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«Vivo immerso nella tensione tra essere e divenire che cerco di fotografare, per far mio quell’attimo esistito solo per me e in quel preciso momento, forse illusorio, di una realtà immaginata e mai realmente esistita».
Così Piero Gemelli ci introduce alla sua intima visione del mondo. I suoi scatti dialogano fra loro e si contraddicono, trasformando lo spiccato realismo della fotografia, in pura contingenza.
L’artista fotografo e scultore romano, approdato lo scorso 16 Novembre alla milanese Galleria Still con la mostra “Vintage Prints”, curata da Denis Curti, ha presentato 25 stampe originali che ripercorrono il suo universo emotivo e la sua produzione artistica legata al mondo della moda.
Tale sequenza ha voluto mostrare la problematicità e la non univocità delle relazioni nella società attuale. Le istantanee, infatti, incarnano la dualità tra l’essere e il non essere, tra ciò che è atto e ciò che potrebbe divenire in potenza. Perché per Gemelli, le fotografie devono la loro esistenza ad una libera cooperazione, tanto magica quanto accidentale, tra il fotografo ed il suo soggetto. E se nel nostro immaginario permane la radicata convinzione che la macchina fotografica sia lo strumento ideale per catturare e per conoscere, ciò che si vorrebbe cristallizzare tuttavia spesso fugge. Non ci si appropria di quell’attimo fotografato dall’artista, ma si tenta di fare esperienza di tutti i mondi possibili ad esso connessi.
I volti diventano una vera e propria antologia di maschere probabili e solo il filtro della nostra sensibilità ci permette di cogliere alcune sfumature piuttosto che altre, restituendoci un intimo ritratto in prima istanza di noi stessi.
Giocando con un linguaggio allusivo, Gemelli ci avverte che: «Di me conoscer non puoi tutto ciò che tu non vuoi, ma vedere potrai solo ciò che di me amare saprai». La fotografia smette quindi di attestare una esperienza; non conferisce all’uomo il possesso di un passato reale e non lo aiuta a divenire padrone di quello spazio – fisico ed emotivo- in cui vive insicuro.
Noi osservatori avvertiamo la necessità di cercare in qualunque immagine una scintilla di verità, un punto appena avvertibile in cui nell’essenza di quel minuto oramai lontano si annidi il futuro. Ma Piero Gemelli, cacciatore dell’ineffabile, si sottrae alla nostra smania di assolutezza, nonostante i 25 “reperti”.
Maria Vittoria Baravelli
mostra visitata il 16 novembre
Dal 16 novembre al 6 dicembre 2016
Piero Gemelli, Vintage Prints
Galleria Still, via Balilla 36, 20136 Milano
Orari: dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 18.00
Info: http://www.stillfotografia.it/