Con il progetto
Site specific_Monza 08,
Olivo Barbieri (Carpi, Modena, 1954) aggiunge una nuova tappa alla propria ricerca fotografica “site specific” iniziata nel 2003, che ha per soggetto gli insediamenti urbani del pianeta. Barbieri propone una nuova prospettiva di Monza attraverso tredici opere inedite di grande formato, compiendo una sofisticata analisi dei molteplici aspetti di una città che coniuga pregio storico-artistico e industrializzazione.
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Le città”, affermava Italo Calvino nelle
Città Invisibili, “
sono un insieme di tante cose: di memoria, di desideri, di segni d’un linguaggio”. Barbieri restituisce questi segni e queste tracce dell’uomo attraverso riprese “a volo d’uccello” e, sospendendo lo scorrere del tempo, dona la possibilità di osservare la realtà quotidiana escludendoci momentaneamente da essa. Verrebbe da pensare che, qualora Dio esistesse, vedrebbe il nostro mondo come Barbieri lo traduce nelle sue fotografie.
Questo
black out temporale pone in una condizione indagativa l’osservatore, stimolandone la curiosità visiva e, successivamente, sollecitandolo a un’analisi critica sull’operato dell’uomo sul territorio. Sovente Barbieri crea un’alterazione percettiva attraverso una messa a fuoco “selettiva”, che proietta l’attenzione su certi punti della foto e rende ancora più simile a un plastico le sue vedute cittadine. E, come spesso accade nella fotografia che raffigura città e luoghi (per fare due nomi:
Eugène Atget e
Candida Höfer), la “Monza dall’alto” di Barbieri è quasi del tutto priva di presenza umana. Protagonista è l’architettura urbana, che si esprime attraverso eleganti ed equilibrate geometrie: case, Duomo, strade, industrie, parco, ospedale, Villa Reale, cantieri.
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La prospettiva dall’alto rende ‘ordinato’ e ‘architettonico’ il caos della vita”, sostiene Marco Meneguzzo, il curatore della mostra, “
eliminando dalla scena gli accidenti temporali della realtà”. Ed è proprio silenzio, staticità e pace ciò che si percepisce in queste opere. Ma a contrapporsi alla calma delle vedute vi è la graduale presa di coscienza dell’osservatore che, da occhio esterno, curioso e poi critico, proietta lentamente se stesso all’interno di questo colorito plastico urbano, sentendosi come una microscopica pedina in una “città giocattolo”.
In mostra è esposto anche un estratto dei precedenti lavori “site specific” dedicati ad altre metropoli del pianeta, ed è interessante coglierne la diversità territoriale, pur essendo coinvolte nelle medesime dinamiche di distacco e avvicinamento sopra citate.
All’inizio della
Genesi è scritto che Dio creò l’uomo per affidargli il dominio sulla terra e sugli animali; Milan Kundera, nell’
Insostenibile leggerezza dell’essere, aggiunge brillantemente: “
Naturalmente la Genesi è stata redatta da un uomo, non da un cavallo”. Le fotografie di Olivo Barbieri permettono di osservare il mondo da una prospettiva inusuale come se, per una volta, ci fosse concesso di vedere con occhi diversi da quelli umani.