Ci parli dell’installazione che hai preparato per il Fornarina Urban Beauty Show lo scorso settembre?
S’intitola Dreams are my Reality ed è basata sulla storia di Alice nel Paese delle Meraviglie. Una ragazza si è persa nella notte su una gigantesca scacchiera, circondata da roseti, conigli e cavalli a dondolo. Il risultato finale era molto poetico. Inoltre, è stata per me una nuova esperienza, vedere una delle mie immagini prendere forma tridimensionale in un live show, con tanto di modelle e musica. Qualcosa comunque di molto diverso rispetto a una sfilata di tipo istituzionale.
Hai lavorato per altri marchi di moda e di design?
Alcuni brand hanno tentato l’approccio, ma voglio lavorare solo con quelli che apprezzo e che ritengo abbiano un vero interesse nel mio lavoro e nell’arte, in senso più generale. Al giorno d’oggi, è fashionable che ciascuna compagnia abbia i propri collaboratori artistici, ma qualche volta credo che risulti solo falso e inadeguato. Ho lavorato per Reebok in occasione del Festival di Cannes e per Sony Entertainment per gli eventi di lancio della PS3.
Qual è il tuo background?
Sono solita definirmi un’autodidatta. Ho frequentato alcuni istituti d’arte, ma li ho odiati, troppo convenzionali e orientati professionalmente. Ho iniziato a disegnare al computer quando avevo dieci anni e ho sviluppato da sola la mia tecnica. La mia è una famiglia di estimatori d’arte: ricordo i miei primi innamoramenti giovanili per certi dipinti esposti al Prado e al Guggenheim. Poi ho scoperto il superflat nipponico e i primi lowbrow artist. Ho sempre creato le mie cose per me sola, senza mostrarle agli altri, poi ho incontrato per caso il mio primo gallerista e ho iniziato a esporre…
Parlaci del tuo mondo e dei tuoi personaggi
Il mio mondo non ha limiti e si alimenta con molti riferimenti della mia infanzia.
Hai mai pensato di diventare stilista? Che abiti disegneresti?
Certo, ma probabilmente sarei più brava come designer di vestiti per bambole…
C’è uno stilista che ami e che influenza il tuo lavoro?
Adoro Tsumori Chisato per la sua poesia. Amo il fatto che dipinga sui suoi vestiti, rendendoli fiabe da indossare. Recentemente ho comprato un suo abito con delle applicazioni di “palline” che formano un cigno: è subito diventato il mio preferito. Apprezzo Jeremy Scott per la sua modernità e perché non prende la moda troppo sul serio: è uno che sa come trarre ispirazione dalla strada. Sono totalmente innamorata del suo guitar-dress e dei suoi costumi. Ammiro anche Gareth Pugh per la fantasia del suo lavoro: tutto ciò che fa sembra una scultura contemporanea sul corpo umano. Mi piacciono inoltre le ultime collezioni di Christian Lacroix, Balenciaga, Dolce & Gabbana e molti altri ancora.
Compro moltissimi magazine, soprattutto in aeroporto. Super, POP, ID, Juxtapoz, Nylon. Alcune riviste, poi, le ho scoperte dopo esservi stata pubblicata: WeAr, WAD, Nude, H magazine. Amo acquistare riviste di paesi differenti perché mi aiuta a stare in contatto con ciò che accade, a livello mondiale, in termini di arte visuale e moda. È l’aperitivo con cui nutro la mia immaginazione.
Parlaci della tua ultima mostra.
Attualmente alcune mie opere sono in mostra a Parigi in una collettiva curata da Arts Factory. Si tratta di una mostra che raggruppa dieci giovani artisti, anche molto differenti fra loro. Quello che apprezzo davvero è però lo spirito globale della cosa: molto colorato e giocoso. Personalmente espongo la mia ultima serie di immagini: ho lavorato su ritratti di grande formato (70×100), il che è impressionante, perché i volti delle bambole risultano 4 volte più grandi rispetto a un viso umano. Inoltre ho curato moltissimo i dettagli: milioni di capelli, occhi enormi, piccoli animaletti. Il feedback che sto ricevendo in merito alle nuove immagini è buono: le gente mi dice che le trova scioccanti, ma al tempo stesso dolcissime. Finché riuscirò a colpire le persone, potrò dire di avercela fatta!
Pensi che al momento attuale si possa parlare di vera innovazione nel campo dell’illustrazione?
Non c’è molta innovazione, ma la colpa è della committenza, non degli illustratori. Molti hanno uno stile contemporaneo, d’impatto, ma la committenza li tarpa con richieste old school e idee convenzionali. Molti buoni progetti vengono abbandonati in favore di altri, molto più poveri dal punto di vista artistico. Nel Nordeuropa molto spesso si trovano le cose migliori, ma probabilmente solo perché le società hanno vedute più ampie e più interessate al design, nel vero senso della parola. Ad esempio, Mark Verhaagen, mio amico oltre che “collega”, ha recentemente creato alcune immagini enormi per Vodafone UK. Mi piacciono inoltre alcune cose fatte dal Rinzen, uno studio con base in Australia e in Germania, e apprezzo Friendswithyou con sede negli States per la loro originale e personalissima visione dell’universo. Cito infine la giapponese Junko Mizuno, altra mia amica, una grande artista del fumetto e illustratrice.
Progetti per il futuro?
Così tanti… A febbraio avrò la mia prima personale presso la KochXBos gallery ad Amsterdam, poi prenderò parte al Parcours St. Germani, un grande evento d’arte contemporanea a Parigi, commissionato dalle Case d’Alta Moda. Voglio poi viaggiare molto, sono ferma a Parigi ormai da troppo: ho proprio bisogno di un po’ d’aria fresca. Infine ho un progetto editoriale segreto per il 2009: non posso dire nulla in merito, ma sarà fantastico…
link correlati
www.mijnschatje.fr
www.myspace.com/mijnschatje
a cura di marzia fossati
[exibart]
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