Tale è la coerenza stilistica che si stenta a credere che siano più di uno gli artefici di queste creazioni che ci parlano di un percorso che, quest’anno, doppia la boa dei 114 anni. È la realtà di Van Cleef & Arpels: “Il Tempo, la Natura, l’Amore”, in mostra a Palazzo Reale a Milano. Ed è stato proprio l’amore la scintilla di questa avventura professionale che si consolidò fin dal suo esordio. Forse complice anche un matrimonio d’oro, che unì i soci fondatori, Estelle Arpels e Alfred Van Cleef, provenienti entrambi dal settore dei preziosi. Da più di un secolo simbolo del lusso più raffinato, possiamo godere di questa storia grazie al progetto realizzato da Alba Cappellieri, firma nell’universo del gioiello.
Esperta e appassionata, Cappellieri ha ideato un corpus che evidenzia i temi che danno il titolo alla mostra e che sono i valori cui la Maison si ispira fin dagli esordi. Un “gioiello” espositivo questa mostra a Palazzo Reale, non solo per i contenuti che sono, appunto, i preziosi di Van Cleef & Arpels, ma anche per la felice scelta di fare di Italo Calvino l’anfitrione.
Il Tempo riflesso in ognuna delle 500 opere in mostra è il vero protagonista della storia della Maison. È il Tempo che calca le tavole del palcoscenico formato dalle sale dell’appartamento dei Principi e di quelle degli Arazzi ed è sempre il Tempo il catalizzatore intorno al quale si articola il progetto. La prima sala è dedicata al segno lasciato da Parigi ai primi del Novecento, allora luce del mondo. Impensabile farne a meno. La seconda è dedicata al segno lasciato dall’Esotismo, dovuto alla moda scaturita allora dalle scoperte delle civiltà sepolte.
Il Tempo poi è quello di Italo Calvino, con i valori assoluti delle sue “Proposte per il prossimo millennio: Leggerezza Rapidità Visibilità Esattezza Molteplicità”, che la curatrice ha identificato come sintesi della Maison. Ancora il Tempo, quello di Italo Calvino, nostra guida anche nelle altre sezioni Natura e Amore, ultima sezione e non a caso, dato il rapporto dei protagonisti con le cose del cuore, collocata in un’area baricentrica a tutta la mostra.
Entriamo e siamo accolti da un tripudio di creazioni che coniugano l’eccellenza artigianale all’armonia. Dallo spillino al diadema, creazioni che esprimono lo spirito del tempo, trasceso o incanalato in Kairos, il tempo delle emozioni, e in Cronos, il tempo delle lancette. Il simbolo di questo concetto, e icona della mostra, è la famosa Zip che pare sia nata da un capriccio di Wally Simpson, la duchessa di Windsor. Bellezza, genio e abilità coesistono in questa cerniera lampo tempestata di pietre preziose e sublimata con i dentini in oro, perfettamente funzionante e dalla morfologia sorprendente.
L’uomo ai primi del Novecento, viveva l’ebrezza di potersi affrancare dalle necessità del quotidiano, coltivava l’illusione di polverizzare qualsiasi limite. Il volo, il cinema, l’automobile, miracoli arrivati tutti in quel periodo, corroboravano la sua ubris, che qui si percepisce e si gode, e si evidenziano nelle “intersezioni” con Danza, Moda e Architettura. Il Tempo dell’Amore è scandito dai gioielli dello star system, nomi che hanno riempito il nostro immaginario. Altre tre sale poi sono dedicate alla Natura, Botanica, Fauna e Flora.
Il percorso espositivo è punteggiato dalle testimonianze della ricerca, tra documenti, appunti, bozzetti, spunti, idee e il brevetto della tipologia di taglio delle pietre preziose, che rovinava sì la pietra ma celava gli accorgimenti tecnici. Il successo, quello vero, quello che va al di là della moda, non può che esprimersi in un linguaggio atemporale che qui, nonostante il diktat voluto dai fondatori che il tempo si rispecchiasse nelle opere, paradossalmente si percepisce e si gode nel suo essere atemporale.
La mostra promossa dal Comune di Milano cultura e Palazzo Reale è prodotta da Van Cleef & Arpels in collaborazione con la Fondazione Cologni che svolge una funzione encomiabile ed è curata da Alba Cappellieri, professore ordinario di Design del Gioiello e dell’Accessorio al Politecnico di Milano e direttore del Museo del Gioiello di Vicenza. La scenografia è di Giovanna Grawunder. La mostra è gratuita ed è aperta fino al 23 febbraio.
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