Moda e Arte un ottimo connubio da scoprire in alcuni luoghi emblematici di Parigi in occasione di questa Fashion Week Haute Couture.
Il week-end passato Prada ha aperto le danze con la quarta edizione di Prada Mode, il social club itinerante incentrato sulla cultura contemporanea proveniente da Londra, dopo essere stato a Hong Kong e Miami durante Art Basel.
Nelle bellissime sale Belle Époque del ristorante Maxim’s è stata accolta l’installazione Making Faces di Kate Crawford, ricercatrice in intelligenza artificiale, e dell’artista Trevor Paglen intorno al riconoscimento facciale. I due piani del ristorante, tra busti frenologici, libri di fisiognomica, e strumenti di misurazione di teste e volti utilizzati negli ultimi duecento anni, presentano due schermi che mappano i volti dei membri di questo club atipico. Crawford e Paglen restituiscono uno sguardo critico sugli attuali sistemi di sorveglianza dimostrando come le informazioni restituite da questi, in tempo reale, non corrispondano affatto alla realtà. Uno dei due schermi rivela alcuni tratti della personalità di chi è catturato da questa macchina infernale, per rendersi conto presto delle risposte incongruenti, assurde che mostra. Sembra infatti che già in poche ore, un quarto della gente mappata risulti piromane. L’altro schermo indica l’età, il genere e un’emozione, ma anche qui sorprese a gogo. Appuntamento con la quinta edizione a Shanghai durante l’International Film Festival.
Maria Grazia Chiuri, direttrice artistica della maison Dior e il museo Rodin presentano fino al 26 gennaio l’installazione The Female Divine di Judy Chicago.
Nell’ambito delle sue ultime collezioni, la stilista italiana – sensibile alla storia dell’arte femminista – ha già avuto collaborazioni artistiche diverse vedi con la nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie, la poetessa Robin Morgan o l’artista italiana Tomaso Binga.
L’opera di Judy Chicago presenta una magnifica struttura gonfiabile a forma di corpo femminile, una sorta di dea gigante ispirata a una scultura immaginata dall’artista statunitense negli anni 1970.
All’interno, in un’atmosfera dorata, si erige al centro uno stendardo con su ricamato “E se le donne dirigessero il mondo?“, mentre ai lati una serie di striscioni riportano frasi come “la terra sarebbe protetta?”, “gli uomini e le donne sarebbero forti?” e via dicendo, tante domande per riconsiderare le relazioni e i ruoli di potere nelle società. Gli striscioni sono stati realizzati a mano da una scuola di ricamo sita in India.
Infine, le Théâtre du Châtelet accoglie, quella che è stata annunciata come l’ultima sfilata dell’enfant terrible dell’alta moda francese, il mitico Jean-Paul Gaultier, che dopo cinquant’anni di carriera ha deciso di dedicarsi a nuovi progetti.
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