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Pitti Uomo 104, i cinque momenti migliori della kermesse fiorentina
Moda
La chiusura di Pitti Uomo 104 mostra come il settore del menswear sia in ripresa, come dimostrano i dati di chiusura della manifestazione. Afferma Raffaello Napoleone: «I primi dati di affluenza finale, con i compratori italiani in aumento del 6% e quelli esteri del 24% rispetto al giugno 2022 premiano anzitutto l’impegno e la capacità di rinnovarsi mostrata dagli 825 espositori di questo Pitti Uomo e confermano un percorso di ripresa del salone, che sta gradualmente ritornando alle dimensioni pre crisi. Lo confermano anche le tante iniziative ed eventi in città in questi giorni, che sono stati oltre 110».
E conclude Agostino Poletto, direttore generale di Pitti Immagine: «L’internazionalità si è concretizzata non solo nelle presenze dei buyer, ma anche nei tanti progetti e collaborazioni in Fortezza, che hanno portato la ricerca di giovani stilisti e creativi da tutto il mondo, grazie anche al supporto di Fondazione CR Firenze. Dal Giappone di J Quality Factory Project al Sudafrica del designer Chuulap, al Michigan dei brand giovani di Detroitissimi e al nord Europa con Scandinavian Manifesto, fino al meritato successo raccolto dai dieci designer emergenti di S Style, le cui sperimentazioni sulla moda sostenibile hanno avuto un partner d’eccezione come Kering MIL, centro di ricerca impegnato a ridurre l’impatto ambientale».
Cinque eventi che hanno segnato questa edizione di Pitti Uomo 104
Lo show di Fendi alla Fendi Factory
La maison ha scelto di presentare la sua collezione alla Fendi Factory, il polo d’eccellenza della Maison recentemente inaugurata nel cuore della campagna toscana a Capannuccia (Bagno a Ripoli). Un invito per celebrare l’eccellenza del Made in Italy, una vera full immersion nel saper fare dell’azienda dove gli ospiti hanno potuto vedere al lavoro le maestranze, che sono spesso “dietro alle quinte” ma alla base del successo del brand.
E come ha sottolineato la stessa Silvia Venturini Fendi, Direttore Artistico Accessori e Uomo, che è uscita per il finale accompagnata dagli stessi artigiani: «Quando pensiamo agli artigiani si tende a immaginare siano persone anziane, mentre qui abbiamo tantissimi giovani ragazzi e ragazze appassionati a queste tradizioni e che rappresentano il presente e futuro del Made in Italy».
Non a caso sono diversi i riferimenti nello show al concetto di artigianalità, dal grembiule, la tipica “divisa” da artigiano, che è stato ripensato come camicia e gonna con colletto all’americana di varie lunghezze su pantaloni sartoriali e pantaloncini da città, fino ai gioielli disegnati da Delfina Delettrez Fendi, direttore artistico della gioielleria, a forma di chiave dell’armadietto, piastrine con la scritta “Made in Fendi”. Tutto lo show è stato studiato nei minimi dettagli fino alla colonna sonora prodotta da Nico Vascellari e Rocco Rampino, che riproduce suoni ambientali campionati dalla fabbrica FENDI e dall’ambiente circostante. Un grande evento che ha dimostrato come l’heritage e le migliori tradizioni possano convivere e rinnovarsi grazie alle nuove generazioni.
Il designer californiano Eli Russell Linnetz
Eli Russell Linnetz con la sua label ERL racconta il suo mondo crossover tra moda, design e lifestyle realizzando un progetto specifico per l’occasione. Il designer ha portato un po’ di Venice Beach a Firenze in uno spettacolo fluo e metallizzato. Dal titolo “Make Believe”, la collezione ha immaginato un futuro distopico in cui i surfisti californiani si riversano a Firenze per cavalcare le onde nella città allagata. “Ho davvero cercato di creare un collegamento tra la mia casa a Venice Beach e Firenze. Mi sono immaginato Firenze nell’anno 2176 e la città è sott’acqua. Tutti i surfisti della California si riversano a Firenze e vanno a fare surf.” ha spiegato Linnetz.
L’happy fashion di Chulaap
Chulaap – fondato nel 2015 da Chu Suwannapha, designer thailandese d’origine e sudafricano d’adozione – colora Pitti Uomo attraverso una speciale installazione alla Sala delle Nazioni. Il brand ha saputo distinguersi nel panorama menswear contemporaneo grazie a un mix di colori, forme e texture. Non a caso Suwannapha è stato definito “principe delle stampe”.
La forza creativa del suo background, unita ad un approccio innovativo verso accostamenti e volumi, celebra in maniera unica l’Africa di oggi, incorporandone le tradizioni e unendo motivi come il batik o dettagli quali origami e ricami. Tagli ampi e squadrati delineano un’estetica androgina, sperimentale, proiettata nel futuro. La sua presentazione ha portato in Fortezza da Basso una ventata di originalità e inclusione.
La moda responsabile di S Style
È un tema di cui si parla spesso senza cognizione di causa, ma il progetto S|STYLE curato dalla giornalista Giorgia Cantarini porta in scena a Pitti Uomo uno scouting dall’impronta fortemente inclusiva e internazionale, promuovendo il lavoro di designer emergenti che, nel realizzare le proprie collezioni, ricorrono a pratiche virtuose sotto il profilo etico e ambientale, unendo eco-responsabilità e desiderabilità dei capi. Tracciabilità, filati riciclati (e riciclabili), tessuti di recupero o upcycled, uso della tecnologia per contrastare gli sprechi che, per una delle industrie in assoluto più inquinanti qual è la moda, costituiscono un gigantesco problema e sono tutti elementi fondamentali del progetto.
On show alla Sala delle Nazioni: Ksenia Schnaider, Dalpaos, Permu, Cavia, Dhruv Kapoor, Isnurh, Steven Passaro, Jeanne Friot, Olooh Concept, Young n Sang. Il progetto si è ulteriormente sviluppato grazie alla partnership con Kering, che offre una fase di formazione, avviando una mentorship col Material Innovation Lab, il centro di ricerca del gruppo che si occupa di tutto ciò che concerne la sostenibilità.
Racconta Giorgia Cantarini: «Questo darà l’opportunità ai creativi selezionati di accedere a risorse difficili da ottenere per le rispettive griffe, di dimensioni ridotte; sicuramente potranno acquisire un know-how unico nel suo genere e saranno legati a una multinazionale che garantisce enorme visibilità. L’auspicio è che i più dotati vengano notati anche da altre maison e, di nuovo, riescano a entrare nelle boutique di riferimento in tutto il mondo».
Scandinavian Manifesto, la moda nordeuropea a Pitti Uomo
La scena della moda nordica trova nuovamente spazio a Pitti Uomo nella sezione espositiva Scandinavian Manifesto, una delle principali e più consolidate collaborazioni internazionali del salone fiorentino. Il progetto è frutto di una collaborazione portata avanti con Revolver Copenhagen, piattaforma di riferimento per i brand scandinavi, così da dare risalto ai designer di nuova generazione.
On show sono una selezione di marchi provenienti da Danimarca, Svezia e Norvegia: Another Aspect, Adnym, Berner Khul, Les Deux, Norse Projects, Won Hundred, Rue De Tokyo, Past Tense, Han Kjøbenhavn e Forét studio. Tra i brand Les Deux, lanciato nel 2011 da due amici, come suggerisce il nome (“i due” in francese, ndr), mostra un approccio dualistico, sia per quanto riguarda il design, sia nella mentalità, un vero e proprio clash stilistico che abbraccia gli universi contrastanti dei fondatori. Il traguardo è proporre abiti che diano un senso di appartenenza a chi li sceglie, guardando non solo all’aspetto ma anche all’inclusione. E non a caso in Fortezza da Basso hanno messo in scena un campo da basket dove hanno invitato le persone a unirsi per una partita, in perfetta sintonia con il tema di Pitti Uomo.