Il ritratto come riflessione sull’esistenza. Il volto specchio dell’interiorità e vetrina della società. Il Museo della Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo propone una mostra interamente dedicata al ritratto, scatto fotografico che conquistò la borghesia ottocentesca soppiantando la versione pittorica e diffondendosi poi nella cultura popolare. L’esposizione è divisa in due allestimenti, con differenti collocazioni e diversi scenari di riferimento. Prima, il volto del successo, così come è stato immortalato da Federico Patellani (Monza 1911 – Milano 1977). Cinquanta scatti del grande reporter italiano -inventore della fotonotizia- nel mondo del cinema tra la fine degli anni Trenta e i primi anni Sessanta. Patellani non era un fotografo di scena, i suoi divi sono spesso colti di sorpresa oppure cristallizzati in pose da studio. La Loren, Totò, un’Anna Magnani splendida e intensa che emerge dalle acque, la Mangano, la Lollobrigida, Giulietta Masina ne La Strada, ma anche Visconti e De Sica, la Bergman, Kirk Douglas e Anthony Queen. Abitanti
Pochi metri oltre, attraversando la strada dietro la chiesa, si arriva in Villa Ghirlanda, sede del Museo, dove è collocata la seconda sezione dell’allestimento. All’ingresso, in contrapposizione ai divi dello star system, pochi scatti di persone qualunque, posizionati come nella camera da letto della casa di una vecchia zia. Foto sbiadite e ingiallite di sposi, famiglie e soldati: il ritratto fotografico diventa perno della cultura popolare, scandisce i momenti cardine nella vita di ognuno. Poi, al primo piano, inizia la mostra vera e propria. Ottanta fotografie di trentacinque artisti che attraverso la rappresentazione del volto ricercano la dimensione interiore, denunciano una condizione sociale, sperimentano nuove forme artistiche. Ancora nomi importanti ritratti da fotografi di fama: Fred Astaire secondo David Bailey, una giovanissima Stefania Sandrelli vista da Elisabetta Catalano, l’ombra inquietante del potere ovvero Alcide De Gasperi fotografato da John Phillips, l’obiettivo di Uliano Lucas su Truman Capote. Il reportage sociale: l’ospedale psichiatrico di Mimmo Jodice, la bambina povera della Palermo di Letizia Battaglia, ma anche la solida famiglia americana di Mary Ellen Mark in Loyalty Day Parade, il ritratto d’impatto e disturbante dell’anziana allettata in Verrà la morte e avrà i tuoi occhi di Mario Giacomelli.
Chiudono la mostra gli scatti sperimentali: stranianti i primi piani graffiati di Klauss Zaugg; dolenti gli uomini e le donne senza volto di Mario Cresci, simbolo di un’umanità degradata e massificata, specchio del vuoto interiore in cui galleggia un essere umano ormai alla deriva.
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finalmente trovo una recensione dedicata ad una mostra del museo di fotografia contemporanea. Era ora che anche questa nuova realtà - seppur geograficamente periferica - trovasse la giusta attenzione.
gp.favalli