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Marinus Boezem, classe 1934, insieme a Jan Dibbets e Ger van Elk, è tra i protagonisti dell’Arte concettuale e dell’Arte Povera nei Paesi Bassi. Dagli anni’60, Bezem nel vento, nell’aria, negli eventi atmosferici e nel paesaggio trova la materia del suo fare arte processuale e ambientale. L’artista incentra la sua ricerca intorno ad aspetti paesaggistici legati a concetti di identità culturale e alla storia, in cui il vento, la luce e le variazioni atmosferiche, come il luogo di lavoro, diventano tracce evocative e visive per opere effimeree in particolare in occasione di interventi negli spazi pubblici e di Land Art. Tra le altre opere significative si ricorda Gothic Growth Project (Green Cathedral) dal 1978 al 1987: 174 alberi di pioppo italiani (Populus Nigra Italica) piantati per riprodurre la planimetria in scala 1:1 della Cattedrale di Reims, nel Polder vicino ad Almare nei Paesi Bassi. Nel 1969, Boezem partecipa alla mostra “When Attitudes Become Form”, a cura di Harald Szeemann, ospitata alla Kunstalle di Berna, divenuta leggendaria per l’introduzione di opere site-specific in cui lo spettatore diventa parte integrante dell’opera, nate in relazione al contesto e materiali effimeri, a cui parteciparono tra gli altri artisti concettuali Joseph Beuys, Richard Long, Lawrence Weiner, David Medalla. In questa occasione Boezem ha esposto due finestre identiche di fronte a un muro cieco con lenzuola e cuscini, strumenti di riposo, pausa e riflessione. A Milano per la prima volta, la galleria Fumagalli ospita una mostra personale in Italia dell’artista olandese con un progetto ambizioso da vedere più che da raccontare intitolato “Bird’s-eye View”, a cura di Lorenzo Bruni.
Marinus Boezem. Bird’s-eye View, veduta dell’installazione, Galleria Fumagalli, Milano 2019. Ph. Antonio Maniscalco
Si tratta di una maestosa installazione site-specific realizzata con semenze varie di mangime per volatili per il nutrimento degli uccelli, utilizzati dall’artista per disegnare sul pavimento di parquet in legno della galleria la pianta della Basilica di San Francesco ad Assisi. Dalle pareti cangianti sbucano piccoli rami che sembrano pronti ad accogliere l’arrivo di uno stormo di uccelli dentro l’algida galleria, l’intenzione è di abbattere metaforicamente il muro tra spazio interno ed esterno. La sua cattedrale di semi , è un architettura effimera che rimanda a una riflessione sulle architetture gotiche, come quelle di Reims o di Assisi, ricorrenti nelle opere dell’artista olandese, dove la spiritualità è l’essenza, in cui lo spettatore è invitato a meditare sul valore della natura, per condividere un’idea di paesaggio, in cui reale, simbolico e tensione spirituale coincidono e dialogano nello spazio espositivo.
Nella sala adiacente della galleria milanese incuriosisce un ventilatore accesso, elemento già presente nell’opera di Boezem dal 1965, quando introduce l’aria come materiale poetico ed espressivo che si riflette in uno specchio di grandi dimensioni sul quale fa capolino il cognome dell’artista scritto con lettere bianche e diafane, calligrafie mosse, come se fossero agitate dall’aria causata dal ventilatore, quale sigillo di originalità e materia concettuale che induce a pensare sul ruolo dell’artista, come il titolo dell’opera “The Vanishing of the artist” suggerisce. Nella ricerca dell’artista il tema dell’assenza e presenza fisica dell’artista è una costante, come dimostra l’opera “God Bless You”(1971/2013), in cui siamo invitati ad alitare su uno specchio rotondo fintanto che il proprio volto scompare, e a tracciare col dito sulla condensa creata sul vetro le parole “Dio ti benedica”. Questa scritta resta impressa fino a quando il calore si disperde e ricompare l’immagine riflessa allo specchio. In questa sala si trova anche il video “A volo d’Uccello” (2010) che documenta un intervento analogo realizzato dall’artista in Olanda sul tetto del suo studio a Middelburg, e una selezione di altri lavori, da guardare con attenzione perché i dettagli di tempo, di luogo e di materiali impiegati, incluso il titolo mai casuale, suggeriscono una riflessione sul valore del contesto fisico e mentale dell’opera in sé, sulla nozione dei modi possibili di fare arte pensati per un confronto con il pubblico. Cercate al piano superiore della galleria “Cartografia” (1980), comprensiva di 12 mappe di città antiche europee riunite assieme in una cartella in lino di un blu intenso, sopra il quale l’autore ha riprodotto mappe metereologiche KNMI, che indicano le condizioni meteo della città a un determinato mese dell’anno, misurate su un periodo di dieci anni e ogni città è caratterizzata da un colore diverso, in cui i nomi delle strade sono stati rimossi, qui “parlano” i colori che suggeriscono immagini di viaggi mentali liberati dalla fisicità in città fuori dal tempo e dalla storia.
Jacqueline Ceresoli
Mostra visitata il 22 gennaio
Dal 22 gennaio al 5 aprile 2019
Marinus Boezem, Bird’s-Eye View
Galleria Fumagalli,
via Bonaventura Cavalieri 6, 20121 Milano
Info: info@galleriafumagalli.com, www.galleriafumagalli.com