16 aprile 2007

fino all’11.V.2007 Laura Matei Milano, Studio Visconti

 
Personaggio invincibile sullo schermo ma uomo vulnerabile nella realtà. Il Tarzan di Laura Matei testimonia la fragilità dell’esistenza attraverso strati di domopak. E se Johnny Weissmuller, alias Tarzan, fosse trasparente?

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Dopo la mostra omaggio alle performance della ginnasta rumena Nadia Comaneci, Laura Matei (Bucarest, 1965) propone un altro personaggio famoso di origine rumena, dedicando la sua personale a Johnny Weissmuller, nato nel 1904 e diventato il più noto interprete del personaggio hollywoodiano di Tarzan. Come già in Nadia Comaneci, alcune fotografie di grandi dimensioni e un’installazione fatta di quattro figurine di pellicola trasparente cucite a mano che poggiavano precariamente su una pila di cuscini con un gomitolo di lana per base, anche in Tarzan l’artista sceglie materiali poveri e leggeri, tra cui il polistirolo, il domopak e i fogli di carta velina bianca. Modella così, strato su strato, le sculture che, nella loro fragilità materica e nel loro instabile equilibrio, sembrano sfidare tutto il peso della notorietà.
Il personaggio è stato scelto dall’artista non solo per le comuni origini, ma soprattutto per la sua doppia identità. Weissmuller, infatti, visse da apolide fino a quando non fu costretto a regolarizzare la sua cittadinanza, utilizzando il certificato di nascita del fratello minore Johnny Peter Jr., in seguito alle vittorie ottenute per gli Stati Uniti d’America nel nuoto. I cinque ori olimpici e i cinquantadue titoli nazionali statunitensi gli aprirono le porte della Hollywood degli anni Quaranta e gli permisero di diventare immortale non come sportivo, ma come attore nel ruolo di Tarzan.
In Elefante bianco e i fratelli Tarzan, Laura Matei propone in modo specifico il tema del doppio, riprendendo proprio il rapporto dell’attore con il fratello, attraverso un’opera dove lo spettatore non riesce a individuare chi sia il Tarzan originale. Se da una parte è messa in evidenza la fragilità e la precarietà dell’uomo Weissmuller, dall’altra è l’invincibilità del personaggio Tarzan a catturare l’attenzione dell’artista che, come in Tarzan nella “Giungla” 1, utilizza anche stampe, stoffe e fili di cotone per ricreare l’atmosfera della giungla.
Laura Matei, Elefante bianco e i fratelli Tarzan, 2007 - Cm 48 x 45 x 36 - Pellicola trasparente - Courtesy Studio Giangaleazzo Visconti
La foresta, inoltre, si popola di altri personaggi, tra cui elefanti, zebre, ippopotami e giraffe che, contenuti in scatole di plexiglas su cui è collocato il bitarzan, a loro volta non riescono a capire chi sia il vero Tarzan e quello fittizio.
Senza indugiare nel nazionalismo, ma analizzando il rapporto tra l’individuo, le sue origini e l’ambiente in cui è vissuto, Weissmuller nelle vesti di Tarzan, fragile e forte al tempo stesso, diviene così per la Matei la metafora della percezione del ricordo di quei momenti passati. Momenti ormai amplificati dal trascorrere del tempo e che sono diventati parte di una memoria collettiva. Una ricerca caratterizzata dalla semplicità, in cui l’artista utilizza elementi sottratti al quotidiano e alla memoria individuale esprimendosi attraverso un linguaggio non spettacolare, seppur attuale.

veronica pirola
mostra visitata il 4 aprile 2007


Laura Matei – Tarzan
Galleria – Studio Giangaleazzo Visconti, Corso Monforte, 23 – Milano (zona San Babila) – Info: tel 02-795251, fax 02-76023238 / www.studiovisconti.net – info@studiovisconti.net – Orari: lunedì-venerdì 11.30-19.00
Ingresso libero


[exibart]

1 commento

  1. Laura Matei ha una delicatezza unica. Costruisce mondi trasparenti e leggeri, che si radicano sulla storia del suo paese raccontata attraverso personaggi che tutti conosciamo. E’ brava a non giocare sull’ideologia politica o sulle condizioni sociali, sarebbero temi scontati.

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