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Lamberto Teotino (Napoli,1974) non può essere definito un fotografo, piuttosto un artista che lavora a stretto contatto con la fotografia. Una costante che accompagna il suo modus operandi è l’attenzione estetica per l’immagine e l’atmosfera di sospensione temporale: le sue prime sperimentazioni risalgono alla fine degli anni ‘90 dove, in opere come Suspensi Equilibrioprecario 07 (2004) e Sudden Death (2005), soggetti dai colori squillanti sono immersi in una luce sovraesposta, bianca come la sala d’attesa di un chirurgo, l’anticamera di un sogno.
“L’Ultimo Dio” invece, è la serie composta di sette opere attualmente in mostra negli spazi di mc2gallery. Risalente al 2012-13, è costituita da interventi grafici su readymade, le fotografie utilizzate come base di partenza sono infatti prelevate da archivi digitali: persone dedite al lavoro, al ricamo, allo svago, immortalate a mezzo busto o a figura intera emanano, attraverso scale di grigi, un gusto tipicamente fin-de-siècle.
Individui a noi sconosciuti, provenienti da lontano, forse mai esistiti, ora che non crediamo neanche più alla fotografia come testimonianza inconfutabile.
I volti di tali soggetti vengono occultati per sempre dalla sovrapposizione di un elemento frattale, figura semi geometrica appartenente alla sfera della biologia e dell’informatica, caratterizzata da una capacità di crescita continua, esponenziale e modulare. Nei nuovi lavori l’atmosfera rimane intrisa di un vapore metafisico, a cui si aggiunge il cortocircuito dato dai due elementi attinti da fonti iconografiche agli antipodi tra loro. Anche le associazioni sono date da una sorta di automatismo psichico: che si vedano foglie scaturire dal volto di un uomo (radici di una genealogia?), o un insieme di strutture cubiche che sembra si muoversi assieme alla ruota di una bicicletta ante litteram, le molteplici suggestioni danno adito alla libera interpretazione del pubblico.
Certo una grossa sfida – andare oltre l’occhio umano, portare in superficie le fibre del microscopico – tentare di indagare l’introspezione psicologica occultando il volto del soggetto in questione. Il lavoro di Teotino, considerato da un punto di vista collaterale, rivela un’attitudine oggi chiamata post moderna: il soggetto sembra come parcellizzato, sventrato, destrutturato analiticamente con la precisione di uno scienziato, piuttosto che percepito nella sua interezza armonica. Siamo condannati alla possibilità di zoom potentissimi che non colgono l’essenza. Vedere da vicino ma non in profondità.
Incrementata da infinite combinazioni di possibilità e alternative, l’inesauribile matrice creativa gioca il bello e il cattivo tempo, in una contemporaneità in cui è molto improbabile dare una forma chiusa, mettere un punto, scrivere la parola “fine”: L’Ultimo Dio quindi, per ora.
Giulia Ronchi
mostra visitata il 29 febbraio
Dal 9 febbraio all’8 aprile 2016
Lamberto Teotino, L’Ultimo Dio
mc2gallery
via Malaga 4, 20143 Milano
Orari: da martedì a venerdì dalle 14:00 alle 20:00