Se Pittura GR (1976), emblema del percorso artistico di Pino Pinelli (Catania, 1938), ha rappresentato il momento di frattura con le opere degli esordi create tra il ‘73 e il ‘75, e se Pittura R (1986) ha tentato di riconnettere la frammentarietà delle opere eseguite fino a quel momento, i suoi lavori più recenti, affiancati ai due appena citati in Pino Pinelli. La pittura tra frammento e tensione unitaria sono l’inevitabile risultato della variatio della concezione pittorico-plastica monocroma a cui l’artista è giunto oggi. Un’evoluzione evidenziata anche dall’allestimento delle opere e dalla loro relazione con lo spazio della galleria. Come sostiene Bruno Corà: “Per il nuovo episodio espositivo Pinelli ha sviluppato un doppio paradigma: in un caso, sulla parete sinistra, i frammenti pittorici riavvicinati tra loro disegnano una serie di forme rettangolari che rievocano il ‘parergon’ consueto della ‘cornice’. I cinque lavori si fronteggiano disegnando sulle tre pareti rispettivamente una trilogia di forme adiacenti e due lavori collocati su due pareti opposte. Nella parete di destra del secondo ambiente le superfici frammentarie delle opere tendono a ricomporsi in una unità che, a conti fatti, sembra essere il ‘plenum’ della ‘vacuitas’ appena considerata nella parete di sinistra dello spazio espositivo”. Pittura e spazio, segno e colore, dialogano così all’interno di una tensione strutturale unitaria che, pur derivando dalle esperienze di astrazione di Kandinskij e di Schwitters, dalle composizioni suprematiste di Malevič e dalle opere di Fontana, in particolar modo le Nature, le Attese e soprattutto i Quanta, si sviluppa in Pinelli in modo originale.
Dalla frammentazione della forma, che all’inizio della sua ricerca evocava ancora l’unità di provenienza, al suo ripetersi nello spazio fino all’integrazione dell’ambiente con la pittura stessa, l’artista ha creato un rapporto filologico tra tutti i suoi lavori, senza rinunciare a distinguere l’uno e il molteplice della modularità e utilizzando le forme geometriche del quadrato e del rettangolo in composizioni che, anche se scisse dalla linea diagonale, si sviluppano ritmicamente sulla parete sempre in modo orizzontale o verticale. Alla pittura, quindi, Pinelli attribuisce una valenza plastica tale da riuscire a trasformarla in un oggetto concreto e materico, conferendo ai frammenti utilizzati una forma tridimensionale e, attraverso il supporto della parete bianca, mettendoli in comunicazione tra loro, anche se in modo indipendente l’uno dall’altro. Un progetto site-specific che restituisce allo spettatore, nonostante la dispersione dei suoi elementi compositivi, un senso di forte unità attraverso un linguaggio metalinguistico.
veronica pirola
mostra visitata il 17 aprile 2007
Alle Gallerie d'Italia di Vicenza, in mostra la scultura del Settecento di Francesco Bertos in dialogo con il capolavoro "Caduta…
La capitale coreana si prepara alla quinta edizione della Seoul Biennale of Architecture and Urbanism. In che modo questa manifestazione…
Giulia Cavaliere ricostruisce la storia di Francesca Alinovi attraverso un breve viaggio che parte e finisce nella sua abitazione bolognese,…
Due "scugnizzi" si imbarcano per l'America per sfuggire alla povertà. La recensione del nuovo (e particolarmente riuscito) film di Salvatores,…
Il collezionista Francesco Galvagno ci racconta come nasce e si sviluppa una raccolta d’arte, a margine di un’ampia mostra di…
La Galleria Alberta Pane, 193 Gallery, Spazio Penini e Galleria 10 & zero uno sono quattro delle voci che animano…