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Gli uomini vanno a letto con Gilda, ma si svegliano la mattina con me”. L’affermazione di Rita Hayworth è una testimonianza forte della condizione esistenziale delle attrici degli anni ‘40. Donne fatali e ammaliatrici, a cui veniva strappata la propria identità, per farsene cucire addosso una costruita su misura. Nomi, caratteristiche, biografie artificiali per creare dive irraggiungibili e fuori dal tempo, immortalate in scatti conturbanti, eroine misteriose dallo sguardo glaciale, i capelli acconciati e il make up perfetto.
Partono proprio dal ritrovamento di una scatola di figurine d’epoca, raffiguranti le bellezze hollywoodiane,
Iaia Filiberti (Milano, 1968) e
Debora Hirsch (San Paolo del Brasile, 1967; vive a Milano) per
Framed. Scartate Rita, Lana e Ava, le due artiste focalizzano il loro lavoro sulle meteore degli anni ‘40. Svanita la fama, passata l’era d’oro di Hollywood, cosa ne è stato di queste bellezze impossibili? Sessanta biografie sono state ricostruite dalle due artiste, per altrettante vite cristallizzate in metri e metri di pellicola.
Immagini imperiture, dal fascino intrappolato in sottilissima celluloide, ma che nascondono vite sconosciute al grande pubblico, tante volte problematiche, difficili, disperate.
Donne “framed”, appunto, incorniciate, fissate in questo neologismo che le artiste coniano per definire il momento in cui una carriera si interrompe inspiegabilmente. Dietro la bellezza si nascondono sofferenze, matrimoni sbagliati, dipendenze e abusi; vite interrotte prematuramente o interamente dedicate agli altri; esistenze fragili, distrutte dal peso del successo e dell’insuccesso, del fallimento. Svolte inaspettate, ritratti inimmaginabili e sconosciuti ai più, testimoni di un’epoca lontana dalla frenesia del gossip contemporaneo, e per questo piena di eccessi e contraddizioni.
E le immagini? Ancora una volta, sono sotto vetro, riparate dall’influenza del mondo, protette, immacolate. I segni del tempo che passa sono visibili solo dalle
craquelure della carta delle figurine originali. I volti, le espressioni, i vestiti da sera sono quelli degli anni d’oro, della fama in bianco e nero, dei contrasti duri tra vita pubblica e sfera privata, tra film e vita, tra realtà e finzione.
Ci offrono un viaggio nel passato, Filiberti e Hirsch. Per scoprire che fama e scandalo si accompagnano, fin dagli albori della società dello spettacolo, in un binomio tragico e inscindibile.