Giorgio Armani è il protagonista e creatore della moda pronta di lusso; ovunque il suo stile si distingue per rigore, semplificazione delle line, sottrazione e semplicità. Lo contraddistingue il suo modo di essere elegante, come la sua moda versatile che non passa perché rispecchia una filosofia di vita. Non è impresa facile raccontare 40 anni di Emporio Armani dal 1981 a oggi, di successi e innovazioni all’insegna della democratizzazione della moda; ci riesce la mostra-manifesto “Emporio Armani – The Way We Are” (fino al 6 febbraio 2022) a cura dello stilista pluripremiato, inscenata nel Silos, il suo tempio milanese in via Bergognone 40, aperto nel 2015, dove la protagonista è l’essenza del suo modus vivendi estetico ed etico al tempo stesso. Armani per dare forma a quattro decenni di storia del suo brand e insieme della moda italiana in maniera non didascalica si avvale di moodboard, video, abiti e accessori, permettendo allo spettatore di immergersi nel vivo del suo immaginario e iconografia.
Entrati nel Silos di Armani si fluttua in uno spazio fluido, dove capi, accessori, magazine e un oceano d’immagini, gigantografie per lo più in bianco e nero da sempre il segreto della comunicazione del brand , fagocitano il nostro sguardo in un caleidoscopio di emozioni che materializzano il suo esprit. Emporio Armani è sempre attuale, è un classico della contemporaneità in cui individualità, aggregazione e libertà convergono, lo si percepisce passeggiando tra le diverse sezioni tematiche (Icon Lei; Milano; Ero(t)ismo; Mood Boart; Emporio Armani; Magazione; Altrove; Icon Lui), osservando da vicino gli abiti più significativi e video che scandiscono l’evoluzione dei costumi metropolitani.
Questa mostra inscena un manifesto ideale di perfetta simbiosi fra il luogo e la sua moda trasversale in cui rigore e fantasia, semplicità e ricercatezza sono i valori che danno forma alle sue creazioni. Giorgio Armani è amato dall’élite e dalla massa, dalle star, dagli intellettuali e dai politici; è tra gli stilisti più influenti al mondo, impegnati nel sociale; è un tutt’uno con il successo personale e del suo marchio siglato con l’aquila. Questo è il simbolo dell’Emporio Armani, nato per caso in seguito alla richiesta di Sergio Galeotti, amico-socio-manager audace e compagno di vita, di un logo tipo Lacoste per lanciare la nuova linea giovane che incarna un modo di essere più sciolto, informale comunque elegante, anche nell’intimo maschile. Commenta Armani “Ho pensato all’aquila che vola più in alto di tutti”.
Dalla giacca maschile destrutturata che rompe la rigidità dell’abito borghese, alle scarpe basse, fino alle linee vagamente androgine per donne dalla forte personalità, padrone di se stesse, inclusi gli accessori dai dettagli impeccabili, passando dall’intimo maschile e capi dalle forme asciutte di emblematica semplicità e l’intramontabile bomber jacket con l’aquilotto stampato sulla schiena dei ragazzi; tutto diventa espressione della filosofia di Armani nello spazio minimalista del Silos, dove il Re si manifesta in ogni sala, anche se non compare personalmente. Creatività, marketing, pubblicità, Emporio Armani è questo e altro, nato nel vortice creativo degli anni’80 della “Milano da bere” all’insegna della libertà di espressione; è un mix di elementi compositi anche nelle mutazioni di materiali e colori, linee, campagne pubblicitarie che dura nel tempo perché non cambia il suo stile. Essenzialità, comodità, comfort, libertà abiti pronti per stare al passo con l’esigenza di cambiamento della giovani. La mostra gioca sul coup-de-theatre dell’allestimento e sulla seduttività del primo sguardo, senza inutili provocazioni impattanti; è un occasione unica vivere l’esperienza di entrare dentro un immaginario che mescola, cinema, mitologia, sport, la realtà seppure edulcorata e altre ispirazioni che arrivano da culture diverse.
“Emporio Armani nasce nel 1981-in anticipo sui tempi. L’ho immaginato come una linea con cui sperimentare, catturando le nuove tendenze e proponendo una moda democratica, un contenitore nel quale ciascuno può trovare qualcosa e farlo proprio, interpretandolo in modo personale. Oggi rappresenta la declinazione trasversale e dinamica del mio concetto di stile e non ha perso lo spirito iniziale di individualità e aggregazione, di ricerca e libertà. Sono questi i valori ai quali ho voluto dare risalto con questa mostra, perché da sempre Emporio è un marchio fortemente ancorato alla contemporaneità, che riflette l’energia e la vitalità delle metropoli, cogliendone il ritmo e proponendo un’esperienza fatta di abiti, accessori e idee”, ha commentato lo stilista.
La mostra comprende il video della sfilata della nuova collezione primavera-estate 2022 dai colori tenui, prevale l’azzurro-celeste e i materiali leggeri per giovani entusiasti del futuro, giacche svuotate, pantaloni morbidi, camice bluse, top, gilet, bermuda , collane e tacchi; divise morbide per esploratori urbani con insoliti guizzi di frivolezza, come le collane da uomo e le frange gioiello da donna. Questo e altro tutto rigorosamente armaniano, perché: “I vestiti possono insegnare a riconoscere sé stessi, e come si può essere nei confronti del prossimo. Si può essere in un modo o in un altro. Ecco, io personalmente ho sempre preferito l’altro”.
Armani ultimamente in molte occasioni ha manifestato di essere contro una moda “immorale”, non sostenibile che non si prende cura dell’uomo e dell’ambiente, con questa mostra sostiene progetti dedicati all’istruzione e volti a contestare l’abbandono scolastico di Save de Children, l’organizzazione internazionale che si occupa di difendere i diritti e gli interessi dei bambini nel mondo. Il segreto di Giorgio Armani è di vivere il suo tempo e di anticipare il futuro; Emporio Armani è un contenitore di idee per il futuro dentro la vita quotidiana, con abiti che rispettano il corpo e durano nel tempo, puntando su valori di individualità. Emporio Armani senza nostalgia incarna la democratizzazione del Made in Italy dagli anni’80 alla globalizzazione, perché la moda come il design indica dinamiche di cambiamento del gusto e documenta come si rafforza il rapporto degli stilisti con il mondo della cultura.
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