Si chiama “Mobile Art” l’ultima forma di
prêt-à-porter voluta da Kaiser Lagerfeld: un evento itinerante di portata internazionale per celebrare, tematizzare e re-interpretare, per mezzo di differenti voci artistiche, uno degli accessori “cult” della maison: l’intramontabile
sac matelassé, creata da Mademoiselle Coco Chanel nel febbraio del ‘55. Accessorio-icona dell’universo Chanel, così come il
petit robe noir, la camelia, il giro di perle, la cintura a catena, le scarpe bicolori e il celeberrimo profumo Chanel n. 5, l’inconfondibile “borsa trapuntata” è il tema principale sul quale una quindicina di noti artisti contemporanei eserciteranno il loro estro e la loro creatività, per dare vita a un lussuoso e sognante mondo, in equilibrio tra la moda e l’arte. Un ambizioso progetto per “essere parte di ciò che accade”, l’ennesima sorpresa dopo le inaspettate location scelte per gli ultimi défilé, dalla Grand Central Station di New York all’aeroporto di Santa Monica; un atto infine di lungimirante mecenatismo, sulle orme di Mademoiselle Chanel e del suo appassionato coinvolgimento nell’attività di personalità quali Lipchitz, Cocteau, Stravinsky e Diaghilev.
Chanel Mobile Art offrirà infatti eco e visibilità alle creazioni di artisti emersi negli anni ‘90, ai loro esperimenti estetici, ora poetici, ora irriverenti, condotti per portare alla luce, sotto nuova veste, i valori e il linguaggio visuale del marchio Chanel. Tali creazioni saranno presentate in Asia, in Usa ed in Europa all’interno di
Chanel Contemporary Art Container, un padiglione futuristico di settecento metri quadrati, creato appositamente dall’architetto
Zaha Hadid. Una struttura elegante, perfettamente in linea con i canoni del brand, costituita da armoniosi livelli curvilinei. Il plastico di
Chanel Pavilion è stato rivelato agli occhi di un ristretto uditorio nel corso di una conferenza stampa tenutasi lo scorso giugno presso il Palazzo Contarini Polignac di Venezia, durante la settimana di apertura della 52esima Biennale.
Si tratta di un’entità coesa, originatasi da una serie continua e fluida di elementi ad arco; un luogo in cui la luce naturale, filtrando da numerose aperture nel soffitto, incontra quella artificiale; uno spazio dotato di un ampio cortile interno, chiuso da una copertura trasparente, dalla quale è possibile osservare il cielo sovrastante, e completo anche di terrazza, elemento di raccordo con l’esterno e, al tempo stesso, comunicante con il cortile, con il quale può giungere a costituire un’area unica per gli eventi più prestigiosi. Una sinuosa “conchiglia” realizzata in materiale riflettente, illuminabile perciò con differenti colori a seconda dello specifico programma previsto per ciascuna città; un nuovissimo scenario per un’opera d’arte globale, per un film tridimensionale che prende vita grazie al sincretismo delle varie installazioni presenti. Sotto la curatela di Fabrice Bousteau,
Chanel Mobile Art sarà in tour per due anni, a partire dal gennaio 2008, e toccherà le città di Hong-Kong, Tokyo, New York, Los Angeles, Londra, Mosca e Parigi. Esclusa (purtroppo) dal privilegiato circuito l’Italia. Il pubblico potrà accedere gratuitamente all’esposizione e verrà guidato sia fisicamente che mentalmente nella fruizione, grazie ad una colonna sonora composta ad hoc per l’evento, in stretto contatto con gli artisti. All’intersezione con l’ultima frontiera del posizionamento pubblicitario giace
Chanel Mobile Art: vera e propria costruzione di un universo di senso a partire dalla borsa Chanel per antonomasia. Estrema idealizzazione di un oggetto e di un marchio al fine di collocarlo laddove non è più possibile rimuoverlo: nel cuore del pubblico, dove risiede ogni
Love Mark che si rispetti.