Come rappresentare il potere economico? Quali modalità adottare per celebrare chi lo detiene?
Angelo Sarleti (Reggio Calabria, 1979; vive a Milano) suggerisce di guardare all’infografica: la scienza della visualizzazione grafica d’informazioni e dati offre, infatti, una serie di leggi e modelli da cui trarre nuovi parametri che presiedano alla rappresentazione artistica.
Una prima immediata applicazione è rappresentata dalla scultura di tubi al neon che riproduce l’andamento del prodotto interno lordo procapite delle otto macroregioni economiche in cui è suddiviso il mondo: America del Nord, America del Sud, Europa, Africa, Russia, Medio Oriente, Asia e Oceania, a cui sono associati rispettivamente i colori rosso, marrone, verde, viola, grigio, nero, giallo e blu. Questi colori sono stati selezionati dall’artista attingendo dal repertorio cromatico utilizzato dallo psichiatra tedesco Max Lüscher per un suo celebre test, utilizzato dalle grandi multinazionali nei colloqui per l’assunzione del personale.
La medesima associazione di colori la si riscontra in un insieme di sedici quadri, caratterizzati da una griglia eseguita con un sapiente uso del colore tono su tono. A ogni quadro corrisponde una determinata macroregione. Nella prima serie di otto lavori troviamo i nomi degli uomini più facoltosi di ognuna delle varie aree; nella seconda è indicato, nella casella corrispondente, il patrimonio posseduto da ciascuno di essi, secondo la lista redatta dalla rivista “Forbes” nel 2007.
Tale elenco, insieme ai dati sul Pil del Fondo Monetario Internazionale e ai procedimenti del test di Lüscher, costituisce un gruppo di parametri in base ai quali l’artista ha determinato le dimensioni dei quadri. L’andamento del Pil ricorre anche in una terza opera, un video di repertorio che rappresenta il lavoro dei primi cercatori d’oro, la cui proiezione è modellata proprio sul prodotto interno lordo delle otto macroregioni.
Sarleti non si limita a una mera riproposizione di modelli infografici, ma tenta di attuarne una rielaborazione, adattandoli – secondo modalità più o meno efficaci – al medium con il quale sceglie di confrontarsi ed esprimersi. Tuttavia vi è una contraddizione che risiede nel ruolo e nel valore attribuito a tali modelli: da un lato, la finalità del loro utilizzo sembra essere quella di una moderna celebrazione del potere economico; dall’altro, quella di applicare un metodo scientifico di conoscenza della realtà.
Si tratta di un contrasto non pienamente risolto, che ingabbia l’artista in una posizione ambigua, fra intenti celebrativi e finalità puramente conoscitive. Tale contraddizione potrebbe esser superata dai prossimi lavori di Sarleti: se l’infografica è la forma privilegiata di rappresentazione del nostro tempo, questa mostra dovrebbe essere ben più di un esperimento, ma un primo passo in direzione di una nuova pratica rappresentazionale e di un metodo d’indagine artistica della realtà. Restiamo in attesa.