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Fino al 7.II.2016 | Henri Cartier – Bresson e gli altri. I grandi fotografi e l’Italia | Palazzo della Ragione Fotografia, Milano

di - 14 Gennaio 2016
Dall’11 novembre 2015 fino al 7 febbraio 2016, Palazzo della Ragione Fotografia presenta “Henri Cartier – Bresson e gli altri. I grandi fotografi e l’Italia”, che nasce come continuum di Italia Inside Out, tenutasi precedentemente in questi spazi. La mostra, curata da Giovanna Calvenzi, è promossa e prodotta dal Comune di Milano Cultura, Palazzo della Ragione, con Civita, Contrasto e GAmm Giunti. È posta a chiusura di un percorso espositivo-culturale dedicato al nostro Paese, come voluto in questo 2015, anno di Expo.
A differenza della mostra precedente – che dava spazio allo sguardo dei fotografi italiani – qui abbiamo numerosi scatti – più o meno conosciuti – che hanno come soggetto la nostra nazione, ad opera di grandi fotografi di fama internazionale. “Affascinati dal suo paesaggio, dalla sua gente, dalla sua storia, gli artisti in mostra ci rivelano, a noi che la abitiamo, lo stupore che il nostro Paese suscita all’estero, in culture e sensibilità diverse dalla nostra, costringendoci a riflettere sul valore del nostro patrimonio culturale, artistico, storico e sociale” afferma l’Assessore alla Cultura Filippo Del Corno, presente come di consueto alla conferenza stampa.
In una visione complessiva, questi progetti creano sia una breve storia della fotografia, sia un’occasione per confrontare sguardi diversi; inoltre, danno modo di leggere e conoscere il passato, la storia sociale, i costumi scomparsi e i cambiamenti che si sono susseguiti nella bella ed eterogenea Penisola.
L’allestimento è realizzato in toni scuri, come a entrare in una camera oscura, illuminata però dagli scatti in bianco e nero e, più avanti a colori, di 35 artisti internazionali che hanno operato in un  arco di tempo di oltre 80 anni. Lo spazio è diviso in 7 aree tematiche che cominciano con L’Italia, la fotografia “umanista” e altro, che mostra in primis un autoritratto del 1933 di Henri Cartier – Bresson – allora in viaggio per il nostro Paese durato circa 30 anni – prosegue con il reportage di Robert Capa tra le truppe americane durante la Campagna d’Italia del 1943, con la visione di David Seymour sulla sfera religiosa italica e, infine, con gli scatti dell’allora studentessa Cuchi White sull’Italia minore. Seguono William Klein con le sue macro sui volti delle persone comuni, Herbert List con i suoi scatti intuitivi di diverse inquadrature del vivere quotidiano e, infine, Sebastião Salgado che testimonia l’usanza della mattanza, la pesca del tonno tipica di Trapani.

La poesia del bianco e nero, invece, vede Claude Nori esplorare le spiagge italiane in cui ha trascorso la sua giovinezza, George Tatge alla ricerca di simboli e luoghi alla De Chirico, metafisici, Helmut Newton registrare immagini notturne delle 72 ore trascorse a Roma, Guy Mandery, tunisino e parigino d’adozione, pensare all’Italia come un ponte tra le sue radici, trovando negli armonici scatti del Mediterraneo dei riferimenti fotografici ottocenteschi, senza scordare un presente macabro e problematico che vede sempre più morti in questo mare.
In Dove l’interpretazione diventa un atto d’amore le città d’arte diventano i soggetti degli scatti di Alexey Titarenko che fotografa l’amata Venezia in un arco di 15 anni, di Abelardo Morell che utilizza il foro stenopeico per creare curiosi effetti visivi riproducendo fotografie di esterni sulle pareti di alcuni interni, di Bernard Plossu che attraversa l’Italia in treno e stampa le immagini in movimento al carbone con una tecnica di fine Ottocento, di Gregory Crewdson che esplora alcuni set spogli di Cinecittà dove finzione e realtà si confondono, di Hiroyuki Masuyama che reinventa Venezia tramite i dipinti di William Turner, di Sarah Moon che si è innamorata di una Reggio Emilia intima, quieta e invernale e, infine, di Irene Kung che fa emergere in modo suggestivo dal buio totale alcuni edifici milanesi, simboli del potere.
La nobile tradizione documentaria è, invece, costituita dai lavori di Paul Strand, il quale testimonia la realtà contadina di Luzzara degli anni ’50 insieme all’amico Cesare Zavattini, dalla visione precisa neutrale di Thomas Struth, dai paesaggi urbani e naturali di John Davies, dai luoghi del potere – il Pantheon, palazzo Chigi e palazzo Doria Pamphilj – fotografati da Jordi Bernardò, dal progetto sui monumenti e luoghi della memoria, musei e piazze di Mark Power, dalle montagne di Axel Hütte e dai gabinetti delle curiosità dei Musei scientifici di Bologna e di Reggio Emilia di Joan Fontcuberta. Seguono due parti in contrapposizione: Lo sguardo inquieto e Lo sguardo positivo. Nel primo caso troviamo Art Kane e le sue ipotesi visive di una Venezia sommersa, Michael Ackerman con le immagini notturne di un tossicodipendente incontrato per le strade di Napoli, Jay Wolke con la sua “architettura della rassegnazione” nel Mezzogiorno. Nel secondo caso, invece, si fanno spazio Hans Van Der Meer con le sue fotografie di partite di calcio amatoriali, Joel Meyerowitz con il suo studio sulle luci della Toscana, Harry Gruyaert con le sue inquadrature di derivazione felliniana e il suo studio dei colori, Martin Parr con la sua analisi sull’invasione, visiva e fisica, dei turisti nei luoghi storico-culturali italiani e, infine, una bellissima serie di Steve McCurry su Venezia. Il percorso termina con una riflessione sull’autoritratto – adatto in questo periodo storico di selfie – con Autoritratto: le possibilità del “racconto di sé”, che vede la presenza di Nobuyoshi Araki nel suo viaggio carnevalesco per la Laguna veneziana, di Sophie Zénon con la sua solitaria ricerca delle proprie radici e di Elina Brotherus che raffigura se stessa come spettatrice o attrice all’interno di paesaggi di diverse regioni italiane, per poi ricollegarsi idealmente al primo autoritratto di Henri Cartier – Bresson, concludendo così questa suggestiva e stimolante narrazione visiva.
Micol Balaban
mostra visitata il 18 novembre
Dall’11 novembre 2015 fino al 7 febbraio 2016
Henri Cartier – Bresson e gli altri. I grandi fotografi e l’Italia
Palazzo della Ragione Fotografia,
Piazza Mercanti 1, Milano
Orari: martedì, mercoledì, venerdì e domenica, dalle 9.30 alle 20.30

Di origini italo-armene, classe 1990, vive a Milano, dove si laurea in Scienze dei beni culturali e si specializza in Arti, Patrimoni e Mercati, con ricerca tesi in Danimarca focalizzata sulle European Capitals of Culture. Il suo amore per la cultura nasce sin dall’infanzia, da cui sviluppa una grande passione per diverse forme d’arte, dalla letteratura al teatro e alle arti visive, sposando così un atteggiamento curioso che la porta oggi alla ricerca e alla scrittura nel settore. e.

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