È sempre la stessa storia: l’artista muore e le quotazioni delle sue opere salgono alle stelle. È il caso di
Lynn Chadwick (Barnes, 1914 – Stroud, 2003), scultore inglese mancato nella sua villa-laboratorio di Lypiatt Patt. La Galleria Blu ha dimostrato ancora una volta intuito e lungimiranza nel dar credito all’artista. Palazzoli ha avuto il merito di curare in esclusiva la produzione dello scultore sin dall’inizio, organizzando ben cinquant’anni fa la mostra
Quattro artisti inglesi: Armitage, Chadwick, Moore, Sutherland. Si sono quindi susseguite le rassegne, fino a questa prima postuma fuori dall’Inghilterra.
Una mostra che si avvale del grande contributo degli eredi dell’artista e in cui sono esposte quindici sculture in bronzo, realizzate tra il 1972 e il 1990, dai 28 centimetri di altezza della più piccola al metro della più grande. Chadwick si concentra profondamente sullo studio del movimento e dello spazio. Le prime opere, infatti, sono
mobile che si muovono regolari e svelti.
I lavori successivi, invece, sono statici, ma suggeriscono l’idea del movimento tramite la rappresentazione di figure colte nell’atto di salire una scala (
Spiral I, 1990) o mosse dal vento, sottolineato dai cappotti-mantelli (
Walking Cloaked Figure I, 1978) e dai capelli scostati dall’aria (
High Wind VI). Sono figure che rappresentano l’energia potenziale, non ancora espressa ma necessaria per compiere un movimento. Le forme, spesso antropomorfe ma geometrizzate, si accompagnano a strutture architettoniche solide e massicce, perfetta cornice-ambientazione della scena narrata.
Ogni elemento è studiato nel dettaglio, senza però creare l’impressione di opere troppo intellettualistiche e prive di sentimento. Chiara è l’influenza degli studi di architettura, evidenti nella concezione delle opere. La realizzazione dei lavori è originale e si basa su un disegno a tre dimensioni, concretizzato in armature di ferro che hanno la funzione di reggere i piani. La tecnica di Chadwick, infine, è agli antipodi rispetto alla tradizione. Poiché lo scultore parte dalle forme astratte per poi definirle elegantemente come personaggi, privilegiando spesso il tema della coppia.