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fino al 6.XI.2010 | Fantasilandia | Milano, Antonio Colombo

di - 14 Ottobre 2010
Fantasilandia sbarca a Milano, nel cuore di Brera, portando una corposa
dose d’arte ebbra e più vitale che mai. Una collettiva ben strutturata sui
maestri del Pop Surrealism americano, da Gary Baseman a Tim Biskup ed Eric
White, dagli esponenti del Low Brow Anthony Ausgang, Gary Taxali e Heiko Müller
fino agli italiani Nicola Verlato e Gabriele Arruzzo.

Un percorso espositivo stratificato, che via via si
compone di slanci e input contraddittori, i quali provocano conflitti e
superamenti e ancora subbugli concettuali. Dall’universo trasversalmente
onirico delle tele di Gabriele Arruzzo (si veda in tal senso il Senza titolo The Talented), in cui creature mostruose
implodono in pesanti deliri, passando per le arditezze surreali di Gary
Baseman
, che
utilizza toni inesorabilmente irriverenti in The Serpent of Liberty, dove un occhio ineffabile
osserva e muove le idiosincrasie di una dimensione polimorfa che scorre e resta
ferma senza esitazione.

A seguire, la poetica dell’allegoria, dell’accumulazione
vertiginosa e pop che contraddistingue i mondi remoti di Anthony Ausgang, in cui protagonisti supremi sono enormi
e coloratissimi gatti intenti in situazioni incredibilmente pulp (Which way?
e Eat Or Be
Eaten
).


Il senso della fiaba che approda
a sponde mostruose e meravigliose insieme lo si trova nell’universo del
californiano Tim Biskup, “l’artista”, si legge nella nota critica, che “parte da un’ispirazione legata
all’illustrazione americana anni ’50 di Jim Flora che mescola a forme barocche
estendendo la sua pittura anche alla performance e l’installazione con la quale
riesce a dare vita tridimensionale alle sue creazioni
”.

La collettiva curata da Julie Kogler ha il pregio di
infondere una forte carica di stupore, proprio come nelle migliori fiabe, come
se ci si trovasse davanti a un prodigio da interpretare, o nei pressi di un
simulacro insondabile sui misteri dell’essere. Si veda in tal senso la prova
artistica di Nicola Verlato, soprattutto il suo Meeting at the crossroad, o le sconfinanti intuizioni
tracciate da Heiko Müller, in cui arte, folklore e per il trash si fondono
rileggendo in luce contemporanea gli influssi dell’arte fiamminga (si veda ad
esempio l’opera su carta Headland).


E ancora, ironia irriverente nei temi di Gary Taxali, con Docendo discimus; realtà alterate e percezioni di
vuoto con la poesia dell’indefinibile di Eric White: in Heaven Can Wait un volto in primissimo piano
appare sospeso sull’orlo dell’essere e del non essere, del sogno e dell’incubo,
del dolore e dell’impalpabile.

E l’intera mostra diventa una gigantesca allegoria
sull’esistenza, e per definizione non si rivela mai definitamene.

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mostra
visitata il 17 settembre 2010


dal 17 settembre al 6 novembre

Fantasilandia

a cura di
Julie Kogler

Antonio
Colombo Arte Contemporanea

Via
Solferino, 44 (zona Moscova) – 20121 Milano

Orario:
da martedì a sabato ore 15-19

Ingresso
libero

Catalogo
disponibile

Info:
tel./fax +39 0229060171; info@colomboarte.com; www.colomboarte.com

[exibart]

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