Mescolando molteplici riferimenti fino a condensarli in uno stile popolare e colto, espresso attraverso un linguaggio immediato,
Vanni Cuoghi (Genova, 1966) anela “
alla compostezza e alla grazia formale di Beato Angelico, Piero della Francesca, Parmigianino e Gaetano Lapi”, pur adorando “
l’ironia di Jeff Koons, Marcel Dzama e Federico Fellini” e inseguendo “
i colori di Jan Knap, Salvo e Enzo Forese”. L’artista ritrae il mondo come una fiaba dolce e crudele, presentando lavori che giocano sul doppio senso e che mascherano in modo ironico i vizi e le inquietudini quotidiane degli adulti oltre le paure e le idiosincrasie dei bambini.
Riflettendo in particolar modo sulle difficoltà di comunicazione della coppia, Cuoghi non solo ha trasformato il titolo di una canzone di Nada,
Amore disperato, in
L’amore disparato ma, su sfondi di un bianco immacolato realizzati con gesso acrilico, che delimitano uno spazio fuori dal tempo e che ricordano il candore delle illustrazioni infantili degli anni ‘50 e ‘60, ha anche raccontato storie caratterizzate da un cortocircuito visivo tra significato e iconografia. In
San Giorgio innamorato il santo, simbolo della lotta del bene contro il male, corteggia una principessa dalla cui veste fuoriesce un drago, mentre Pinocchio amoreggia con la Fata Turchina in
Ficcanaso, opera ispirata all’omonimo film di Corbucci con Pippo Franco ed Edwige Fenech.
Situazioni paradossali, calate in una dimensione onirica, i cui personaggi,
dipinti con dovizia di particolari, come fossero miniature medievali, evidenziano il gusto ornamentale di Cuoghi, che in passato ha lavorato anche come decoratore di palazzi signorili liguri del Sei e Settecento.
Il tema dell’infanzia, attraversata da timori e desideri inconfessabili, ritorna in
La giostra della memoria, titolo tratto dall’omonima canzone scritta da Enrico Ruggeri per Fiorella Mannoia, in
Senza titolo (e senza paura) e in
Ricreazione artistica, dove l’innocenza che solitamente si ascrive ai bambini viene stravolta da moti di crudeltà e violenza. L’artista, tuttavia, stempera le scene più raccapriccianti, come quella in cui un gruppo di piccoli alunni trafigge con le matite colorate da disegno un compagno legato a un albero come un novello San Sebastiano, attraverso una “
figurazione serafica e apollinea, che trasmette un ingannevole senso di letizia”.
Citando una delle canzoni italiane più conosciute al mondo, in
Nel blu dipinto di blu l’età dell’infanzia è, inoltre, associata ai supereroi, in particolare a quello più gotico, Batman, che con gli altri suoi “compagni di carta”, tra cui Wonder Woman, Superman, l’Uomo Ragno, Hulk e Capitan America, è lasciato appeso a un filo. Pur rappresentando il “
punto di massima espressione creativa” dell’illustrazione che viene rievocata da Cuoghi con tanta nostalgia.
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belle opere!! Grande Vanni!