LVMH PRIZE25, FINALISTS
Nel panorama della moda contemporanea due premi rappresentano al meglio l’impegno per la ricerca e valorizzazione del talento emergente: l’International Woolmark Prize e il LVMH Prize for Young Fashion Designers. Pur con approcci diversi, entrambi agiscono come vere piattaforme di scouting e mentorship per offrire un supporto concreto alle nuove generazioni.
Nato nel 1953, il Woolmark Prize ha un’eredità leggendaria: basti pensare che tra i vincitori delle sue prime edizioni figurano Karl Lagerfeld e Yves Saint Laurent, allora giovani e poco conosciuti. Oggi, a oltre 70 anni dalla sua fondazione, il premio celebra ancora la bellezza e la versatilità della lana Merino, sostenendo un approccio responsabile alla produzione e offrendo ai finalisti non solo visibilità, ma anche strumenti per crescere nel tempo: mentorship, fondi, contatti con l’industria: ACT N°1 (Italia), Diotima (USA), Duran Lantink (Paesi Bassi), Ester Manas (Belgio), LGN LOUIS GABRIEL NOUCHI (Francia), LUAR (USA), Meryll Rogge (Belgio), Standing Ground (UK/Irlanda).
Il vincitore di questa edizione 2025 è il designer olandese Duran Lantink la cui collezione ha colpito la giuria – presieduta da Donatella Versace – per la capacità di reinterpretare la lana in modo sperimentale e raffinato: maglieria 3D ricostruita, antiche tecniche artigianali olandesi, uniformi militari rigenerate. La direzione artistica dell’evento, firmata da IB Kamara, ha scelto come tema il sole, simbolo di rinnovamento e connessione con la natura: un richiamo alla sostenibilità come principio guida. Nella stessa serata Pieter Mulier, direttore creativo di Alaïa, ha ricevuto il Karl Lagerfeld Award for Innovation, mentre il Supply Chain Award è andato al gruppo Südwolle, riconosciuto per l’eccellenza nella filiera tessile. L’intera manifestazione ha riaffermato il ruolo centrale della ricerca sui materiali, della responsabilità produttiva e della sperimentazione progettuale.
«Sono estremamente onorato e felice di aver ricevuto il primo Karl Lagerfeld Award for Innovation nella sua nuova versione», ha dichiarato Mulier. «Da Alaïa, la lana gioca un ruolo fondamentale nella ricerca di innovazione e modernità. Nella mia collezione Summer Fall 2024, un unico filato è stato utilizzato come concetto centrale, esplorando come la ricchezza della lana possa essere trasformata in forme, dimensioni, texture e strutture sempre nuove. Grazie di cuore, questo riconoscimento significa davvero moltissimo per noi».
Lanciato nel 2014 dal colosso francese del lusso, il LVMH Prize è arrivato alla sua dodicesima edizione ricevendo oltre 2.300 candidature da tutto il mondo. Il concorso conferma il proprio ruolo di osservatorio privilegiato sulle nuove geografie della moda contemporanea: si parte dai 20 semifinalisti selezionati a marzo, provenienti da 15 paesi, dove spiccano per la prima volta creativi da Arabia Saudita, Egitto e Ghana, per arrivare alla selezione di 8 brand e la finale che si terrà il 3 settembre 2025 alla Fondation Louis Vuitton. Il vincitore assoluto riceverà un finanziamento di 400.000 euro e una mentorship di un anno da parte dei team LVMH; gli altri due premi, ciascuno da 200.000 euro, offrono a loro volta visibilità e un tutorship importante per lo sviluppo del business.
Sono stati annunciati gli otti finalisti, tra cui è l’italiano Francesco Murano, che dovrà competere con LAINPAUL di Alain Paul (Francia), ALL-IN di Benjamin Barron (Stati Uniti) e Bror August Vestbø (Norvegia), SOSHIOTSUKI di Soshi Otsuki (Giappone), STEVE O SMITH di Steve O Smith (Regno Unito), TOLU COKER di Tolu Coker (Regno Unito), TORISHÉJU di Torishéju Dumi (Regno Unito) e ZOMER di Danial Aitouganov (Paesi Bassi).
Ha commentato Delphine Arnault: «In occasione della dodicesima edizione del LVMH Prize, le collezioni dei semifinalisti hanno evidenziato una ricca diversità di background e visioni creative. Ognuno di loro ha dimostrato una grande competenza nella sartoria, nell’artigianalità e un senso di raffinatezza che sono state una vera ispirazione. Colgo l’occasione per congratularmi con tutti e sono anche molto grata al nostro comitato di esperti per il continuo supporto».
Francesco Murano, classe 1997, rappresenta una delle voci più originali e mature del nuovo made in Italy. Cresciuto in un piccolo paese in provincia di Salerno, ha respirato fin da piccolo l’arte sartoriale grazie alla nonna e alla zia. Una dimensione familiare e artigianale che ha lasciato un’impronta indelebile nel suo approccio alla moda, fatto di attenzione maniacale ai dettagli, sensibilità materica e valorizzazione del corpo femminile in movimento. Formatosi allo IED di Milano, Murano ha costruito un immaginario in equilibrio tra classicismo e contemporaneità, ispirandosi alla statuaria greco-romana e alla danza. Il suo stile è riconoscibile: blazer strutturati si fondono con drappeggi fluidi, creando silhouette scultoree ma morbide; la palette alterna neutri sofisticati a punte drammatiche di nero o bordeaux.
Già premiato da Camera Nazionale della Moda Italiana e protagonista delle passerelle milanesi, Murano ha conquistato numerose popstar internazionali tra cui Beyoncé, che ha indossato un suo abito appena dopo il suo diploma; da allora il suo nome è apparso nei look di Cardi B, Elodie, Katy Perry, Chiara Ferragni, Mariacarla Boscono e Gisele Bündchen. Il corsetto nero indossato da Elodie durante l’Elodie Show 2023 è ormai uno dei suoi signature look.
La sua filosofia creativa si basa sul concetto di “abito su misura” non solo come forma sartoriale, ma come strumento espressivo capace di accompagnare e valorizzare i corpi in movimento. Ogni sua collezione è costruita come un corpo danzante, con tessuti che scivolano, avvolgono, scolpiscono.
La selezione nella shortlist finale del LVMH Prize 2025 conferma il suo talento e ne rafforza la dimensione internazionale. La sua presenza in finale è anche un segnale importante: in un contesto dove l’Italia fatica a imporsi con nuove leve, Murano rappresenta un raro esempio di connubio tra tradizione ed estetica contemporanea.
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