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partire dagli anni ‘60, nel mondo dell’arte, un evento che può (e questo
indefinitamente) avvenire parallelamente isolato rispetto al reale non è più
mera generalità verbale, ma diventa l’espressione di una legge astratta, un
linguaggio nozionistico concepito in regime
di effettività. È lo spazio della performance, luogo nel tempo che si
trasforma in presa di coscienza formale e puntuale. Gestualità e rito quindi
cambiano direzione: non sono più solamente un accadimento circoscrivibile, ma
nascono come corpus della
storia e della geografia dell’arte.
Una
performance, come dimostra Matter of Action, deve affermare che un evento è rimasto un fatto vivo, una messa in scena in
bianco e nero dell’arte; proscenio dell’intersezione tra coordinate
cronologiche e coordinate topografiche. La fotografia, negli spazi luminosi
della O’, diventa dunque testimonianza di una registrazione, momento in cui un
evento si converte in circoscrizione
attiva.
Al
terzo appuntamento del ciclo Intermedia, in mostra sono state
raccolte opere in atto degli anni ‘60 e ‘70. Decine e decine di
fotografie storiche ricostruiscono le prime azioni performative delle
avanguardie storiche. Duchamp, Man Ray, Dalí, e poi Manzoni con Klein e Fontana rivivono nelle dimensioni sistematiche che li hanno resi
protagonisti del Concettuale, dell’ambiente poverista e di Fluxus, nel decennio
successivo.
La lunga parete di ritratti appesi con semplice nastro adesivo nero
prosegue con le teorizzazioni di Allan
Kaprow, il gesto di Marina Abramovic e Gina Pane, la violenza espressiva di Nitsch e Muehl, la disciplina del corpo in Acconci e Oppenheim, il
trasformismo di Ontani e Lüthi, il rigore intellettuale
dell’azione di Agnetti, De Dominicis
e Nauman, il comportamento teatrale
di Kounellis e Calzolari, l’uso del proprio volto come materia espressiva in Boetti, Penone e Zorio.
Durante
l’intero corso della mostra sono stati invitati artisti italiani (fra gli
altri: Simone Berti, Dafne Boggeri, Michele Bazzana, Igor Muroni)
a riproporre una performance realizzata in passato sia dal vivo che attraverso
il video. La performance, l’happening, la body art, l’action poetry, l’azione
diventano in questa mostra il fermo
del tempo, raccontato secondo sequenze di azioni e mezzi espressivi che hanno
corpo in supporti quali la fotografia, il disco, il video e il libro.
Attraverso
un allestimento urbano e minimale, che tiene lontano il visitatore con griglie
da cantiere, si spinge chiunque a modificare una certa abitudine nel guardare
in favore di una percezione attiva dei contenuti.
Ai poli
della sala principale, due enormi pouf neri, posti di fronte a due schermi televisivi
ciascuno, regolarizzano l’ultima sezione di Matter
of Action dove, fra gli altri, video di Cesare Pietroiusti, Elisabetta Benassi, Lorenzo Scotto di
Luzio, Cesare Viel, Patrick Tuttofuoco, Davide Savorani e Sissi “punteggiano liberamente un arco temporale attraverso le
azioni di alcuni artisti che occasionalmente o costantemente hanno utilizzato
la performance nella propria ricerca”.
ginevra bria
mostra visitata il 9 febbraio
2011
dal 7 febbraio al 3 marzo 2011
Matter of Action
O’
Via Pastrengo, 12
(zona Cimitero Monumentale) – 20159 Milano
Orario:
da lunedì a venerdì ore 12-19
o su appuntamento
Ingresso libero
Info: tel. +39 0266823357; fax +39 0239313654; o@o-artoteca.org; www.on-o.org
[exibart]