Davvero un incanto il gruppo di
statue in terracotta, il cavallo bardato, i guerrieri, le vesti che rinviano a
ruoli e funzioni. Raffinato gioco grafico la scrittura su listarelle di legno.
Preziosi movimenti, limpide scansioni di vuoto/pieno per gli ornamenti da
cintura in bronzo, con cammelli, draghi e buoi. L’incontro con l’Oriente è infine
palese con lacche, sete e giade.Va da sé, appare subito come più
nota – magari non esattamente per quanto esposto – la parte romana, con statue
in marmo e mosaici, sarcofagi, bambole e bottiglie in vetro, piatti in argento,
dadi e pettini.Ma, al di là del piacere di questo
itinerario a specchio – per monili ed elementi funerari, gioielli e oggetti del
lavoro – che permette di osservare da vicino creazioni di grande interesse
culturale e artistico (le forme della quotidianità, le modalità di
rappresentazione, la ricerca della bellezza) da mondi tanto diversi, non è poi
così facile cogliere affinità e nessi storici, se non per il discorso generale
ben illustrato (in termini teorici, con le immagini) nel catalogo della mostra.Spesso ci si è chiesti da cosa
derivino gli stessi elementi mitici e fiabeschi in popoli lontani per terre e
mari, così per numerosi racconti, elementi religiosi e feste. Antropologia e
psicanalisi hanno tentato diverse risposte. Qui le domande potrebbero fondarsi
in parte su queste stesse discipline, per i più profondi bisogni dell’uomo, per
il cibo e il gioco ad esempio, ma anche per l’organizzazione sociale e
politica, o il legame con gli antenati e il culto dei morti. Ma per questi due
imperi – in terre lontane e non comunicanti – pare prevalere la necessità di
capire le modalità della gestione del potere, a cui inevitabilmente si
innestano altri caratteri: le forme della guerra, il controllo delle periferie,
l’argine ai popoli invasori…Sembra che, per circa due secoli, quasi
la metà dell’umanità si sia trovata sotto il controllo di questi due vasti
poteri, l’Impero Romano e l’Impero Han. Tante le similarità, per i territori
occupati, le modalità amministrative, l’organizzazione militare, la consapevolezza
di sé, la propria realtà come centro assoluto del mondo.
Comprensibile quindi questo
desiderio di creare visivamente parallelismi e rispecchiamenti, in una mostra
che svela tracce, lascia suggestioni, crea sorprese. Grazie a oltre 450
oggetti: prospettive architettoniche in affreschi provenienti da Pompei, tessuti
mossi e gesti agili nella statuetta di Diana, collane e orecchini d’oro e
pietre preziose. E poi c’è l’altro impero, con forme stilizzate in bronzo,
mattoni decorati con animali, statuette di teatranti e danzatrici.Ora, al di là dei secoli, è
davvero possibile un dialogo per leggere, interpretare insieme questi resti
preziosi di civiltà lontane nel tempo e nello spazio? articoli correlati
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Celeste Impero a Torino
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La
Città Proibita
valeria ottolenghi
mostra visitata il 20 aprile 2010
dal 15 aprile al 5 settembre
2010
I due Imperi.
Capolavori dell’antica Cina e dell’Impero Romano a confronto
a cura
di Stefano De Caro e Xu Pingfang
Palazzo
Reale
Piazza Duomo, 12 –
20122 Milano
Orario: tutti i
giorni ore 9.30-19.30; lunedì ore 14.30-19.30; giovedì ore 9.30-22.30 (la biglietteria
chiude un’ora prima)
Ingresso: intero € 9; ridotto € 7,50
Catalogo Federico
Motta
Info: tel. +39 0254911;
www.comune.milano.it/palazzoreale/
[exibart]
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interessante
la sala coi guerrieri e il cavallo bardato di terracotta vale il biglietto della mostra. così come la sala dove sono esposti i modellini architettonici alti anche due metri, sempre in cotto.
per il resto non posso che esprimere rammarico e insoddisfazione. la sezione sull'arte romana è misera; si ha la netta impressione che, per riempire e far "volume", abbian raccattato avanzi di magazzino.
Insomma, da Milano e da uno spazio prestigioso come Palazzo Reale ci si aspetta molto ma molto meglio!!!