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fino al 6.XII.2003 Michael Rotondi – UH-60 Livorno, Dag Art Gallery
milano
Con la sintesi di tutti i mezzi e le tecnologie Rotondi delinea un personale racconto visivo sulla realtà del mondo. Mettendo sottilmente in discussione quel senso di sicurezza che la società tenta di proporre. E la galleria diventa pista d'atterraggio per elicotteri…
Michael Rotondi trasforma il piccolo spazio espositivo in una pista di atterraggio, tracciata sul pavimento della con visibile strisce gialle; nella parete di fronte contorni neri delineano la sagoma di un elicottero da guerra. Intorno si dispongono a ritmo serrato piccole superfici su cui sono rappresentati alti e ordinati grattacieli che, come un esercito, vengono scortati dai velivoli. Il cielo è blu intenso, l’artista concede solo velate sfumature, ma il risultato è un colore piatto e cupo, che preannuncia un evento drammatico.
Superfluo sottolineare il riferimento ai disastrosi e oramai quotidiani eventi bellici, mentre può essere interessante riflettere su questa atmosfera ambigua che la presenza degli elicotteri crea: una macchina che dovrebbe garantire sicurezza e tutela rende invece un senso di minaccia e di limitazione alla libertà. Quel senso di pericolo imminente è lo stesso che vive il curioso personaggio del video: passeggia tra i blocchi architettonici della città fuggendo da un’entità che lo pedina: è l’occhio della telecamera, metafora di uno occhio ben più grande e spaventoso.
Lo scenario metropolitano è una costante del lavoro. E’ anche lo spazio pittorico abitato dalle figure che popolano un’altra serie di lavori: Daniela, Maura, Bube sono alcuni dei titoli delle opere e i nomi dei personaggi ritratti, per lo più amici colti nei gesti di vita. Lo stesso ritratto viene collocato più volte e nella medesima posizione sulla superficie del quadro fino a fargli perdere completamente il carattere umano; si trasforma in un’icona che non ha nessuna intenzione di mettersi in dialogo con lo spazio urbano, lasciandolo definitivamente alle spalle.
Una denuncia? Un lavoro a favore della pace? Un risultato estetizzante? Una messa a punto delle condizioni giovanili? L’amore-odio verso le metropoli e la società? Forse c’è tutto questo nei lavori di Michael Rotondi e forse molto di più, un rappresentate dell’ultima generazione creativa che sceglie di usare tutti i mezzi a disposizione, dalla fotografia al video, dalla grafica computerizzata al disegno, dalla registrazioni audio alla pittura. E con la stratificazione di questi mezzi soddisfa con energica, ma controllata velocità, un’urgenza espressiva. Tessendo un racconto visivo che è poi un personale punto di vista sul mondo.
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mostra visitata il 15 ottobre 2003
Michael Rotondi. UH-60
DAG art gallery
A cura di Camilla Bertoni
catalogo disponibile in galleria
Via Fagiuoli, 30
Tel. 0586/211045
www.dagartgallery.com
e-mail: info@dagartgallery.com
Dal 02 novembre al 06 dicembre 2003
aperta dal martedì al sabato dalle 15.00 alle 19.30
chiuso la domenica e il lunedì
Ingresso libero
[exibart]
…siamo di fronte ad una grande promessa…voglio vederlo dal vivo prima che la mostra chiuda…dall’articolo mi sembra interessantissimo!!!!
…concordo con lore!!!!!
….elicottero come il grande occhio del grande fratello che tutti conosciamo …(ovviamenta non quello televisivo)…io voto per l’elicottero di michael rotondi!!
….l’artista dell’ultima generazione in tutti i sensi……molto interessante!!!
Un personale punto di vista sul mondo che condivido.
Mostra interessante.
Ho conosciuto Michael durante la mostra collettiva “Senza Titolo” ospitata nei Locali dei Bottini dell’Olio a Livorno dal 17 al 24 Giugno 2000. Sei giovani artisti alle prese con le “arti del comunicare” esibirono nelle loro opere una sostanziale freschezza, che altro non era se non l’avvio di una evoluzione sicuramente ancora in corso. Michael presentò delle stampe plotter molto interessanti dialogando con lo spazio espositivo, con il pubblico e con gli altri artisti. L’anno successivo ci siamo incontrati di nuovo nel suo studio per conoscere più da vicino il suo lavoro in occasione di un’intervista relativa alla sua installazione esposta nei locali INPDAP di Livorno nel 2001. Durante quella visita mi sono resa conto che Michael è veramente una potenza. Dopo un inizio dedicato all’informale il figurativo si è inserito nei suoi lavori porgendogli in dono la narrazione. Da questo momento in poi l’arte di Michael più che in termini di evoluzione si muove “in termini di vita” e solo se si coglie tra le righe questo determinate ruolo poetico del “movimento” si riesce ad entrare in sintonia con quella realtà da lui dipinta, una realtà parallela alla nostra, che puntualmente ascolta i nostri echi e li imita. E’ come se uno specchio traducesse tutto ciò che sta intorno all’uomo azzerando quello che noi vediamo con i nostri occhi, per liberare le vibrazioni sommesse della ordinaria “quotidianità metropolitana”. Si potrebbe quasi definire questa ambientazione una sorta di realtà “virtuale”, anche se tale aggettivo potrebbe, forse, generare aspettative differenti da quelle più attinenti al lavoro di Michael. In quest’ultima mostra Michael esce finalmente allo scoperto allargando sempre più i suoi orizzonti, grazie anche ad una galleria, che a Livorno sta facendo un lavoro molto coscienzioso, concedendo una necessaria attenzione verso le molteplici attività e le notevoli risorse dell’ambito giovanile nell’arte contemporanea. Ho visitato con Michael la mostra ospitata alla DAG ART GALLERY e mi sembra sinceramente che Alessandra Poggianti abbia colto molto bene in questo articolo il significato di questa personale.
BRAVO, MICHAEL, “MIO PUPILLO” !
SILVIA FIERABRACCI, GIORNALISTA
MARIA PEZZICA FOR PRESIDENT
Spero di vedere presto altre cose di questo giovane e promettente artista.
EXIBART TIENICI INFORMATI SU MICHAEL ROTONDI…
UH-60—–PARLA PROPRIO DI OGGI.
MI PIACE MOLTO IL LAVORO DI UN ARTISTA CHE PARLA DEI SUO TEMPO, DI QUELLO CHE OGNI GIORNO SUCCEDE INTORNO A LUI!
..anchio voglio essere su un UH-60!!!!
ahahaah ahahahah aahahahaha ahahahaha ahahahahah
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SI TIRANO LE SOMME !!!!!!!!!!!!!!
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E’ tutto chiaro !!! Piccolo piccolo MAICOL !!!
piccolo,piccolo?
Grande,Grande Michael!!!!!!
Grosso grosso, vorrai dire…
di stazza e perchè palloni gonfiati come lui ce ne sono pochi pochi
veteran ti accompagna anche fin sugli elicotterini e ti tiene per mano stretto stretto.
Ciao, in questi giorni mi sono interessata alla vicenda. Conosco Michael quel poco che basta per sapere che il suo lavoro è carino ma ripetitivo e uguale a mille altri… comunque non è questo il problema.
La questione è che la DAG art gallery nn esiste più !!!
Bella prova… complimenti… avrete avuto i vostri problemi ma è evidente che la presenza di Rotondi nella galleria nn ha evitato il fallimento.
Basta difenderlo, se vale qualcosa (staremo a vedere) farà da solo i suoi passi senza il bisogno di farsi recensire da amici/amiche…
son tutti bravi agli occhi di chi ti vuole bene!!!
.. e sono tutti bravi a criticare in aninimo;vergognati INTERESSATA!!
sei un artista?
facci vedere il tuo di lavoro!
facci sapere come ti chiami,troppa invidia!
Mi chiamo Chiara e non sono artista ma mi occupo d’Arte, quel tanto che basta per rendermi conto che Rotondi è uno tra i tanti… ed essere nella media significa essere mediocre
Non c’è invidia (di cosa??) è una costatazione
Chiara chi scusa?
..comunque se tu ti occupavi d’arte non saresti stata dietro a questi commentucci da poveri imbecilli.
Sembri più mediocre tu con questi intereventi (non certo da persona d’arte) che il lavoro di Rotondi che a parere mio mediocre non è!!
E poi,sinceramente,stiamo continuando a parlare sotto una mostra ormai vecchia
guardiamo il suo lavoro adesso e poi commentiamo in maniera istruttiva non offensiva!
Chiara!
è una costatazione anche il fatto che sei sicuramente poco professionale a metterti a costatare tuoi pareri in questo modo squallido:
nei commenti su exibart di una mostra così vecchia di cui già tutto è stato detto,fortunatamente e non da gente che la pensava come te.
Fatti un giro dai,non perderti in queste cose che ,come vedo,reputi poco interessanti,bada alla tua fotografia!