Categorie: Moda

Quattro notizie per capire come sta cambiando la moda, che riparte a settembre

di - 6 Settembre 2024

La nuova stagione della moda riparte non solo con una fashion week di New York che, dal 6 all’11 settembre, presenta un calendario denso di eventi, tra cui lo show di Giorgio Armani. Ma anche con una serie di notizie che stanno facendo discutere gli insider: un segnale del grande cambiamento in corso in tutto il sistema. Abbiamo selezionato quattro breaking news su cui riflettere.

Haider Ackermann alla guida di Tom Ford

È arrivato come un fulmine a ciel sereno l’annuncio che il designer colombiano di base a Parigi e formatosi ad Anversa ha assunto la direzione creativa di Tom Ford. Haider Ackermann supervisionerà tutte le linee del brand, tra cui le collezioni donna e uomo oltre alla linea eyewear.La sua prima collezione sarà presentata alla Paris Fashion Week a marzo 2025.

La visione sofisticata del designer ha conquistato non solo star internazionali come Tilda Swinton e Timothée Chalamet, ma anche designer come Jean Paul Gaultier con cui ha collaborato per l’Haute Couture e Karl Lagerfeld. È uno dei creativi più colti e rispettati dal fashion system e di sicuro porterà una ventata di novità in un brand come quello di Tom Ford, tutto giocato su un sexy glamour che aveva forse stancato dopo l’addio del fondatore.

Lo stesso Ford ha dichiarato: «Sono da tempo un grande fan del lavoro di Haider. Trovo sia le sue collezioni femminili che quelle maschili ugualmente interessanti. È un colorista incredibile, la sua sartoria è nitida e, soprattutto, è moderno. Condividiamo molti riferimenti storici e non potrei essere più emozionato di vedere cosa farà con il marchio. Sospetto che sarò il primo in piedi ad applaudire dopo il suo show a marzo».

Una decisione che rivela una grande visione e coraggio da parte dell’azienda e lo stesso Ackermann meritava una consacrazione a livello globale.

Haider Ackermann

Jacquemus riceve il Couture Award e corre verso Chanel

Momento d’oro e sempre più in ascesa per l’enfant prodige della moda francese: Simon Porte Jacquemus, founder del proprio brand omonimo, ha ricevuto il Couture Council Award for Artistry of Fashion 2024 del MFIT, l’unico museo di New York dedicato esclusivamente alla moda. Il suo amore per l’arte e per la cultura francese, oltre al suo approccio non convenzionale alle sfilate di moda che si svolgono in luoghi insoliti, lo hanno reso uno dei nomi “hot” del fashion. Il tutto aiutato anche dalla sua presenza fisica decisamente carismatica, che ha fatto innamorare gli addetti ai lavori.

Jacquemus aveva già ricevuto un Premio Speciale della Giuria LVMH 2015, poi il Neiman Marcus 2024 per l’innovazione nel campo della moda. Più recentemente è stato insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere – Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres, il più alto riconoscimento ministeriale francese e un vero record per lo stilista che è stato il più giovane ad aver mai ricevuto questo onore.

Alcuni giorni fa, la giornalista Lauren Sherman ha fatto trapelare la notizia che proprio lui potrebbe essere uno dei candidati per la direzione creativa di Chanel, maison che ha bisogno di un rinnovamento. E chi meglio di Jacquemus, uno dei brand più amati dalle nuove generazioni?

Simon Porte Jacquemus

Lo stile di Stefano Pilati per Zara

Da tempo Stefano Pilati è assente dalle scene come fashion designer, dopo la lunga direzione creativa da Yves Saint Laurent (2004-2012) cui hanno fatto seguito tre anni nel ruolo di head designer della linea Ermenegildo Zegna Couture, per poi lanciare, nel 2018, il suo brand gender fluid Random Identities.

Negli ultimi tempi però lo stilista, proprio per il suo stile personale, è stato chiamato sia per servizi fotografici su magazine di settore, sia per sfilare lui stesso, come è accaduto nell’ultimo show di Louis Vuitton diretto da Pharrell Williams.  Il suo è uno di quei nomi rimasti nel fashion limbo.

A sorpresa e con grande lungimiranza, Zara ha annunciato la capsule con Pilati, che comprenderà 30 look di abbigliamento donna e uomo, insieme ad accessori come scarpe e pelletteria. Questa collaborazione – lanciata all’inizio di ottobre 2024 – sarà presentata con una campagna globale firmata da Steven Meisel e celebrata con un evento durante la settimana della moda di Parigi.

Un segnale di come il fast fashion continui a strizzare l’occhio al ready to wear, che ha raggiunto prezzi esorbitanti e spesso non giustificati, sempre più inaccessibile anche al pubblico di fascia media. Per questo la capsule si preannuncia già un successo commerciale, sperando non sia prodotta in modo del tutto fast fashion.

STEFANO PILATI

Uniqlo Calling per Clare Waight Keller

E sempre nel segno del fast fashion in cerca di una redenzione (si spera), è la notizia di Uniqlo, il marchio giapponese che ha scelto Clare Waight Keller come suo direttore creativo. Un’importante scelta e passaggio per la designer, che ha lavorato per importanti griffe come Chloè e Givenchy. Da Uniqlo dovrà sviluppare nuove silhouette, modelli e colori che usciranno ogni due mesi, per portare davvero una ventata di freschezza.

«Uniqlo attrae un pubblico così vasto» afferma Keller, «Ma una grossa fetta che cattura davvero è quella fascia di età più giovane. È un mercato in rapida evoluzione, quindi c’è molto da imparare».

«Siamo orgogliosi di dare il benvenuto a Clare Waight Keller come direttrice creativa di Uniqlo. Oltre alla sua eccezionale originalità e alla sua vasta esperienza, mi ha colpito il suo senso dell’equilibrio, che non dimentica mai la prospettiva del consumatore», ha spiegato Tadashi Yanai, chairman di Fast Retailing, presidente e CEO. «Credo che con lei riusciremo a far evolvere il LifeWear, l’abbigliamento quotidiano per eccellenza, in qualcosa di ancora più ricco, creando capi che renderanno i nostri clienti ancora più felici».

Come per Zara, H&M e Gap, si rafforza il legame tra i designer provenienti dal mondo del lusso e il segmento low cost. Sembra chiaro che il riposizionamento della moda democratica debba passare attraverso il talento dei creativi abituati a lavorare nel fashion luxury, che oggi mostra segnali di crisi, a parte sporadici casi.

Clare Waight Keller

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