-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Peter Lindbergh Azzedine Alaïa edito da Taschen, è il libro dedicato al sodalizio fra Peter Lindbergh e Azzedine Alaïa. Nel volume, che accompagna la mostra Mirror View presso la Fondation Azzedine Alaïa, Carla Sozzani racconta il connubio artistico tra il fotografo e lo stilista.
Mirror View
La storia e la vita di queste due icone della fotografia e della moda si intrecciano nel 1979. Da una parte, Alaïa aveva un obbiettivo ben preciso: esaltare la figura femminile con i suoi abiti. Dall’altra, Lindbergh catturava una femminilità libera da artifici attraverso la sua fotografia in bianco e nero. Mirror View, in mostra fino al 14 novembre al numero 18 di Rue de la Verrerie, celebra questo sodalizio ricreando uno spazio di dialogo fra le magnifiche fotografie di Lindbergh e gli abiti originali disegnati da Alaïa.
Proprio in quella che fu la casa e il laboratorio di idee di Azzedine, i lavori di questi due giganti della moda tornano a confrontarsi.
Peter Lingbergh e Azzedine Alaïa
I due hanno contribuito in maniera rivoluzionaria alla storia della moda parigina nonostante arrivassero da luoghi completamente diversi. Lindbergh iniziava la sua carriera come fotografo per Stern, una rivista tedesca, ma finì per gravitare su Parigi dove mise in piedi il suo studio nel 1978. Nel frattempo, Alaïa, di origini tunisine, muoveva i primi passi come stilista. Fortemente ispirato dalle sue origini, reinterpretò la struttura del corpo femminile usando l’abito strumento di valorizzazione.
Le suggestioni di giochi di luce e l’amore per il nero venivano così proiettati verso la ricerca di una spiccata autenticità ricreando il poetico realismo delle atmosfere cinematografiche.
Infine, Lindbergh e Alaïa, furono due creativi – se volete – anomali. Entrambi riuscirono a mettere al secondo posto le proprie ambizioni creative in favore di chi fotografavano o vestivano rendendo i propri soggetti icone dello stile. Fra le tante amicizie su cui Azzedine Alaïa poteva fare affidamento c’erano anche Franca e Carla Sozzani. Carla Sozzani, che ha curato il volume edito da Taschen, mette insieme le voci di tante altre famosissime personalità del settore come Paolo Roversi, Olivier Saillard e Fabrice Hergott.