Categorie: Moda

A proposito di Fashion: Genius loci e Made in Italy

di - 19 Gennaio 2022

Il territorio è parte integrante del Made in Italy; l’identità italiana s’inscrive nei luoghi in cui nascono non soltanto prodotti enogastronomici ma anche in quelli di moda o design, dove tradizione e innovazione convergono per progettare sempre nuove idee di bellezza, intesa come armonia delle forme. Riconoscere il valore dell’artigianato italiano, anche nel concetto di genius loci, nell’epoca globale è un segno di stile nonché formula distintiva di successo internazionale.
La responsabilità del “ben fatto”, la misura, la qualità dei materiali, il valore aggiunto della manifattura del bello, l’appartenenza a una comunità, sono gli ingredienti fondamentali che riscattano l’eccellenza della creatività italiana dal rischio dell’omologazione commerciale, diventata brand trasversale che sottende cultura progettuale e imprenditoriale.
Moda, design, arte, innovazione, inventiva, come il tradimento della tradizione e il tempo impiegato per la realizzazione di un prodotto, sono alcuni fattori determinanti per non cedere alle lusinghe del mercato; ma questa è una virtù di poche, piccole e preziose aziende, per lo più a conduzione familiare che puntano anche sul riscatto sociale e un etica estetica del lavoro artigianale.
La moda nasce a Firenze il 12 febbraio del 1951, con una sfilata organizzata da Giovanni Battista Giorgini (1898-1971), quando i buyer americani s’innamorano degli abiti, degli accessori italiani e in questa culla del Rinascimento, il cuoio è “materia” dell’eccellenza italiana più antica e pelle del futuro della cultura della sostenibilità e dell’economia circolare. A Firenze sopravvive e riscatta l’orgoglio e l’originalità del Made in Italy la “Scuola del Cuoio”, uno scrigno di valori artigianali e sociali da conoscere per riflettere sulle trasformazioni dei costumi , del gusto e del concetto di qualità del fare, raccontato in questa intervista.

Beatrice Parri Gori

Intervista a Beatrice Parri Gori

In che cosa consiste il progetto “Scuola del Cuoio”, laboratorio artigianale creato da Marcello Gori nel 1950?
Mio nonno, Marcello Gori, artigiano sin dagli anni 30’, fondò la Scuola del Cuoio nel dopo guerra, 1950, per insegnare un mestiere pratico a quei ragazzi che durante la Seconda Guerra Mondiale rimasero orfani e che dovevano quindi trovare un lavoro e guadagnarsi da vivere. Grazie alla collaborazione con i Frati Francescani della Basilica di Santa Croce a Firenze e il sindaco La Pira, mio nonno trovò gli spazi per poter aprire prima la scuola e poi il laboratorio artigiano dove gli studenti iniziarono a lavorare. La Scuola del Cuoio ancora oggi si trova all’interno del vecchio dormitorio dei Frati, donatogli da Cosimo de’ Medici nel XV secolo e affrescato dalla Scuola del Ghirlandaio.

Quali sono le caratteristiche dominanti della “fiorentinità” della Scuola del Cuoio ?
Firenze è da sempre famosa per la lavorazione del cuoio e per la pelletteria in generale sin dal 1’300. La pelle veniva lavorata e prima conciata a Santa Croce dove oggi si trova la Scuola del Cuoio, uno degli ultimi laboratori artigianali dove tutto è fatto mano. Le tecniche che utilizzano i nostri artigiani sono le tradizionali tecniche fiorentine, come ad esempio il cuoietto.

Scuola del Cuoio, la doratura

L’azienda familiare come risponde alla crisi del Made in Italy ancora più complessa durante l’epoca pandemica?
Purtroppo il Made in Italy sta perdendo del tutto il suo significato dal momento che, per poter essere considerato tale, la percentuale del prodotto che deve essere fatto in Italia è molto bassa. Per questo motivo non ci piace considerare i nostri prodotti Made in Italy ma Made in Florence. Su ognuno dei prodotti che realizziamo, stampiamo il nostro logo e “Firenze” all’interno.

Scuola del Cuoio, Firenze

A quale mercato proponente i vostri prodotti e come?
La nostra clientela è internazionale proprio come gli studenti che frequentano la nostra scuola. I clienti vengono principalmente dagli Stati Uniti. Questo è dovuto al fatto che, quando mio nonno Marcello aprì la Scuola del Cuoio, i prodotti che realizzava con i suoi artigiani venivano venduti alle 5° e 6° Flotta dell’esercito americano a Napoli e Livorno. Così, il Generale Eisnhower, una volta Presidente, ordinò alla Scuola del Cuoio un scrittoio in pelle per la stanza ovale. Da quel momento molti Presidenti degli Stati Uniti, con le loro famiglie, ci hanno fatto visita e sono stati omaggiati con i nostri prodotti. Ad oggi i nostri punti vendita sono il nostro laboratorio a Firenze e il nostro sito internet.

In che cosa consiste il Made in Italy nell’epoca globale?
Il Made in Italy è nato per il riconoscimento di prodotti realizzati in Italia e quindi con determinati standard qualitativi, se si parla di certe categorie come nel nostro caso della pelletteria. Purtroppo ad oggi il Made in Italy ha perso il suo significato perché non è più necessariamente completamente fatto in Italia.

Scuola del Cuoio, il Corridoio negli anni ’50

Come selezionate e formate il vostro team creativo?
Tutti gli artigiani che lavorano alla Scuola del Cuoio hanno frequentato i nostri corsi. Quando siamo alla ricerca di un nuovo artigiano, selezioniamo lo studente migliore e gli offriamo uno stage accanto ad uno dei nostri Maestri. Noi della famiglia Gori, siamo sempre coinvolti nella produzione e disegniamo tutti i modelli che poi vengono realizzati a mano dai Maestri artigiani.

Cos’è il Lusso contemporaneo per lei?
Personalmente non identifico il Lusso in qualcosa di necessariamente molto costoso. Credo che questo sia un errore che fanno in molti. Per me il Lusso è qualcosa di estremamente di nicchia. Anche una cosa semplice può secondo me essere di Lusso.

La Scuola del Cuoio

Potete definirvi in linea con la sostenibilità ambientale nell’ambito della produzione dei vostri prodotti? Come?
I nostri prodotti vengono realizzati dalla parte centrale della pelle. I resti che avanzano, e che solitamente vengono quindi sprecati, noi li riutilizziamo realizzando piccola pelletteria, borse patchwork oppure li “ricicliamo” dandoli agli studenti che alla scuola hanno bisogno di fare pratica. Questo ha un grosso impatto sulla sostenibilità ambientale nel nostro ambito in quanto, purtroppo, molto spesso gli avanzi di pelle vengono buttati e mai utilizzati.

Artigianato e industria, dimensione umana e digitale sono convergenti? Come ?
Noi siamo artigiani, non siamo un’industria. Siamo un laboratorio, non siamo una fabbrica. Siamo un nome dell’artigianalità fiorentina, non siamo un brand. Credo che questi due mondi siano totalmente diversi.

Il prodotti della Scuola del Cuoio sono la “pelle” più autentica dell’artigianalità-creatività fiorentina? Perché?
Tutto ciò che produciamo è fatto a mano. Il cliente che viene a comprare un prodotto da noi può decidere il tipo di pelle, il colore, la combinazione, le cuciture, la metalleria. È un servizio che abbiamo sempre offerto in 71 anni e che oggi offriamo anche online. Se non è artigianale questo, cos’altro può esserlo?

Jacqueline Ceresoli (1965) storica e critica dell’arte con specializzazione in Archeologia Industriale. Docente universitaria, curatrice di mostre indipendente.

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