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fino al 9.V.2010 | Il Grande Gioco | Milano / Lissone / Bergamo, sedi varie

di - 6 Aprile 2010

La parola più gettonata di questi ultimi
anni è senza dubbio crisi’. Alla luce di questo stato di cose, ci siamo
muniti di pazienza e rassegnazione, in attesa che avvenga un nuovo miracolo
(dopo quello economico) che ne decreti la fine.
Forse all’origine della mostra Il Grande
Gioco

c’è proprio l’esigenza di dare un brusco scossone agli animi sopiti degli
italiani, ripercorrendo gli anni cruciali della ripresa (1947-1989), anni che
possono essere modello cui ispirarsi proprio oggi, per risollevarsi da una
crisi ormai tanto mentale quanto economica. Guardare al passato per trovare
energie e ottimismo per il futuro.
La mostra fornisce una panoramica sintetica
sulla cultura italiana del quarantennio dopo la Seconda guerra mondiale,
osservandone i fenomeni più significativi. Ogni struttura ospita un periodo
specifico, quindi è opportuno visitare nell’ordine Lissone (1947-1958), Milano
(1959- 1972) e infine Bergamo (1973-1989). Una mostra vagamente nostalgica, dove
è possibile respirare l’inebriante ottimismo di quegli anni, così diversi tra
loro e talvolta in contrasto tra frivolezza pubblicitaria e impegno sociale
senza precedenti.

Nella “corsa al non figurativo” dell’immediato
dopoguerra, Gillo Dorfles, intervistato dal curatore Luigi Cavadini,
mette in luce l’importante passaggio compiuto dal Movimento Arte Concreta,
impegnato “nell’applicazione dell’arte al design, all’industria, all’arredo”. I tre piani del
Museo d’Arte Contemporanea di Lissone sintetizzano molto bene quel periodo, che
esplode del colore dei quadri e ricorda il successo internazionale di Vespa,
Lambretta, Lettera22 e Fiat 500. Degno di nota il suggestivo allestimento dell’Ambiente
a luce nera
(1949) di Lucio Fontana.
Tratta il periodo artistico definito della “guerra
fredda”

la mostra alla Besana, che vede la ricerca artistica impegnata nella
riflessione tra “soggetto” e “oggetto” (“il fatto di
non significare nulla diventa l’unico significato”
, come scrive Adorno). Bruno Corà
spiega che si è posto un notevole problema di selezione degli artisti da
inserire in mostra, portando a coinvolgerne così tanti da rischiare un
sovraffollamento (solo alla Besana ben cento). Forti dell’esperienza di Fontana
e Burri nasce l’Arte Povera e l’esperienza di Azimuth, Gruppo T, N e
Uno, la Scuola Romana di Piazza del Popolo. Ma Corà porta in mostra anche la
notevole esperienza individuale di tanti altri artisti, in una mostra che
stupisce per la sua capacità di far riflettere su temi e problemi ancora
attuali e irrisolti.

E infine il decennio del no future edonistico e
apolitico del crollo ideologico, come lo definisce Giacinto di Pietrantonio,
l’epoca della postmodernità che pone il soggettivo al centro della ricerca, tra
suggestioni mitologiche, riscoperta della pittura, introspezione e mistica del
quotidiano. Protagonisti Salvo, Chia, Clemente e i tableaux
vivants

di Ontani, la fotografia di luogo di Ghirri e Basilico, Studio Azzurro, e nel design Studio
Alchimia
, Sottsass, i fumetti di Andrea Pazienza.
Una mostra che, tra il revival e il didattico,
raggiunge discretamente l’obiettivo posto, con tutti i limiti che comporta una
rassegna dall’intento documentaristico.

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mostre visitate nel febbraio 2010


dal 21 febbraio al 9 maggio 2010
Il Grande
Gioco. Forme d’arte in Italia 1947-1989

a cura di
Luigi Cavadini, Bruno Corà e Giacinto Di Pietrantonio

Museo
d’Arte Contemporanea

Viale
Padania, 6 (zona Stazione ferroviaria) – 20035 Lissone (MI)

Orario: da
martedì a sabato ore 15-19; giovedì ore 15-23; festivi ore 10-12 e 15-19

Rotonda
della Besana
Via Besana, 15 (zona Porta Vittoria) – 20122 Milano
Orario: lunedì ore 14.30-19.30; da martedì a domenica ore 9.30-19.30; giovedì
ore 9.30–22.30
GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea
Via San Tomaso, 52 – 24121 Bergamo
Orario: da martedì a domenica ore 10-19; giovedì ore 10-22
Ingresso alle tre sedi: intero € 10,50; ridotto € 9
Catalogo
Silvana Editoriale

Info:
info@ilgrandegioco.it; www.ilgrandegioco.it

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