Vis-à-Vis.
Angelo Bellobono. About Freedom & Vania Comoretti. Iride a cura di Nicola Davide Angerame è un progetto che nasce con la mostra di due giovani artisti, per la prima volta insieme, e per la prima volta in una personale a Milano.
“La mostra propone l’incontro tra questi due artisti molto diversi, spiega il curatore, che partono da posizioni diametralmente opposte”. Vania Comoretti (Udine, 1975) – artista udinese, vincitrice della Prima edizione del Premio Saatchi Showdown – propone un progetto limite che analizza, e contemporaneamente viviseziona attraverso il disegno il volto con particolare attenzione alle sfumature dell’iride.
“Il disegno va oltre l’iperrealismo, ricorda Angerame,
per sfociare nell’ultra-drammatico, dove la pelle viene ritratta in ogni sua minima sezione, anzi aggiungendo informazioni alla realtà“. L’artista presta un’attenzione maniacale al dettaglio, a ogni increspatura del volto, e risolve il disegno in un ultrarealismo al limite della mappatura genetica. Il gioco di intersezioni tra ritratti non è solamente una questione di assonanze estetiche. L’artista non si limita ad analizzare il colore delle iridi, come superfici private della loro tridimensionalità e divenute pure palette di colore, ma ripercorre le vicende familiare dei protagonisti. È pur sempre vero che il colore degli occhi subisce geneticamente la pressione dell’incontro tra individui, ma l’artista vuole
andare oltre. Vania Comoretti analizza il suo iride e trova gli stessi colori e le stesse nervature degli occhi della nonna materna e del padre.
“L’iride di Vania, precisa Angerame,
è frutto di una mescolanza tra i due iridi.
Nel progetto il disegno diviene una messa al microscopio di queste entità biologiche, ma anche emotive perché appartengono a un gruppo familiare.” L’analisi
antropometrica subisce una battuta d’arresto dove subentrano i legami familiari. I legami di natura sono per l’artista sempre anche emotivi. L’anello di congiunzione tra i due artisti è il volto: duro e impenetrabile, nel primo caso; disteso e immateriale, nel secondo.
Angelo Bellobono (Nettuno, 1964)
infatti antepone l’universale all’individuale, ma il suo paesaggio di riferimento è sempre quello del volto. Il progetto dell’artista parte dal trattato di John Stuart Mill,
On Liberty. La serie tuttavia fa parte di una ricerca intrapresa dieci anni fa sul concetto di identità. I personaggi ritratti hanno un’identità ben precisa, pur sempre riconducibile all’ideale di libertà. L’artista si muove con assoluta disinvoltura tra diverse epoche e tra sistemi di pensieri, alla ricerca del concetto di libertà. Da Assange a Stuart Mills, da Obama a Aung San Suu Kyi; per arrivare a una ricostruzione del volto del primo Uomo Europeo emigrato 35.000 anni fa dall’Africa in territorio rumeno.
Ironia della storia, ma anche ironia del destino. Figure di uomini, scevri di qualsivoglia accessorio o colore, sono affiancati a un disegno minuzioso, attento al più piccolo dettaglio e nervatura del volto umano. Perché spogliare le figure di uomini illustri che senza il loro ruolo sociale non incarnerebbero il concetto di libertà? La pittura è sempre un mistero nel momento in cui la si comincia, risponde Angelo Bellobono.
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a cura di irene falck
dal 9 aprile al 7 maggio 2011
Vis-à-Vis. Angelo Bellobono. About Freedom & Vania Comoretti. Iride
a cura di Nicola Davide Angerame
Galleria Whitelabs
Via G. Tiraboschi, 2 – Milano
Orario: da martedì a sabato ore 11-13 e 14-19
Info: tel. +39 346 4711 759;
pr@whitelabs.it; www.whitelabs.it
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Magari fossi un giovane artista.