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Addio a Rosita Missoni: vita e passioni della regina della maglieria e della moda italiana
Moda
Una vera signora della moda e regina della maglieria italiana: si è spenta a 93 anni Rosita Missoni, fondatrice insieme al marito Ottavio del celebre marchio di moda. Una storia all’insegna del saper fare tutto italiano che ha lasciato un segno profondo nella storia della moda italiana.
Rosita Jelmini Missoni, nata nel 1931 a Golasecca (Varese), era l’ultima erede di una famiglia di artigiani tessili, i Torrani. La sua vita conosce una svolta grazie all’incontro con Ottavio Missoni, atleta alle Olimpiadi di Londra del 1948, che poi sposa il 18 aprile 1953. Con lui inizia un’avventura nella maglieria, sperimentando con macchine originariamente nate per la lavorazione degli scialli che loro decidono di utilizzare per creare una maglia a metri, tagliata come un tessuto e utilizzata per un prêt-à-porter in cui esplodevano trame nuove e cromaticamente inedite.
La loro sensibilità artistica per le combinazioni cromatiche li spinge a creare lavorazioni intarsiate, zig- zag, righe multicolor e patchwork che sono immediatamente riconoscibili per la loro originalità: una ventata di freschezza e una moda caleidoscopica che conquista subito Diana Vreeland, potentissima direttrice di Vogue Usa.
Il debutto: da Sumirago al mondo, storia di un family business
Il debutto di Missoni – il 12 dicembre 1967 – avviene a Milano alla Piscina Solari con una vero happening passato alla storia. La scelta era ricaduta su un luogo speciale per dare vita a una performance inedita: l’impianto sportivo della piscina Solari di Milano è stato disegnato nel 1963 da Arrigo Arrighetti. Una struttura tra le più interessanti per le sue forme scultoree e copertura a sella in cui i Missoni decisero di mettere in scena una sfilata sull’acqua, frutto della collaborazione tra Rosita Missoni, la stilista Emmanuelle Khanh e il marito designer Quasar Khanh.
Sempre tra il 1966 e 1967 Missoni è presente per la prima volta alle sfilate di Palazzo Pitti a Firenze. Uno show che suscitò scandalo per un incidente non voluto, che così ricordò la stessa Rosita Missoni: «Quel giorno stavamo vestendo le modelle per mandarle in pedana quando mi sono accorta che sotto i nostri abiti in sottilissima maglia di lamé nero traspariva la biancheria intima delle modelle, un effetto a mio parere poco estetico. Ho deciso di mandarle in pedana senza reggiseno, quindi con le luci faretto della passerella di Palazzo Pitti traspariva la loro nudità, cosa che oggi sarebbe giusta, mentre allora fu uno scandalo». Questo incidente costò ai Missoni la damnatio memoriae della kermesse fiorentina ma aprì loro le porte ad altri mercati come la Francia e Stati Uniti grazie al loro spirito innovativo e senso unico del colore.
La storia dei Missoni è inoltre legata Sumirago, una piccola località in provincia di Varese con una vista splendida sul Monte Rosa, che dagli esordi diventa la sede della loro azienda e il luogo dove vive e cresce la loro famiglia, con la nascita dei figli Vittorio, Luca e Angela, nati rispettivamente nel 1954, 1956 e 1958.
Nasce così un’impresa tutta famigliare che faceva leva sulla visione artistica di Ottavio, la cui creatività si nutriva di colori, di stampe, di disegni ispirati alla natura, e sulla conoscenza tecnica della maglieria di cui Rosita era custode e che si esprimeva in una sinfonia di trame e di orditi differenti. Una combinazione di elementi che riuscirono a conquistare da sarti e stilisti come la celebre Biki fino alle vetrine della Rinascente che sancirono il loro successo commerciale.
Il passaggio del testimone e il brand oggi
Scomparso a 92 anni Ottavio Missoni, Rosita decide di lasciare la direzione creativa del marchio, nel 1997, alla figlia Angela, che ha saputo interpretare l’heritage del marchio fino al 2021. Se il 2013 segna un anno orribile per il doppio lutto del marito e del figlio Vittorio, Rosita dedica le sue energie e creatività alla Missoni Home, la declinazione nel mondo design che non aveva ancora una vera e propria collezione. Così Rosita cominciò a declinare il linguaggio caleidoscopico del suo marchio in oggetti, complementi d’arredo e tessuti giocando con gli pattern iconici del brand, che rendessero ragione della sua idea di casa, intesa come spazio vivo e sempre accogliente come la casa di Sumirago.
Missoni, l’arte del colore e le mostre
Missoni è uno di quei brand che ha da sempre avuto una speciale sintonia con l’arte, vista la grande sensibilità artistica dei suoi fondatori. Ed è anche stato tra i primi, grazie al lavoro di Luca Missoni, a organizzare il proprio archivio in modo strutturato, anche in previsione delle numerose mostre. Tra le varie si ricorda quella nel 2015 al Museo d’Arte MA*GA di Gallarate, MISSONI, L’ARTE, IL COLORE, che Luca Missoni ha curato personalmente insieme a Emma Zanella, direttrice del MA*GA, e a Luciano Caramel, critico d’arte e docente di storia dell’arte. È stato un grande omaggio alla creatività di Ottavio e Rosita Missoni da parte della Città di Gallarate dove, nel 1953, stabilirono la loro attività lavorativa e personale.
Esempio di un connubio tra arte e moda, la mostra è un viaggio sensoriale tra più di cento opere di artisti europei, dai primi anni del Novecento ai giorni nostri, con i quali Ottavio e Rosita si sono confrontati nel loro lungo percorso culturale, creativo e artistico. La mostra è stata poi allestita nel 2016 al Fashion and Textile Museum di Londra ottenendo un grande successo di visitatori.
E sempre il MA*GA di Gallarate ha presentato nel 2021 il nuovo allestimento della Sala Arazzi Ottavio Missoni, che è diventata parte permanente della collezione e conserva una serie di grandi arazzi realizzati in patchwork di tessuto a maglia, allestiti in uno spazio immaginato dal figlio Luca Missoni e progettato da Angelo Jelmini. Opere che raccontano gli interessi trasversali, sia nella moda che nell’arte, per materia e colore di Ottavio Missoni.
Ha concluso Luca Missoni: «In occasione dei 100 anni dalla nascita di mio papà ci è sembrato naturale avvalorare l’esposizione dei suoi Arazzi nella sala del Museo a lui dedicata con una narrazione tematica del suo lavoro artistico. Una selezione di studi originali, da sempre disegnati usando pennarelli colorati su carta a quadretti, realizzati per progettare le sue creazioni e i suoi arazzi. Una scelta di tessuti in maglia alcuni dei quali già esposti nel 1975 alla sua prima mostra alla Galleria Il Naviglio di Venezia. Una serie di dipinti policromi in acrilico su tavola creati in forma sperimentale nei primi anni ’70. Parte dell’allestimento presenta la luminosa carriera sportiva di Ottavio, dal 1947 atleta della Società Ginnastica Gallaratese, culminata alle Olimpiadi di Londra del 1948 con la finale nei 400 metri ostacoli».