Quattro per quattro sono i
cavallini appesi al muro, immagini in rilievo, un’installazione ritmica di
colori, la stessa forma che ritorna, situazione statica, geometrica, un’intera
parete impegnata così. Alcune di queste forme sono di un bianco brillante
uniforme, ceramiche che evocano giochi di bambino composti di parti separabili:
il posto della sella è sempre segnato, spesso di tinta diversa, costruzioni
razionali precisate al computer, lavoro di design che conquista spazio.
Nella mostra di
Danilo Bozzetto (Torino, 1975) il cavallo pare
rinunciare alla sua vitalitĂ irruente che evoca sensualitĂ , istinti originari,
energia travolgente, anche se conserva il suo valore simbolico di ambiguo
sogno, gioco/desiderio infantile che rende i volti dei bambini seri, pensosi.
Così nei diversi
player, intitolati a
Matteo, colori chiari, di terra, i cavalli profondo motivo
d’interesse, di concentrazione
.Da una parte la piĂą curata
artigianalitĂ nella creazione delle singole opere, nella messa a punto di tele
e materiali, dall’altra il lavoro al computer, estremo rigore nelle linee,
geometrizzazione per le forme dei cavalli, ben definite nei ritmi spaziali.
Ceramica, legno e plexiglas per
tre creature equine dalle tinte accese, rosso, verde, blu, poste su ripiani
dallo stesso colore, titolo
Quando ti ho portato in cima alla collina. Manca il mito, l’eco di
narrazioni leggendarie, unicorni e viaggi alati, pure si avverte ugualmente un
sentimento di meraviglia, come una domanda muta: così anche in
La mattina
che ero con te,
con la bambina solitaria in attesa davanti al cavallo che abita la stessa tela.
L’aspetto ludico sfuma in una
dimensione piĂą onirica, con emozioni nascoste, sotterranee. Dentro una teca,
per
Inizio,
due figure vicine, due piccole sculture, anche dietro quel vetro si trovano
cavalli in atmosfere tranquille di colori neutri, sullo sfondo una sorta di
spiaggia resa astratta.
Nella mostra presso alla galleria
milanese di Ermanno Tedeschi, nel cuore di Milano, poco distante da via Torino,
in esposizione una sola opera di Bozzetto di figura umana solitaria,
+ma. Qui legno, ceramica, ottone,
plexiglas, materiali diversi sono posti vicini per una scultura in tunica
bianca, le mani aperte verso chi guarda in un gesto di quieta disponibilitĂ , di
gentile resa.
Ma anche in quest’opera, sul petto, come una sorta di firma, di
bisogno poetico, ecco ritornare, necessitĂ espressiva profonda, presenza
infinitamente cara, un cavallino.
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Vi segnalo per altre immagini il sito di Danilo (www.danilobozzetto.com) per altre immagini e la presenza su youtube di un'intervista con l'artista che spiega le tecniche di lavoro e altre curiositĂ .