Categorie: Mostre

’12 Artists of Tomorrow’ alla Galleria Mucciaccia Contemporary, Roma

di - 14 Aprile 2022

A Roma, negli spazi della Galleria Mucciaccia Contemporary, è in corso la seconda edizione della mostra “12 Artists of Tomorrow” a cura di Giulia Abate, con opere di Alberonero (1991, Lodi), Sveva Angeletti (1991, Rieti), Nicolò Bruno (1989, Milano), Victor Fotso Nyie (1990, Douala, Camerun), GeometricBang (1984, Lodi), Greg Jager (1982, Praia a Mare), Ieva Pētersone (1984, Jelgava, Lettonia), Valeria Secchi (1990, Sassari), Luca Staccioli (1988, Imperia), Daniele Tozzi (1981, Roma), Uno (1981, Reggio Calabria), Francesco Ideale Vullo (1994, Palermo).

«In mostra – ha spiegato la galleria- i lavori di dodici artisti internazionali nati dopo il 1981 selezionati dalla seconda edizione del progetto editoriale di Exibart 222 artisti emergenti su cui investire | 2021 curato da Cesare Biasini Selvaggi. Dalla pittura alla scultura, dall’installazione alla fotografia, dalla ceramica alla tessitura, questi sono i diversi linguaggi ed indirizzi che verranno svelati in occasione della collettiva».

Mucciaccia Contemporary12 Artists of Tomnorrow_Ph. Credit Eleonora Cerri Pecorella_Courtesy Mucciaccia Contemporary, Roma

«Il presente progetto espositivo – scrive Biasini Selvaggi nel testo in catalogo – non ha un tema di per sé, ma riunisce dodici artisti emergenti italiani o, comunque, attivi in Italia accomunati dalla loro capacità di mettere in discussione le categorie di pensiero esistenti, di interrogarsi incessantemente nell’oggi e di oggi, aprendo la visione percettiva e critica a una nuova lettura di situazioni, immagini, oggetti, categorie, concetti e soggettività. In uno slalom tra nozioni apparentemente contraddittorie, incompatibili, sbiadite dalla disinformazione, tutti i 12 artisti qui convocati rivelano una ricerca di realtà che sono o potrebbero essere off-limits, proponendoci significati alternativi a ciò che prendiamo tutti i giorni come dati di fatto, modi diversi di metterli in relazione tra loro e di contestualizzarli».

Mucciaccia Contemporary12 Artists of Tomnorrow_Ph. Credit Eleonora Cerri Pecorella_Courtesy Mucciaccia Contemporary, Roma

«Questo loro approccio generale al fare arte – prosegue i testo – è più di indirizzo ermeneutico ed ecologico che esistenzialista, includendo allo stesso tempo, con curiosità sconfinata, sia il pensiero critico che il piacere della creazione “fabbrile”, coltivando un approccio eterogeneo nei confronti della pratica artistica (tra pittura, scultura, fotografia, ceramica, video, performance, suono, disegno, collage, ricamo)».

Mucciaccia Contemporary12 Artists of Tomnorrow_Ph. Credit Eleonora Cerri Pecorella_Courtesy Mucciaccia Contemporary, Roma

Tra le ricerche degli artisti in mostra un esempio di lavoro ad ampio spettro può essere considerato quello di Greg Jager (Praia a Mare, 1982), come si legge nella presentazione: «All’approccio di natura interdisciplinare dell’artista, [che spazia] dalle performing arts all’architettura, dalla pittura alla scultura, contribuiscono le teorie con cui Rudolf Laban, coreografo ungherese della prima metà del XX secolo, getta le basi scientifiche della danza odierna. Tra queste, Jager approfondisce la coreologia, ovvero la disciplina analitica che studia il movimento e ne individua le leggi spazio-temporali. Laban elabora un sistema di segni e forme geometriche note come “Notazione Laban” che si estendono a qualunque tipo di movimento umano. Jager si ispira alla “Notazione Laban” filtrandola e riorientandola in strutture pittorico-installative. In questo modo l’opera diviene un dispositivo coreografico-relazionale “dissonante” per quel suo carattere fuori luogo rispetto al contesto, che condivide con il writing delle origini e che apre allo spettatore molteplici possibilità interrogative sul tema della costruzione di una nuova società, partendo dalle ceneri di un vecchio sistema capitalistico. Questo concetto l’artista lo ritrova nel pensiero tentacolare di Donna Haraway e nell’idea di coesistenza espressa dalla filosofa statunitense attraverso il “gioco della matassa” (“Cat’s cradle game”) o “ripiglino”, in cui si creano nodi e figure di filo dai pattern sempre più complessi via via che la mano del giocatore successivo “ripiglia” la matassa».

Mucciaccia Contemporary12 Artists of Tomnorrow_Ph. Credit Eleonora Cerri Pecorella_Courtesy Mucciaccia Contemporary, Roma

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