piedistallo a specchio, la
riproduzione argento metallizzato di un cuore umano (Motor Heart), con piccole viti che suggeriscono un’apertura, uno
spalancarsi, e che tuttavia resta chiuso.
Attorno
però qualcosa si ribella all’immobilità scultorea: sono installazioni su
plexiglas nero, cuori pieni di caramelle che si illuminano allungando le
arterie alla conquista di uno spazio vitale, fino a comunicare tra loro in un
reciproco slancio sanguigno (Black Flux).
Con
il coraggio di chi crede nella propria ispirazione artistica e non teme il
rischio di essere chiamata infantile, l’artista ripropone a seguire i suoi
bambini pallidi. Ma qualcosa cambia: sono più incisivi, fatti d’olio e pigmento
su tela (Airborne Blood), più certi i
loro sguardi spiritati nella richiesta di riconoscimento di un diritto di vita,
più coscienti del valore di quella materia rossa brillante che si versa da un
secchio da un punto indefinito nello spazio, creando una suggestione alla Redon.
Il
suo sostenere il vuoto della tela, un senso estetico poco influenzato da canoni
classici, composizioni e prospettive a metà fra dramma borghese e vecchie
fotografie, infondono ai disegni di Attanasio un’inaspettata carica emotiva. La
ricerca personale di senso non cede all’autoreferenza né si rifugia in un
arrendersi all’incomprensione globale, ma si ispira a un principio di efficacia
comunicativa, dove le opere si assumono una preghiera corale che chiede altre
adesioni.
Si passa poi a un design
artistico che con agilità continua l’afflato spirituale che pervade la mostra.
Sono le Light Cross, mosaici di
caramelle e resina, incorniciati da scatole di ferro battuto: lampade,
sculture, o vetrate illuminate. Opere come queste, e come le grafiche e
pratiche Cube root, rimandano alla
formazione vicina al design di questa giovane artista, che nel giro di pochi
anni ha raccolto svariati successi, fra premi, personali, collettive e fiere.
Solo un appunto: attenzione alla fretta.
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della galleria
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mostra visitata il 28 gennaio
2011
dal 19 gennaio al 5 marzo 2011
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a cura di Emanuele Beluffi
Maelström Art Gallery
Via Ciovasso, 17 (zona Brera) – 20121 Milano
Orario: da lunedì a sabato ore 14-19
Ingresso libero
Catalogo disponibile
Info: tel. +39 02 72001392; mob. +39 3472774606; info@maelstromart.it; www.maelstromart.it
[exibart]
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non mi convince
Molto, ma molto debole... e un po' scontato
Ho visto la mostra dal vivo e la trovo molto ma molto raffinata e concettuale, ma non comprensibile a tutti.
Caro Kevin ma hai visitato la mostra per caso?
io si, e devo dire che nonostante la giovane età dell'artista, il lavoro mi è parso molto articolato e con un pensiero dietro molto profondo.
Inoltre mi riservo di dire che prima di sparare sentenze bisogna almeno sforzarsi di capire il processo artistico e di ricerca di ogni opera......cosa che ormai la stragrande maggioranza non si sforza neanche di fare, credendosi tutti dei critici provetti.
sisi certo mostra non comprensibile a tutti siamo tutti idioti e non capiamo le chicche incorniciate ahaahahahahah ora sono molto cool i bambinetti disegnati sgraziatamente, negli ultimi tempi sembrano quasi rappresentare un inno alla pedofilia .
Intanto si, lo sei, perchè se scrivi queste sciocchezze vuol dire che non hai capito nulla del senso della mostra, e probabilmente nemmeno di tutti quelli che usano questi soggetti, che sono un inno alla vita, e se avessi avuto la accortezza di leggere il testo critico te ne saresti reso conto da solo.
E questo è sintomo che esprimi giudizi senza visitare le mostre, perchè, questa è articolata principalmente da installazioni e in minima parte da quelli che tu definisci 'bambinetti'.
anche secondo il noto critico ALESSANDRO RIVA questi soggetti sono un inno alla vita, quindi stai parlando a vuoto. Visitare queste mostriciattole non mi interessa, mi basta una relazione esauriente riportata su un giornale d'arte corredata di foto esplicative. l'Ikea evoluta installata in un negozio della Chicco non fa per me, sorry
Diciamo che sei molto limitato se credi di riuscire a dare un giudizio pienamente esauriente su una mostra basandoti solo sulle immagini di un articolo online.......oppure troppo pieno di te e del tuo ego.
Ma comunque guardando i tuoi link deduco che non sei una persona con cui si possa aprire un dialogo serio sull'arte.....sei abituato solo ad insultare nascondendoti dietro un monitor.....contento tu.....
bye bye candyman....lasci il tempo che trovi....solo noia
@candy: se non fanno per te evita allora di scrivere cose superficiali e stupide.
non fanno per me e te lo faccio sapere facendoti rosicare tantotanto a quanto pare visti i tuoi insulti. stupido è chi lo stupido fa ---> non sono stato io a produrre una mostriciattola indegna di nota con dolci cuoricini portachicche. sì lo so ho sprecato tempo a commentarti e la nota ce l'ho messa, ma è anche divertente no? mi piacerebbe deletarti come candeggina senza lasciare traccia ma qui posso solo commentare, ciao lucavitaliciolimpermalosattanasio