Facciamo un passo indietro per ammirare le belle schiene esposte alla mostra “Back Side/Dos à la mode” al Musée Bourdelle di Parigi (fino al 17 novembre 2019). Un dialogo inedito tra moda e scultura, molto originale, che mescola le sculture in gesso dell’artista ottocentesco Bourdelle con capi di haute couture e non solo.
Il “retro” del nostro corpo, sebbene parte della tridimensionalità di un vestito, è poco presente nelle immagini di moda. Sempre prese da davanti, le modelle non mostrano mai il “dietro”. La mostra impone la schiena come uno spazio del corpo nascosto, ma diventato dalla fine del XVIII secolo oggetto di studio.
Tutto comincia quando la donna prende possesso della sua schiena, liberandosi dall’uso del corsetto. Ecco che la nostra schiena, a noi mai visibile, si trasforma in oggetto di ammirazione o disprezzo degli altri. In una delle prime sale della mostra, un muscoloso torso con i tratti dello stesso Bourdelle guarda una parete piena di proverbi ed espressioni popolari che utilizzano la parola “schiena” in senso negativo.
Il francese, l’italiano, il fiammingo e lo spagnolo associano questa parte del corpo al lavoro e alla fatica. Solo nella lingua giapponese invece la schiena dei genitori deve essere ammirata dai figli come esempio durante la crescita. La stessa raffinatezza grafica si ritrova nel manifesto della mostra con una delle foto del percorso espositivo scattate da Jeanloup Sieff (1933-2000). Con inquadrature ravvicinate, negli anni 90 fotografa da dietro donne dagli abiti sensuali, perché, a sua detta, la bellezza femminile passa dalla nuca al tallone. Lo stesso vestito nero protagonista dell’affiche riconoscibile da tagli laterali nella stoffa è in trionfo nella prima grande sala. Firmato dalla stilista francese Martine Sitbon nel 1997, che ha lavorato anche per la maison Chloé, mette un punto sull’eccellenza della moda parigina.
La mostra non avrebbe visto la luce senza il museo Palais Galliera (attualmente chiuso per lavori), che ha inviato parte delle sue collezioni di abiti dal XVIII secolo al giorno d’oggi e assicurato la curatela. Spicca una scultura dello stilista Alexander McQueen per Givenchy, Rose Corset. Dalla schiena denudata o con ali o deformata con imbottiture nei vestiti, i manichini sono tutti disposti di spalle con un supporto didascalico dalla linea grafica elegante che indica al visitatore il “lato giusto” da osservare.
La mostra ricorda che tutti abbiamo un lato B da mostrare, contro la tendenza attuale del “Selfie”. L’ultima sezione (Dos marqué, le spalle segnate) diverte con una serie di giacche con scritte cucite sulle spalle, sancendo l’apparizione della marca del capo sulle spalle, per un’autopubblicità. Anche Melania Trump è nella mostra per via del Parka di Zara che ha portato durante la visita ai centri di detenzione per bambini migranti in Texas con la grande scritta “I REALLY DON’T CARE, DO YOU?”.
Fino al prossimo 6 gennaio le Gallerie d'Italia – Torino presentano la mostra "Antonio Biasucci. Arca", terzo capitolo del progetto…
Cala il sipario, a Torino, sulla 31esima edizione, “The Era of Daydreaming”. Ecco che cosa hanno comprato i collezionisti, le…
Lutto per il mondo della danza italiana: scompare prematuramente il coreografo Gennaro Cimmino, direttore artistico di Körper, centro di produzione…
Al MUMAC - Museo della macchina per Caffè la storia del prodotto si intreccia a quella del design, del made…
Ad Artissima 2024, la Sala Sospesa accoglie la personale di Caroline Ricca Lee, prodotta da Fondazione OELLE: archiviazione e memoria…
In occasione del secondo atto secondo atto della mostra HM, HE, HA - in programma fino al prossimo 11 gennaio…