Elio Fiorucci ha scritto un capitolo nella storia del costume italiano e la sua travolgente energia creativa ha lasciato un segno anche all’estero. Ha fondato il suo marchio nel 1967 a Milano, con l’ambizione di trasportare in Italia la libertà trasgressiva che aveva conosciuto nella Londra di Vivienne Westwood e dei Sex Pistols.
È stato un pioniere, capace di attingere dalla realtà intorno a lui per trasformarla e guardare lontano. Ha rotto gli schemi della moda, a partire dal denim, che ha voluto riplasmare sul corpo femminile disegnando jeans attillati dal taglio impeccabile. Il suo negozio in Galleria Passerella, primo concept store in Italia e punto di ritrovo di un’intera generazione fra gli anni Ottanta e Novanta, ha movimentato la scena milanese. Con happening culturali e performance, ma anche grazie ad abiti, accessori e oggettistica varia simbolo di un lifestyle ludico e ironico, in cui la moda diventava filosofia di vita, nutrita da una stretta commistione con l’arte.
Fiorucci strinse amicizia con Andy Warhol, che scelse proprio il suo store di New York per il lancio della rivista Interview. Inoltre, Fiorucci affidò a Keith Haring la decorazione del suo negozio in San Babila. Contaminazioni continue, a partire dal celeberrimo logo con i due angeli, destinato a diventare un’icona pop e ideato dall’architetto Italo Lupi a partire da una cartolina vittoriana. Fiorucci era un designer ma anche uno straordinario cool hunter, capace di scorgere potenzialità inaspettate negli oggetti più disparati, perfino i più kitsch, facendoli assurgere a nuovi significati. Del resto, Gillo Dorfles ha definito Elio Fiorucci «Il Marcel Duchamp della moda italiana», accostando la sua attitudine creativa al ready-made.
La chiusura del negozio in San Babila nel 2003 e la scomparsa dello stilista nel 2015 parvero sancire la fine di un’epoca, nonostante un tentativo britannico di rilanciare il brand nel 2017. Adesso, complice il ritorno dell’estetica Y2K, Fiorucci è pronto per il suo nuovo corso. Dal 2022, la proprietà di Fiorucci è passata a Dona Bertarelli, filantropa ambientale attiva per la protezione degli oceani, che ha designato come AD Alessandro Pisani. A settembre dello scorso anno il fashion brand è tornato nella nativa Milano. Di recente ha presentato la sua collezione autunno/inverno 2024-25 con uno showcase a Casa Fiorucci, il nuovo headquarter di mille metri quadrati in via Lomazzo, che include showroom e hub creativo.
Con lo stile unconventional tipico del marchio e in linea con il concept Sugar Coating della nuova direttrice creativa, Francesca Murri, il lookbook è stato raccontato attraverso il recupero in chiave contemporanea e inclusiva del linguaggio narrativo del fotoromanzo, format popolare tra gli anni ’60 e ’70. Davanti a una fermata del tram ricostruita con tanto di panchina, scene di vita sono catturate dalla macchina fotografica, con un chiaro rimando alla filmografia di Andy Warhol, a partire da Couch (1964).
Immersa in un immaginario pop, la nuova collezione reinterpreta i classici del guardaroba con un dialogo fra tradizione e visione avanguardista. Se il denim è un irrinunciabile must-have diurno, la lycra è trasformata per adattarsi all’eleganza delle ore notturne. Anche l’intimo è reinterpretato con un tocco ludico per integrare e stratificare l’outifit, mentre la felpa, in una nuova versione con reggicalze a vista, diventa un audace statement che apre a nuove prospettive espressive. Infine, la borsa Mella è riproposta in materiali inediti.
Dopo il pop up Fiorucci in Rinascente Duomo, a marzo ne aprirà un altro a Parigi, presso Galeries Lafayette Champs-Élysées. E nell’epoca dell’AI, può un marchio simile rimanere estraneo ai gadget digitali? Certo che no. Infatti, ha annunciato una collaborazione con Samsung Electronics: una collezione di card per personalizzare i nuovi smartphone top di gamma della serie Samsung Galaxy S24, grazie a un lollipop rosso, simbolo dell’ironica irriverenza creativa di Fiorucci.
Non solo: a ottobre, la Triennale di Milano dedicherà una mostra alle varie sfaccettature della poliedrica personalità di Elio Fiorucci. La retrospettiva affronterà, con una prospettiva di respiro internazionale, il contesto culturale e i diversi ambiti esplorati da Fiorucci a partire dalla moda: arte, design, architettura, musica e intrattenimento.
Forse, è proprio l’eclettismo il segreto di Fiorucci, che offre lo sugar coating alle nuove generazioni per affrontare un futuro sempre più cupo e fa leva sulla dolce malinconia di chi, oggi, rivive i ricordi della propria giovinezza.
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