Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Quando la materia plasma tensioni tra un pieno e un vuoto, senza un apparente controllo, allora uno spazio altro si definisce con linee, forme, colore e la complicità della luce, che insieme tracciano profondità inesplorate. Questo coup de foudre tra materia e forma, astrattismo e realismo da il meglio di sé alla Fondazione Carriero, nella Casa Parravicini impreziosita dal soffitto originale a cassettoni del XV secolo nel centro di Milano, dove Lucio Fontana (1899-1968), padre del Manifesto tecnico dello spazialismo (1951), noto per “buchi” e “tagli” e una vocazione al superamento della bidimensionalità, alla ricerca della terza dimensione, proteso verso l’infinito, e Leoncillo Leonardi (1915-1968) dialogano intorno alle potenzialità espressive dello spazio e alle vocazioni pittoriche dei materiali versatili, come il grès, la terracotta e la ceramica. Francesco Stocchi, il curatore della mostra milanese, sceglie come punto di partenza il 1954, quando Fontana e Leoncillo sono presenti, ciascuno con una propria sala, alla XXVII Biennale di Venezia, con opere accomunate da una nuova concezione dello spazio. Roberto Longhi presenterà ventidue sculture di Leoncillo, dalle infatuazioni ancora cubiste, mentre Giampiero Giani le Sculture Spaziali, di Fontana, mettendo accanto ai suoi “buchi” alcune opere degli anni Trenta e Quaranta. Di natura introversa Leoncillo, dall’animo poetico, autore del Piccolo diario, che raccoglie scritti dal 157 al 1964, incontra Fontana, più estroverso, seduttore, esuberante, personalità opposte per ricerche innovative complementari, entrambi soggiogati da una tensione plastica dinamica e vibrante.
I due scultori, indiscussi protagonisti dell’Informale Italiano, accomunati da un’indagine sulla materia e sulla potenzialità del gesto, in questa raffinata esposizione milanese, grazie alla sensibilità del curatore, svelano “affinità elettive”, un comune sentire lo spazio, attraverso un corpus di quaranta opere (realizzate tra gli anni Trenta e Sessanta), emozionanti, rivisitate con nuove chiavi di lettura da vivere seguendo il percorso espositivo distribuito in sette stanze: un’ascesa metaforica verso lo spazio cosmico, come lo scoprirete osservando le opere fino all’ultimo piano del palazzo, dove cinque elementi di Lucio Fontana dal titolo Concetto spaziale, Natura (1959-60), trasudano di spiritualità. Fontana e Leoncillo s’incontrano intorno alla possibilità di scolpire il vuoto e, ciascuno a suo modo, tra un taglio e un buco del primo, e innesti, stratificazioni, strappi, volumi e solchi del secondo, entrambi accomunati da un gesto vitalistico, cercano strade verso nuove forme d’immaginario risolta in una sintesi dinamica fra astrattismo e realismo. La tensione al superamento della bidimensionalità di Fontana, e l’approccio di sensibilità pittorica evidente nelle sculture di Leoncillo, mirano a dare forma alla quintessenza della materia.
Jacqueline Ceresoli
Mostra visitata il 5 aprile
Dal 6 aprile al 7 luglio 2016
Fontana Leoncillo, Forma della materia
Fondazione Carriero,
via Cino del Duca 4, Milano
Orari: dal lunedì al sabato dalle 11:00 alle 18:00
Info: info@fondazionecarriero.org