Categorie: Mostre

60 anni di Rivoluzione Cubana a colori: i manifesti d’epoca in mostra a Parigi

di - 13 Gennaio 2020

Psichedelica, surreale, astratta, surreale, pop, è la Rivoluzione Cubana come forse non eravamo abituati a vederla, eppure, i manifesti in esposizione al MAD – Musée des Arts Décoratifs di Parigi, in occasione della mostra “Affiches cubaines: révolution et cinéma, 1959-2019”, sono un gioioso e glorioso mix di tutti quegli elementi. In fondo, si trattava pur sempre degli anni ’60 e anche le altre decadi immediatamente successive si dimostrarono non meno effervescenti, tanto dal punto di vista estetico che politico.

Il Musée des Arts Décoratifs presenta una mostra che esplora l’età dell’oro della grafica dei poster a Cuba, un supporto di certo funzionale alla trasmissione di un certo tipo di messaggio ma attraverso il quale è impossibile non notare tutti gli influssi delle varie correnti artistiche coeve. Dimenticate il cupo realismo sociale, in questo caso si tratta di una esplosione di colori e di forme, con importanti riferimenti storici.

Olivio Martinez, October 8: Day of the Heroic Guerrilla, 1973, OSPAAAL, courtesy of MAD Paris, ph. Christophe Dellière

La storia della Rivoluzione cubana, nei manifesti

Nel 1959, alla fine della Rivoluzione guidata da Fidel Castro contro il generale Fulgencio Batista, prima appoggiato e poi abbandonato dagli Stati Uniti, Che Guevara, nominato Ministro dell’Industria, proibì la pubblicità commerciale – che prima reclamizzava prodotti importati dagli States – e i manifesti, di conseguenza, iniziarono a riflettere la politica e la cultura cubane dell’epoca.

I manifesti politici cubani dovevano trovare la loro ispirazione negli eventi memorabili ed eroici della Rivoluzione, dal primo tentativo dei castristi di rovesciare Batista, con l’attacco alla caserma Moncada, a Santiago de Cuba, nel 1953, all’istituzione dell’M-26-7, il Movimiento 26 de Julio, fino alle figure del Che e di Camilo Cienfuegos. Non può mancare chiaramente l’invasione della Baia dei Porci, il tentativo miseramente fallito di rovesciare Castro, messo in atto segretamente dalla CIA, in reazione al rafforzamento dei legami tra Cuba e URSS.

Molti poster mostrano sostegno ai movimenti rivoluzionari di tutto il mondo, dal Vietnam al Mozambico, fino alla Palestina. Vibrante e di impatto è il manifesto realizzato da Félix René Mederos nel 1970, a seguito di un suo viaggio in Vietnam su impulso del DOR, il dipartimento cubano delle organizzazioni rivoluzionarie. Mederos ebbe modo di conoscere il popolo vietnamita e marciò con i soldati, ricavando suggestioni indimenticabili.

Ma si parla solo di politica, visto che, nei piani di sviluppo di Castro, anche il cinema rivestiva una parte di primo piano. In quegli anni, a Cuba, c’erano circa 422 teatri e nel 1959 venne fondato l’ICAIC – Instituto Cubano del Arte e Industria Cinematográficos, il cui primo direttore fu il grande Alfredo Guevara, personalità di spicco nel panorama della ricerca cinematografica, sonora e performativa, non solo cubano.

Alfredo Rostgaard, ICAIC Decimo Aniversario, 1969

Negli anni ’90, venendo a mancare gli aiuti dell’Unione Sovietica e con l’embargo degli Stati Uniti sempre più asfissiante, Cuba subì una fase di acute difficoltà economiche. Iniziarono a mancare i materiali di base, come la carta e l’inchiostro e così anche la produzione di manifesti entrò in crisi.

In questa colorata raccolta si sente, però, la mancanza di riferimenti alle donne cubane, che pure diedero il loro contributo alla rivoluzione, per esempio con l’istituzione della Federazione delle Donne Cubane, che si occupava della formazione e dell’istruzione femminile, per parificare la loro condizione a quella degli uomini.

René Azcuy Cardenas, El Leopardo

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