10 dicembre 2010

fino all’11.XII.2010 Maria Laet Milano, Riccardo Crespi

 
Se il Fiato d’Artista di Manzoni poteva passare per il ruggito di un leone, ecco oggi i sospiri di sirena di Maria Laet. Morbidi e avvolgenti come una canzone di Marissa Nadler...

di

Ne ha fatta di strada l’aria, da quel bacio tra un Giove vaporoso e
la ninfa Io scovato dal Correggio fino ai giorni nostri. Venti e
correnti labili e imponderabili, soffi sfuggenti: esorcizzati come strumenti di
un’arte che si fa fragile e nuda come foglia; si fa polvere, si fa particella
instabile, in balia di un movimento calcolato con rituale semplicità. Gesto
Minimo
, giusta definizione per raccogliere questi lavori di Maria Laet (Rio
de Janeiro, 1982), azioni costruite con incedere quasi zen, in una matura
combinazione di gestuale e concettuale.
Dalla particella zero, la goccia, fino alla forma più ricca
possibile: nelle Dialogue Series. Blowing, il soffio dell’artista guida sulle porose leggerezze
della carta giapponese tracce di inchiostro nero, nella cucina di forme
imprevedibili. È la riaffermazione del valore simbolico del segno quale
testimonianza, radiografia del momento; ma è anche il ricondurre a unità il
segno stesso con la profondità minimale del gesto.

Quasi a smitizzare attraverso una parabola anti-ironica, e per
questo a suo modo dissacrante e convincente, la parabola del Fiato d’artista
di Manzoni, arriva
poi Untitled, video con primissimo piano della campana di una tuba
ostruita da una membrana che vibra, sorda, sotto l’incessante spinta del soffio
del musicista. Il suono, proprio perché castrato, è un mantra di avvolgente
sensualità. Pervade seduttivo, si allinea al battere placido delle vene.

L’aria ingabbiata nella plastica di palloncini ora turgidi ora
avvizziti – proprio come seni – è oggetto di un’analisi continua, che ricorre
anche in altre serie, conquistandosi spazi narrativi sempre diversi, media formali che
contribuiscono alla definizione coerente di un intenso processo creativo.

Ripensi alla serie Bubblegum portata a termine da Zoe
Leonard
nei primi Anni Zero, dettagli di marciapiedi come quadri astratti:
campiture antracite e le note di colore – quasi forme alla Miró – date
dalle gomme da masticare, spiaccicate casuali. Processo analogo di orchestrazione
del caso nel Milk on pavement di Laet, che immortala la precisione con
cui sbuffi di latte caduto riempiono gli interstizi di pavimenti sconnessi. Quasi
una volontà di dare dignità plastica al taglio, al vuoto, al buco; modellazione
cromatica che riassesta l’ordine gerarchico tra gli elementi dell’immagine finale.

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mostra visitata il 14 novembre 2010


dall’undici novembre all’undici dicembre 2010

Maria Laet – Gesto Minimo

a cura di Federica Bueti

Galleria Riccardo Crespi

Via Mellerio, 1 (zona Cadorna) – 20123 Milano

Orario: da lunedì a sabato ore 11-13 e 15-19.30

Ingresso libero

Catalogo disponibile

Info: tel./fax +39 0236561618; info@riccardocrespi.com;
www.riccardocrespi.com

 

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