Inno all’amore o sfoggio di ricchezza? Inclusione oppure esclusione? Sicuramente esclusivo è il super Tiffany Diamond indossato da Beyoncé per la nuova campagna fotografica About Love, come a suggellare l’acquisto dell’iconica gioielleria statunitense da parte del conglomerato del lusso LVMH. Una trattativa tutt’altro che amorosa, portata avanti a suon di avvocati e con un intervento del ministero degli Esteri francese, tra dividendi milionari e dazi sui prodotti, e costata alla fine 15,8 miliardi di dollari. E visto che il patron della multinazionale è quel Bernard Arnault mecenate delle arti contemporanee – competitor diretto del François-Henri Pinault di Palazzo Grassi e della Bourse de Commerce – lo shooting non poteva che essere a tema.
Così, oltre a Beyoncé e al marito, il rapper Jay-Z, nelle immagini fa bellissima mostra di sé anche Equals Pi, stupenda opera realizzata da Jean-Michel Basquiat nel 1982 e raramente mostrata in pubblico, venduta a una collezione privata trent’anni fa. Il quadro è illuminato da quella particolare tonalità di turchese e acquamarina che è associata proprio a Tiffany, anche se non ci sono prove che dimostrano che Basquiat l’abbia dipinto pensando al marchio. Ci ha giocato un po’ Arnault, sostenendo che potrebbe esserci una connessione: “Il colore è così specifico che deve essere una sorta di omaggio”, ha dichiarato in un’intervista a WWD.
Citazioni a parte, Equals pi alla fine sarà esposto nella boutique di Tiffany sulla Fifth Avenue, attualmente in fase di ristrutturazione. L’opera fu messa in asta per la prima volta nel 1990, due anni dpo la morte di Basquiat, con una stima compresa tra 300mila e 420mila dollari. Paradossale a dirsi ma rimase invenduta. Sei anni dopo, la tela tornò all’asta, da Sotheby’s a Londra, con una stima inferiore, tra 170mila e 235mila dollari. Quella volta tutto andò per il verso giusto e l’opera fu venduta a 253mila dollari. Secondo quanto riportato da Artnet, il dipinto è stato recentemente venduto alla famiglia Arnault per un prezzo compreso tra i 15 milioni e i 20 milioni di dollari. Nemmeno tanti, se si pensa che un’opera di Basquiat del 1982 è stata acquistata nel 2017 dal miliardario giapponese Yusaku Maezawa a 110,5 milioni di dollari.
Solo che tra diamanti dal valore stratosferico, pianoforti a coda e capolavori da record, qualcuno ha intravisto un “tradimento” delle cause sociali tanto spesso supportate dai coniugi Carters.
Bey è stata la prima donna nera, nei 184 anni di storia di Tiffany & Co, a indossare il prestigioso Tiffany Diamond da 128,54 carati, gioiello realizzato a partire dal diamante giallo, scoperto nelle miniere di Kimberley, in Sudafrica, nel 1877, e successivamente tagliato a 82 sfaccettature per esaltare la sua brillantezza. Un pezzo che potrebbe essere protagonista di una storia incredibile – ve lo immaginate come MacGuffin in un film di Guy Ritchie? – e che nella sua storia secolare è stato indossato da quattro donne. La prima, 1957, fu la socialite E. Sheldon Whitehouse, con la pietra montata nella spilla Bird on a Rock del designer Jean Schlumberger. Nel 1961 il diamante fu rimontato nella collana Ribbon Rosette e indossato da Audrey Hepburn per le foto pubblicitarie del film Colazione da Tiffany. La pietra è stata reimpostata per il 175esimo anniversario dell’azienda e successivamente indossata da Lady Gaga in occasione della 91esima edizione degli Academy Awards.
E nel 2021 è stata la volta di una raffinatissima Beyoncé Knowles-Carter, accompagnata da un altrettanto elegante Shawn Corey “Jay-Z” Carter, che può sfoggiare una spilla Bird on a Rock. Autore delle immagini, Mason Poole, tra i fotografi di moda più di grido, stylist June Ambrose e Marni Senofonte. A metà settembre sarà pubblicato anche il film, del regista e artista visivo di origini ghanesi Emmanuel Adjei, collaboratore di Kara Walker. La musica non poteva che essere Moon River, colonna sonora di Colazione da Tiffany, interpretata da Beyoncé. Come set è stata scelta la Orum House di Los Angeles, residenza arroccata sulla cima di una collina di Bel Air, progettata dagli archistar dello studio SPF.
Insomma, tutto curato al minimo dettaglio ma a molti commentatori i Carters sono sembrati solo una coppia di miliardari neri in posa accanto a una rarissima opera di Basquiat – esponente eccellente della négritude –, in una pubblicità per vendere più gioielli costosi, promossa da un miliardario bianco e ancora più ricco. A nulla è valsa la campagna di solidarietà che ha accompagnato la promozione di About Love e che prevede la distribuzione di due milioni di dollari in borse di studio e programmi di tirocinio dedicati alle università e ai college storicamente afroamericani, gli HBCUS – Historically Black Colleges and Universities, fondati prima dell’emanazione del Civil Rights Act del 1964 con l’intenzione di servire le comunità afro-statunitensi.
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