Se il complesso nucleo tematico The London Cut. Savile Row Bespoke Tailoring (Villa Vittoria) tiene alto il vessillo della più blasonata e conservatrice raffinatezza sartoriale inglese, Touch N.1 (Sala della Ronda – Fortezza da Basso) vuole essere un report, quanto più aggiornato possibile, sull’eleganza maschile contemporanea: un nuovo progetto che si interroga sulla più attuale problematica del “saper vestire”. Mentre dalla storica via londinese sono arrivati numerosi maestri del su misura, come Anderson & Sheppard, Chittleborough & Morgan, Davies & Son, Dege & Skinner, nel fittizio department store allestito per Touch dal designer Oliviero Baldini dialogano in modo costruttivo, in un luminoso scenario privo di separazioni, le proposte di Bruno Bordese (Italia), Haver Sack (Giappone), Herion (Italia), Invertere Coatwrights (Gran Bretagna), Jauge Sept (Francia), Kohzo Denim (Giappone), L.F. Lidfort (Italia), Marchand Drapier (Francia), Ramosport (Francia), Sissirossi (Italia), Yoshi Funabashi (Italia) e Yuketen (Giappone), solo per citarne alcuni. Lo stile che suggeriscono è fatta di accostamenti sofisticati e imprevedibili: il nuovo dandy indossa la giacca sartoriale sopra alla felpa vintage con cappuccio e abbina il paltò in cashmere con la sneaker customizzata.
A PittiImmagineUomo N.71 l’eleganza, indiscutibile categoria del gusto, si muove da un estremo all’altro, oscillando tra il polo del luxury design più estremo di Rooms n. 5 (Palazzina Presidenziale della Stazione di Santa Maria Novella) e quello della raffinatezza noncurante, incarnata dalla collezione di Kris Van Assche, il “nome” cardine della manifestazione. Lo stilista belga, laureatosi presso la Royal Academy of Fine Arts di Anversa, è protagonista a Pitti Uomo con un’installazione nello spazio delle Pagliere, al Giardino di Boboli. L’interevento di Van Assche riflette, come tutte le altre sue creazioni, “una certa nostalgia per quell’eleganza smarrita da qualche parte
Tra British tailoring e portamento mitteleuropeo, in quel di Firenze si trova spazio anche per parlare dello stereotipo dell’uomo italiano: la Fondazione Pitti Discovery presenta infatti un numero speciale di Permanent Food (la rivista ideata dall’artista Maurizio Cattelan in collaborazione con Paola Manfrin) dedicato allo stile dell’uomo italiano. In copertina Ugo Tognazzi: perfetta sintesi dell’atteggiamento veramente unico degli italiani verso la vita, in un mix tra eleganza formale del vestire e crudezza della storia passata e presente della società italiana. Per la prima volta infine, Welcome to my house entra nella Fortezza da Basso: lo streetwear si giustappone così all’eleganza, con le collezioni di 10 aziende, giovani e di piccole dimensioni come 2k by Gingham, Crescent Down Works, Dangerous Work e Dead Meat, che si dimostrano aperte alle contaminazioni con la musica, l’action sport e l’arte e rappresentano oggi il punto di partenza per la ricerca sullo stile della strada.
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