La Fondazione Accorsi, nata grazie al lascito del collezionista e antiquario Pietro Accorsi, è sede di un museo di arti decorative di notevole livello. Gli ambienti sono stati ricostruiti e gli arredi sono stati scelti nel rispetto della sensibilità del fondatore e rispecchiano in modo preciso le tendenze del Settecento.
In una sala del Palazzo è ospitata, nel contesto delle iniziative di Torino World Capital Design, la mostra
Gioiello italiano contemporaneo: tecniche e materiali tra arte e design, già proposta a Vicenza, Milano e Berlino. Dalla partecipazione di artigiani orafi, artisti, designer a un concorso bandito nel 2007 è nata una rassegna ampia, che palesa le più diverse tendenze.
In prima istanza, pone l’accento sul fatto che è difficile delimitare l’ambito della produzione orafa in modo univoco, in quanto fondata su tangenze e contaminazioni stilistiche, sia nel caso di una matrice artigianale, sia quando l’elaborazione è più tecnica, di tipo industriale. La tradizione orafa in Italia è molto antica e interagisce con il territorio: ogni regione rivela infatti una connotazione peculiare. I laboratori artigianali a Valenza e Vicenza, il mosaico a Firenze e Venezia, la filigrana in Liguria e Sardegna, il corallo a Torre del Greco e in Sicilia sono esempi attraverso i quali si comprende come la coesistenza di tradizione e capacità innovativa esalti e valorizzi anche i materiali.
Insomma il ventaglio di proposte palesa in modo chiaro l’estro creativo di uno dei settori trainanti del made in Italy e sono proprio le differenze a offrire la chiave interpretativa degli ornamenti esposti in tre teche.
L’eterogeneità degli oggetti è enfatizzata ulteriormente dalla stretta contiguità all’interno delle bacheche. Se le grandi firme dell’oreficeria, quali Damiani, Salvini, Cimenti, Bulgari, Pomellato sono notissime anche grazie alla costante presenza nel mondo pubblicitario, è sicuramente meno nota la produzione di alcuni grandi designer.
In mostra si possono dunque apprezzare particolarmente la parure
Island di
Doriana e
Massimiliano Fuksas con
Mimmo Paladino, gli orecchini e i “macroanelli” di
Ettore Sottsass jr. e i pendenti d’argento
Costellazioni di
Bruno Munari.
E poi, tra gli ornamenti in visione, ci sembrano di notevole interesse le spille anni ’80
Omaggio a Mondrian e
Omaggio a Carrà di
Donatella Pellini, la collana “ matitecoralle” di
Margherita Marchioni, la collana
Light di
Fiorella Meo, il pendente
Sogno di città di
Maurizio Stagni e la collana
Installazione di
Maria Rosa Franzin.